IRON MAIDEN LIVE, Barcellona e Lisbona: diario di una riscossa

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Pubblicato il:31/08/2022
Ci tengo a chiarire sin dall'inizio: il taglio di questo articoletto non vuole affatto essere polemico nei confronti del controverso, e ormai famigerato, annullamento del concerto degli Iron Maiden a Bologna del 7 luglio.
Certo: col senno di poi, la decisione presa si è rivelata avventata ed ha frantumato il mio cuore in mille, miserabili pezzettini. Ciò detto, attraverso queste righe s'intende offrire uno squarcio di speranza oltre l'abisso del malaugurio. Scendendo più nello specifico, s'intende fornire plastica dimostrazione che se si può contare sulla ferrea volontà di non farsi stritolare da un fato avverso, sulla malsana determinazione nello sperperare i propri risparmi e su un coniuge comprensivo, nessun obiettivo concertistico è impossibile.
Traduzione: Barcellona e Lisbona, giungo da voi per riprendermi ciò che mi è stato ingiustamente sottratto.

BARCELLONA, Estadi Olímpic Lluís Companys, 29 luglio 2022

Io ed i miei due compagni di trasferta giungiamo al bellissimo Stadio Olimpico sul Montjuïc in perfetto orario per lo show degli Airbourne, considerato che assisteremo dagli spalti ed abbiamo i posti assegnati. Una volta lì, però, inizio a pensare che si stia ordendo una sorta di cospirazione cosmica ai miei danni.
Infatti, il cielo viene di colpo invaso da inquietanti nuvole che, nel giro di pochi minuti, iniziano a rovesciare pioggia; nel contempo, ci accorgiamo che i posti a noi attribuiti si trovano in posizione defilata anzichenò, e non permettono affatto una visuale ottimale a causa di una fastidiosa grata.

Chi mi legge saprà quanta credibilità io attribuisca alle religioni ed alla loro fenomenologia (per chi non lo sa: zero), ma per una volta l'utilizzo del termine "miracolo" pare acquisire senso compiuto: di lì a poco le nuvole scompaiono, e per un problema nelle prevendite relativo al nostro settore veniamo dirottati in quello più vicino al palco.
Dio: so bene che non esisti, ma grazie comunque.

Nel frattempo i set di Airbourne e Within Temptation scorrono più che piacevolmente, ma spero mi perdonerete se non mi soffermo su dettagli e performance: ogni fibra del mio essere, ormai, è protesa esclusivamente all'esibizione dei Maiden, che non vedo dal vivo dal Rock in Rio di ottobre 2019. Capirete, quindi, che quando si diffondono le note di "Doctor Doctor" e viene disvelata la scenografia in stile Giappone feudale io non stia letteralmente più nella pelle. Quando poi Nicko batte il primo colpo e lancia "Senjutsu", di colpo faccio pace col cosmo ed inizio ad irradiare gioia pura.

Alcune considerazioni sparse, posto che chi sia giunto sin qui nella lettura avrà già avuto modo di osservare in rete i video di questa leg europea ormai agli sgoccioli:
- gli Iron son tornati, ed è come se non fossero mai andati via tanto sono in forma. Anzi, se mi è concesso ho trovato Janick e Bruce molto più in palla rispetto al 2019;
- assisto quest'oggi al mio trentaquattresimo show della Vergine, ma ogni volta è come la prima. Anzi, per certi versi è addirittura meglio, visto che il tempo passa inesorabile e sono consapevole di quanto preziosi siano questi istanti, e di quanto i Nostri mi mancheranno una volta che avranno deciso di dire la parola "basta";
- le prime tre tracce dell'ultimo album dal vivo filano che è una meraviglia; la già citata "Senjutsu" in apertura si discosta di molto dalla tradizione live della band, fatta di inizi veloci e adrenalinici, ma grazie alla sua atmosfera, alla comparizione anticipata di Eddie in versione samurai ed al grandioso chorus funziona alla grande;
- Dave Murray ad ogni tour aggiunge qualche chiletto e, contemporaneamente, migliora in termini di velocità e fluidità degli assoli; come faccia non lo so;
- scenografie, impianto luci, produzione, suoni ed "effetti speciali" di questo "Legacy of the Beast Tour" si confermano ancora una volta fra i migliori, se non i migliori, dell'intera carriera degli inglesi;
- Steve Harris è... Steve Harris, e tanto dovrebbe bastare (e avanzare, a volerla dir tutta);
- la setlist scorre fluida e imperiosa, ma una citazione per i due ripescaggi dell'era Blaze, "Sign of the Cross" e "The Clansman", è d'obbligo.

