Scream For Me: Keith Richards

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Pubblicato il:29/05/2023
Forse alcuni di voi si chiederanno come mai parliamo di Keith Richards in questa rubrica, dato che non è sicuramente un musicista metal. Il punto è che l'importanza che ha avuto il chitarrista degli Stones su decine di chitarristi ( inclusi quelli metal ) è indiscutibile, per non parlare dell'influenza che gli Stones stessi hanno avuto su decine di bands in ambito hard rock-punk-blues (Aerosmith, Black Crowes. Iggy Pop, New York Dools, Ramones, Primal Scream per citarne alcune ). La tecnica chitarristica di Richards di suonare con accordatura in Sol aperto rimuovendo la sesta corda ed il suo tocco secco e nervoso hanno fatto scuola ( nella classifica ufficiale della rivista Rolling Stones, Keith e' al quarto posto su cento) e la sua capacità di creare riff storici con pochi accordi ( tipo Deep Purple con "Smoke On The Water") lo pone tra i chitarristi più influenti ( "Satisfacion", "Jumpin Jack Flash", "Gimme Shelter" ).
Quindi ci siamo detti, perchè non parlare di un artista che - al di fuori degli Stones - è magari poco conosciuto?
"Scream For me, Scraem For Us, Keith!"

TALK IS CHEAP (1988)
Incredibile a dirsi ma il primo disco solista di Richards esce dopo ben 26 anni dalla nascita dei Rolling Stones, molto più quindi di un fulmine a ciel sereno, un qualcosa di totalmente inaspettato. Impossibile parlare di Keith Richards senza parlare del gruppo del quale è stato ( ed è tuttora ) chitarrista principale, se non altro per la sua tecnica alle 6 corde che ha segnato indelebilmente il sound delle pietre rotolanti. Influenzato da Chuck Berry e Robert Johnson, Keith non si smentisce nel suo debut solista, il suono è quello degli Stones con l'unica fondamentale differenza che alla voce non abbiamo Mick Jagger, ma Keith stesso, che riesce egregiamente nel suo compito. Un pò sussurrando - come nella splendida ballad "Make No Mistakes" accanto a Sarah Dash - un pò cantando con la sua voce roca da fumo di sigarette e whiskey, Keith si muove fra brani ricchi di ritmo e groove quali "Take It So Hard" ( dal riff classico alla Stones ), "How I Wish", "It Means A Lot" a perle di rock-blues che affondano le radici nei '60 come "I Could Have Stood You Up", "Blues Jam" e "My Babe" ( queste ultime 2 presenti nell'edizione deluxe del disco), a brani simil hard rock come "Whip It Up", per finire con una lunga suite strumentale di 10minuti che è un mix jazz-blues da diffondere in filodiffusione nei piano bar . "Talk Is Cheap" non sorprende certo per la sua originalità ma è un gran disco classicamente attuale da parte di un artista che non deve dimostrare niente a nessuno.


MAIN OFFENDER (1992)
Il secondo disco solista di Richards si apre con uno dei brani più heavy mai scritti dal chitarrista inglese, parlo di "999" con quel suo riff semplice ( per cui Keith è maestro ) ma incredibilmente duro, secco che si muove su una linea ritmica martellante, gran pezzo per aprire un album. Album che però nel suo divenire ci presenta brani, a mio avviso, meno ispirati rispetto all'esordio del 1988 con alcune eccezioni però. "Wicked As It Seems" ad esempio è un altro gran pezzo rock alla Keith Richards col suo incedere lento ma ricco di groove, così come le più melodiche "Eileen" e "Yap Yap" che giocano su linee orecchiabili ma sostenute da riff corposi pieni di ritmo, mentre altri brani sono assolutamente inaspettati come il reggae d'atmosfera "Words Of Wonder", qualcosa che non ti aspetti da Richards quanto da Bob Marley, buono anche lo swing di "Running Too Deep" mentre il resto del disco rimane sostanzialmente trascurabile.
Per la cronaca, l'anno scorso è uscita una edizione deluxe del disco con in aggiunta “Winos Live In London ’92” registrato al Town & Country Club di Londra.


CROSSEYED HEART (2015)
Terzo ed ultimo (per ora) progetto solista di Richards, "Crosseyed Heart" esce 23 anni dopo "Main Offender". Registrato anch'esso con la sua band X-Pensive Winos, il disco si apre con la titletrack che è un brano breve ma intriso di blues alla vecchia maniera, solo chitarra acustica e voce. "Heartsopper " , "Amnesia" e "Trouble" sono altri pezzi di grande presa coi loro riff secchi e pieni di groove, mentre "Robbed Blind" è una ballad che si regge su una suadente melodia piano, chitarra e voce corposa, "Love Overdue" vede Richards cimentarsi nuovamente su ritmiche caraibiche, un pò fuori luogo a mio avviso, mentre con "Nothin On Me" torniamo a gustare le melodie classiche alla Stones un mix di ritmo e melodia. Da segnalare da ultimo il blues vecchia scuola anni'60 di "Blues In The Morning", gran pezzo che ricorda un pò B.B.King.

Ad 80 anni suonati, Keith Richards è la prova vivente che il Rock mantiene giovani e che, con o senza i suoi Rolling Stones, la sua musica continua ad affascinare intere generazioni.


Articolo a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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