Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2010
Durata:46 min.
Etichetta:Liveglobal
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. APUT
  2. BROKEN AND REBORN
  3. SEASON IN SILENCE
  4. THE ATTIC AND THE WORLD OF EMOTIONS
  5. EVIL BIRDS
  6. OGRON
  7. NIGHT OWL
  8. SNOWMAN
  9. BLOODY COLD WINTER
  10. THE ABYSS
  11. FROZEN HANDS
  12. HIBERNA

Line up

  • Trevor: vocals
  • Tommy: guitar/keyboards
  • Andy: bass
  • Alessio: drums

Voto medio utenti

Dopo anni di oblio i Sadist erano tornati nel 2007 con un disco dal titolo omonimo e dallo spirito combattivo, un cd che aveva più pregi che difetti ma che in qualche caso mostrava degli strati di ruggine ancora da scartavetrare, ed è pure comprensibile. Adesso è il turno di questo Season In Silence e con esso si può tranquillamente affermare che i Sadist targati 2010 sono una band all'apice della maturità e dell'originalità stilistica. Ridurli nel più semplice del Death Metal è una cosa assai ardua, soprattutto alla luce dei fatti, e mi sto riferendo ad una varietà di stili e influenze che non passano di certo inosservate, come ad esempio in The Abyss, nella strumentale Ogron, nella title track, ma anche più in generale nelle varie Evil Bird, Frozen Hands e chi più ne ha più ne metta. Sulla base di un solido e penetrante Metal estremo si ergono divagazioni ritmiche (soprattutto per il basso) che odorano di Jazz/Fusion, caratterizzate da un'eleganza e da una specie di "semplicità" che non si dimostra mai boriosa o noiosa, anzi, finisce per arricchire di gusto delle intuizioni nel songwriting che già in partenza sarebbero vincenti. C'è ovviamente pure una certa influenza dalle correnti contemporanee del Metal, e alcuni riff un po' alla Meshuggah non sfigurano affatto. In tutto questo marasma di elementi (sempre e comunque perfettamente dosati) va sottolineato il lavoro svolto dietro i tasti d'avorio, e qui i rimandi ad un album come Above The Light si sprecano, complici quelle atmosfere un po' retrò che fanno tanto Progressive Rock anni 70, quello più oscuro e tendente ai Goblin. I Sadist hanno saputo sfruttare con equilibrio l'innovazione, la loro personalità e anche un sano e onesto rimando al passato quando necessario; tutti fattori che però convogliano nella stessa causa: creare dell'ottima musica che resista all'inesorabile scorrere del tempo.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti
Zanna!

Mi dissocio parzialmente dal giudizio espresso in recensione, perché non condivido il definire originale un disco che ha come "unico" pregio (in ogni caso non alla portata di tutti) quello di ben amalgamare sonorità e soluzioni già abbondantemente sviscerate nel panorama in cui Season In Silence va a inserirsi. A questa constatazione mi tocca, purtroppo, aggiungere la prestazione di Trevor, sempre più statica e priva d'espressività.

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