Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:46 min.
Etichetta:WormHoleDeath
Distribuzione:WormHoleDeath

Tracklist

  1. BROTHERS IN WAR
  2. THE STILLEST HOUR
  3. REDEMPTION
  4. INVOLUNTARY BLISS
  5. THE UNDERWORLD
  6. WILL TO POWER
  7. MY WANDERING SOUL
  8. THE VISION
  9. IMMACULATE PERCEPTION
  10. THE THREE EVILS

Line up

  • Marco Toba: Bass
  • Riaan Coertze: Drums
  • Jacques Valentyn: Guitars
  • Evgeny Zoidze: Vocals

Voto medio utenti

I Nastergal sono una black metal band internazionale con membri provenienti da Nuova Zelanda, Sud-Africa, Ucraina e Argentina.
Fino ad ora hanno rilasciato solo un EP, "Solitude" (2022), e giungono oggi, 2024, a tagliare il traguardo del primo full-length: "The Untold War", sotto l'ala dell'etichetta WormHoleDeath.

"The Untold War" è un lavoro estremamente monolitico (forse troppo) che si muove su coordinate black fortemente contaminate dal death, dove si inseriscono, soprattutto nelle trame di chitarra, numerosi elementi thrash metal tutto sommato piacevoli, a cui si aggiunge qualche eco di stampo 'core a mio avviso deprecabile, perlomeno in questo frangente.
Si tratta di un album dal songwriting piuttosto essenziale, il quale si avvale di un ampio utilizzo del tremolo picking e del powerchord, sostenuto da un abuso totale del blast beat. In parte richiama alcuni lavori dei Behemoth, come potrebbe essere "Satanica" (1999), e in parte a formazioni simili agli Angelcorpse, tuttavia senza averne né la caratura, né le dovute variabili, e questo secondo aspetto inficia negativamente sulla godibilità complessiva del platter.
Il lavoro nel suo andare spedito, quasi deprivato, dalla sua stessa violenza, di ogni possibile sfumatura, tende a divenire leggermente noioso, nonostante sia dotato di un buon tiro.
I Nastergal tentano qualche minima variazione sul tema giusto nella seconda metà della tracklist, inserendo qualche melodia in più, o, nel caso per esempio di "My Wandering Soul", qualche sfumatura epica, tuttavia con poco successo.

Non è facile giocare un'intera opera esclusivamente sulla velocità e l'assalto sonoro, senza così rischiare di tediare l'ascoltatore. Di "Panzer Division Marduk" ce n'è stato soltanto uno.





Recensione a cura di DiX88

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