Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:62 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. BELOW THE SUN
  2. THE PACIFIC
  3. OLD THUNDER
  4. AHAB'S OATH
  5. THE HUNT

Line up

  • Chris Hector: guitars
  • Daniel Droste: vocals, guitars, keyboards
  • Cornelius Althammer: drums
  • Stephan Wandernoth: bass

Voto medio utenti

Se dovessi citare le band che maggiormente mi hanno colpito e che hanno avuto un grande impatto su di me negli ultimi anni, i tedeschi Ahab rientrerebbero sicuramente nella lista: un gruppo che a partire dallo splendido "The Call Of The Wretched Sea" ha saputo lasciare un segno tangibile nel panorama funeral doom e che ha saputo confermarsi anche con lavori successivi, pur allantonandosi progressivamente dal funeral doom degli esordi a favore di un doom/death più "digeribile" per il grande pubblico. L'uscita per Napalm Records di questo live "Live Prey", il primo nella storia della band, poteva essere quindi un bel modo di festeggiare i quasi 15 anni di vita del gruppo costellata da quattro album, ma a conti fatti si tratta di un'uscita di cui si fa fatica a trovarne il senso: il disco ripropone l'esibizione che la band tedesca ha tenuto in occasione del Death Row Fest di Jena (Germania) nel 2017 e nella quale ha suonato per intero quel capolavoro a nome "The Call Of The Wretched Sea", ad eccezione della sola "The Sermon", ed avendo assistito in diverse occasioni ad esibizioni live degli Ahab posso confermare che si tratta di una testimonianza fedele di quanto sono in grado di fare i tedeschi sulle assi di un palco. Per quanto riguarda la prestazione del gruppo, "Live Prey" è ineccepibile e mostra chiaramente come la musica degli Ahab non perda nulla della sua epicità e della sua carica emotiva in sede live, trascinata dalla prestazione vocale senza macchia di Daniel Droste che si destreggia tra growl profondo e aperture melodiche dal sapore malinconico, e da tutti gli altri membri del gruppo che con grande precisione e fedeltà riescono a riproporre brani ormai divenuti dei classici come "The Pacific", "Old Thunder" o la epica e pachidermica "The Hunt", il tutto intervallato dallo sciabordio delle onde e da spezzoni tratti dalla pellicola di "Moby Dick - La balena bianca" con Gregory Peck nei panni del monomaniaco capitano Ahab. E allora dove sorgono i miei 'ma' ed i miei 'però'? In primis trattandosi di un album dal vivo la presenza del pubblico è pressochè assente se non al termine di "The Hunt", e questo certamente toglie un po' di "pepe" a "Live Prey" e a mio avviso anche un po' di senso a un'uscita che dovrebbe essere un disco dal vivo; in seconda battuta avrei preferito una scaletta che spaziasse maggiormente nella discografia degli Ahab, certo non avara di brani memorabili, piuttosto che riproporre sostanzialmente per intero quella che ad oggi è la loro opera più nota ed importante, una pratica ahimè ormai sempre più diffusa e adottata da diverse band e che personalmente mal tollero dal momento che elimina ogni tipo di sorpresa ed incognita in un'esibizione dal vivo.
In generale non possiamo dire che "Live Prey" sia un disco brutto, perchè obiettivamente i pezzi proposti rimangono delle perle che la band ripropone con grande intensità e pathos e non ci si stanca mai di ascoltarli, ma non si ha mai l'impressione di stare ascoltando un live e soprattutto la scelta della setlist lascia spazio a qualche punto interrogativo. Di certo l'acquisto del disco è indirizzato solamente ai fan più appassionati e completisti, e sul sottoscritto ha avuto solamente l'effetto di riscatenare la scimmia nei confronti di questa band grandiosa, facendo rientrare in loop nel mio stereo i grandissimi dischi che gli Ahab hanno inciso negli anni. Speriamo non ci facciano attendere troppo per un nuovo capitolo della loro discografia.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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