Difetti?
Lo chiedete alla persona sbagliata, ma un paio di note posso spenderle:
- proprio sul finale di "The Clansman" mi pare di aver colto un piccolo errore nel drumming di McBrain;
- dopo quasi tre anni di attesa, le due ore di esibizione sono volate a velocità smodata (vergogna se non avete colto la citazione).

D'altro canto è tale la felicità d'aver rivisto la propria band favorita, assieme a due amici di una vita e ad oltre 50.000 rumorosissimi fan spagnoli, che accolgo le irridenti note di "Always Look on the Bright Side of Life" con sincera gratitudine e soddisfazione.
Anche perché fra 48 ore si bissa...

LISBONA, Estádio Nacional, 31 luglio

A questo giro, per la prima volta nella mia vita, affronto una vacanza all'estero da solo, e decido di investire detta solitudine presentandomi allo stadio ad un orario che non mi sarei mai nemmeno sognato di proporre a qualsivoglia compagno di viaggio.
L'attesa è davvero lunga, ma ombra, leggero venticello e speranza di accaparrarsi un posto a ridosso delle prime file concorrono a mitigarla.

Una volta aperti i cancelli mi fiondo [in realtà giovinastri portoghesi mi sorpassano a destra e a manca; diciamo che mi fiondo compatibilmente con limitazioni dettate da età e condizione atletica] verso il palco, assestandomi con mio sommo gaudio in una delle posizioni più favorevoli della mia ultra-ventennale carriera di spettatore maideniano. Non solo: per pura fortuna mi ritrovo a fianco di un gruppo di simpaticissimi supporter provenienti dalla Sardegna con cui avevo chiacchierato mentre eravamo in fila.

Insomma, a questo giro gli astri paiono da subito allineati nel modo giusto: il cielo è terso, la location suggestiva ed insolitamente immersa nella natura, caldo e sole vanno via via scomparendo e i baldi Airbourne e Within Temptation strappano una volta ancora meritati applausi.
Alle ore 21:00, infine, la magia si ripete, e gli Iron tornano ad incantare.

Rispetto a Barcellona la folla sembra forse meno oceanica (ma di certo non meno appassionata), i volumi delle chitarre paiono un pelo più timidi e si registra uno svarione esecutivo piuttosto vistoso durante la prima strofa di "The Number of the Beast"... ma tutto scompare di fronte ad uno show spettacolare ed intenso come pochi.
Non negherò che trovarsi in quinta / sesta fila, a pochi metri dai propri beniamini, in mezzo a fedeli adoranti che intonano [insomma, si fa del proprio meglio] ogni singola parola delle lyrics ed ogni melodia di chitarra renda l'esperienza ancor più speciale.
Al tempo stesso, al di là delle fallaci percezioni di un seguace in estasi, una volta terminata l'esecuzione della portentosa "Aces High", la band appare genuinamente soddisfatta per una conclusione della leg europea del tour davvero trionfale.
Unica nota amara: una delle bacchette lanciate da Nicko a fine concerto ha sorvolato di poco le mie bramose manine, finendo dritta dritta in quelle di uno dei sopracitati amici sardi. Maledetto...
[ovviamente si scherza: son contento per lui. Orrendamente invidioso, ma contento per lui]

Si esce quindi ancora una volta grati e soddisfatti; nel mio caso (disperato e patologico, lo so) ulteriormente corroborati da una ulteriore fonte di speranza: se il fato avverso non si frappone, ci si rivede nel Massachusetts a metà ottobre...

Up the Irons, ora e sempre.

IRON MAIDEN setlist:
1- Senjutsu
2- Stratego
3- The Writing on the Wall
4- Revelations
5- Blood Brothers
6- Sign of the Cross
7- Flight of Icarus
8- Fear of the Dark
9- Hallowed be thy Name
10- The Number of the Beast
11- Iron Maiden
Encore:
12- The Trooper
13- The Clansman
14- Run to the Hills
Encore 2:
15- Aces High

Articolo a cura di Marco Cafo Caforio

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Inserito il 02 set 2022 alle 12:36

La citazione è dei Muculords? O_o

Inserito il 02 set 2022 alle 12:36

La citazione è dei Muculords? O_o

Inserito il 02 set 2022 alle 12:36

La citazione è dei Muculords? O_o