(24 febbraio 2023) Accept + White Skull @ Live Club

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Provincia:MI
Costo:37
"Quanto fottutamente bello è l'Heavy Metal!
Punto."


Ecco cosa il nostro Seba Dell ha sentenziato per descrivere la serata al Live Music Club di Trezzo sull’Adda che ha visto susseguirsi sul palco prima i White Skull e quindi gli headliner Accept, con entrambe le formazioni pronte a supportare i loro ultimi lavori, "Metal Never Rusts" per i nostri connazionali e "Too Mean To Die" per la corrazzata teutonica, certo, l'uscita del loro album risale ormai a più di due anni fa, ma al tempo il tour non aveva toccato l'Italia, e oggi Wolf Hoffmann e soci – pure con qualche sorpresa, come scopriremo - hanno finalmente posto rimedio.

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A salire per primi sul palco sono i Teschi Bianchi, nell'occasione un po' sacrificati, visto lo spazio risicato a loro disposizione sul palco, ma quello che non si fanno mancare è l'energia strabordante tipica delle loro performance. Ne ho visti tanti di concerti dei White Skull, anche nelle loro diverse configurazioni, ma la line-up di stasera è una delle più solide della loro storia, e comunque - non me ne vogliano gli altri - quando hai un'accoppiata come quella di Federica "Sister" De Boni e di Tony "Mad" Fontò, vai sul sicuro. Aiuta sicuramente avere alle spalle un mantice come Alex Mantiero, e anche gli altri musicisti, il chitarrista Valentino Francavilla, Jo Raddi al basso e Alessandro Muscio alle tastiere, non sono certo dei comprimari. E lo dimostrano già alle prese con la titletrack del nuovo album, dai quale poi pescano a piene mani, scegliendo anche la corale e trascinante "Ad Maiora Semper", "Skull in the Closet" e "Black Ship", dimostrando così quanto i White Skull credano e puntino sulla loro ultima realizzazione.
Non deve essere stato facile scegliere gli altri brani da suonare, e se era scontata la presenza di una "Asgard" piazzata strategicamente in conclusione della serata e durante la quale Fontò chiede al pubblico di intonare un "Happy birthday" per omaggiare i quattro membri della band che hanno compiuto gli anni nel mese di febbraio, mi ha davvero fatto molto piacere ritrovare due dei miei pezzi preferiti: "The Roman Empire" e "High Treason".

Trai i commenti dei presenti - tutti più che positivi direi - ho colto solo qualche rammarico da parte di chi non ha avuto la possibilità di vederli suonare i loro pezzi preferiti. Ma stasera il tempo era limitato e le occasioni non mancheranno, ad ogni modo i White Skull hanno dato l'impressione di essere davvero contenti e fieri di poter aprire per gli Accept... tanto quanto i presenti di vederli su quello stesso palco.

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White Skull Setlist:
-Metal Never Rusts
- Tales from the North
- Ad Maiora Semper
- The Roman Empire
- Red Devil
- Skull in the Closet
- I Am Your Queen
- Black Ship
- High Treason
- Asgard

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Puntualissimi, alle 21.30 gli Accept si presentano via via sul palco, belli in palla e decisi, sicuramente senza caracollare come fanno invece i protagonisti dell'opener "Zombie Apocalypse", proprio la stessa canzone che apriva il già citato "Too Mean To Die".
La prima cosa che si nota comunque è che sul palco ci sono un po' "troppi" musicisti, infatti, ad affiancarsi al sempre carismatico Wolf Hoffmann a centro palco troviamo Philip Shouse, perfettamente integrato e sincronizzato con le movenze di colui che è ormai anche l'unico superstite della formazione originale degli Accept. E a proposito di storia, ecco che dopo "Symphony of Pain" (anche questa da "Too Mean To Die") fanno capolino due caposaldi del Metal Made in Germany: "Restless and Wild" e "Midnight Mover", monoliti che non potevano certo mancare dalla setlist degli Accept, che per recuperare qualche altra gemma decidono di suonare anche un gustoso medley, che recupera "Demon's Night", "Starlight", "Losers and Winners" e "Flash Rockin’ Man".
Il palco è letteralmente dominato dalla coppia Hoffmann/Shouse, che si diverte a rispolverare tutte le mosse tipiche del provetto metal guitarist e dal vocalist Mark Tornillo sempre pronto ad incalzare il pubblico, così al bassista Martin Motnik e il chitarrista Uwe Lulis tocca stare defilati ai fianchi del drum kit di Christopher Williams.

Tra pezzi storici e d'annata ("Breaker", "Objection Overruled") e qualcuno più recente ("The Abyss" o la nuova "Overnight Sensation"), potevano mancare l'immortale "Princess of the Dawn" oppure "Fast as a Shark"? Certo che no, e per l'occasione Mark Tornillo si presenta sul palco con uno squalo gonfiabile che poi lancia in mezzo al pubblico, dove dopo un'iniziale incertezza (secondo me qualcuno se lo era abbrancato e voleva tenerselo come ricordo) lo si è fatto ondeggiare e volteggiare per tutta la platea. Il cuore batte ormai all'impazzata ed è quindi arrivato il momento di "Metal Heart" (con tanto di drum solo di Williams) e quindi di una "Teutonic Terror" più devastante di quei Leopard 2 sui quali si è scritto molto negli ultimi tempi. Dopo la preveggente "Pandemic" (scritta nel 2010 per "Blood of the Nations") giusto un attimo di pausa prima di un pirotecnico finale, che si avvia con "Hung, Drawn and Quartered", per chiudersi con un'accoppiata di ferro quale "Balls to the Wall" e la rockeggiante e un po' sguaiata "I’m a Rebel", durante la quale anche Lulis e Motnik hanno il loro momento di gloria, prendendosi la prima fila e il "contatto" con un pubblico entusiasta.

"Avercene di concerti così!
Punto."


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Accept Setlist:
- Zombie Apocalypse
- Symphony of Pain
- Restless and Wild
- Midnight Mover
- The Abyss
- Objection Overruled
- Overnight Sensation
- Demon’s Night / Starlight / Losers and Winners / Flash Rockin’ Man
- Breaker
- The Best Is Yet to Come
- Shadow Soldiers
- Princess of the Dawn
- Fast as a Shark
- Metal Heart
- Teutonic Terror
- Pandemic

Encore:
- Hung, Drawn and Quartered
- Balls to the Wall
- I’m a Rebel

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Photo by Sergio "Ermo" Rapetti
Report a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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