LEYENDAS DEL ROCK - 7/8/9/10 AGOSTO 2019 VILLENA (ALICANTE) ESPAÑA

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Pubblicato il:17/09/2019
Il Leyendas del Rock 2018 si era chiuso con un grande punto interrogativo circa l'ubicazione dell'edizione successiva (voci insistenti parlavano di Torremolinos): fortunatamente nessun cambio, anche quest'anno riconfermata la stessa location, il centro Polisportivo di Villena che, con buone probabilità, ospiterà il festival per almeno i prossimi quattro anni. Invariato anche lo schema che prevede due palchi principali affiancati più un palco secondario poco distante, così come invariata l'atmosfera amichevole, colorata e festosa del festival dove il bicchiere da litro di birra costa 6 euro e dove si trovano un sacco di punti ristoro a prezzi davvero accessibili. Unica tangibile differenza rispetto alle passate edizioni, il caldo terribile che non ha mai dato tregua: non che gli scorsi anni si girasse col golfino ma quest'anno ha davvero esagerato.
E' una piacevolissima sorpresa il ritorno dei concerti in acustico nella piazza principale del paese. Quest'anno vediamo suonare i Saurom ed Eric Martin accompagnato da Oliver Hartman e Ina Morgan che incentrano il repertorio principalmente sui classici di Mr.Big. Bellia iniziativa sempre apprezzata e seguita da un pubblico numeroso formato da appassionati e da qualche abitante del luogo curioso di sapere la causa di tanto caos...



Mercoledì, giornata di benvenuto, si comincia con una tribute band di lusso, i SABBATH BLOODY SABBATH che in pratica sono gli Helstar al completo che propongono pezzi di, manco a dirlo, Black Sabbath e Judas Priest. James Rivera è sempre coinvolgente ed è proprio un ottimo inizio per scaldare l'atmosfera. Toste anche le BURNING WITCHES: metal classico e molto diretto. Presentano la nuova grintosa cantante Laura Guldemond. Brave e assolutamente determinate. Tra i migliori show della giornata quello di JOSE ANDREA, ex cantante dei Mago de Oz, con i suoi UROBOROS. La sua voce è inconfondibile ed è accompagnato da una grande band che oltre alla chitarra del bravissimo Jose Rubio comprende violino e flauto che danno quel tocco di folk che tanto imperniava la sua band di origine. "Matar al Rey", "El Que Quiera Entender Que Entienda", "Bienvenidos al Medievo", pezzi davvero trascinanti per un'ora di puro divertimento. Attesa con grande curiosità l'esibizione dei LOS BARONES soprattutto per gli attuali screzi tra il leader Sherpa (ex Baron Rojo) e i fratelli de Castro (Baron Rojo). Fortunatamente il cantante-bassista ha evitato qualunque tipo di polemica e ha dato vita a un ottimo concerto probabilmente persino migliore delle ultime attuazioni degli stessi Baron Rojo. Nel repertorio non sono chiaramente mancati i grandi classici come "Siempre esta Alli", "Hijos de Cain", "Resistere". Pubblico entusiasta.

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Anche gli andalusi MEDINA AZAHARA, che festeggiano 40 anni di attività, non hanno deluso proponendo i loro pezzi storici conosciutissimi in terra spagnola e cantati in coro da tutto il pubblico: "Velocidad", "Neceisto Respirar", "Cordoba". Da sottolineare l'ottima prestazione del chitarrista Paco Ventura. E' parecchio tardi ma non è ancora finita, ed è la volta dei MOJINOS ESCOZIOS band di hard rock-blues con testi ironico demenziali veramente spassosi e tutti quanti, più o meno sobri, a cantare "Me Has Dicho Boracho". Esilaranti. La chiusura di giornata spetta a un'altra band storica, gli OBUS: quarant'anni on the road e non sentirli, complimenti. E complimenti al carismatico frontman Fortu la cui voce sembra non perdere mai di potenza nonostante il passare degli anni. Un ottimo show con il meglio della loro discografia. Immancabili "La Raya","Te Visitara la Muerte","Va a estallar el obus" e "Vamos muy bien". Per oggi è tutto, soddisfattissimo io così come i 15.000 presenti a questo primo giorno.

Giovedì, come ormai da tradizione consolidata, dopo l'aperitivo di mezzogiorno, si passa alla classica e sempre apprezzata paella in compagnia di amici e colleghi. Vino rosso e ammazzacaffè dopodiché siamo pronti per affrontare i 38 gradi del pomeriggio alicantino. Un brutto colpo venire a sapere che per una serie di scioperi aerei negli Stati Uniti Dee Snider non potrà essere presente nella giornata di venerdì: peccato davvero. Nessun sostituto ma ci sarà un cambio di scenario, dal secondario al main stage, per i BEAST IN BLACK che, effettivamente, faranno il pieno di pubblico dando ragione a chi aveva lamentato la loro presenza sul palco 'piccolo'.

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Robusto e tiratissimo lo show dei LORDS OF BLACK guidati dal virtuoso chitarrista Tony Hernando affiancato dal nuovo cantante Diego Valdez degno sostituto dell'ex Ronnie Romero. Fa molto caldo ma meritavano sicuramente un pubblico molto più numeroso i mitici ROSE TATTO. Vedere sul palco Angry con la sua voce al vetriolo e Mark Evans, storico bassista dei primi ACDC non ha davvero prezzo. Che tiro che hanno questi australiani e che pezzi: "Bad Boy For Love","One Of the Boys", "Rock'n'Roll Outlaw" giusto per rendere l'idea. Anche i nostri LACUNA COIL fanno il loro figurone con Cristina ed Andrea particolarmente coinvolti e sempre molto apprezzati dal pubblico spagnolo.

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Molti i classici del gruppo e gradita sorpresa con la anteprima assoluta dal vivo del brano "Layers Of Time" dal nuovissimo 'Black Anima'. Solito casino e baraonda con gli ALESTORM con l'immancabile papera a fare da sfondo su uno scenario decisamente balneare. Scatenano sempre un crowd surfing sfrenato anche se onestamente non riesco a comprendere il motivo di tanto entusiasmo. Cambio totale di atmosfera con i CRADLE OF FILTH che danno vita ad un ottimo show.

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Suoni perfetti e Dani in forma smagliante. La partenza è da brivido con "Thirteen Autumns and a Widow" e "Cruelty Brought Trhee Orchids" e proseguimento senza cali di tensione pescando da un po' tutto il repertorio. Chiusura trionfale affidata a "Nymphetamine (Fix)". Tocca agli headliner della giornata, i THIN LIZZY. La loro posizione in scaletta non ha messo tutti d'accordo: per molti la formazione di Scott Gorham altro non è che una buona tribute band di ciò che fu la mitica band di Phil Lynott. Comunque sia il concerto ha sì messo tutti d'accordo. Ottimo frontman Ricky Warwick e tostissima la base ritmica dove troviamo Scott Travis dei Judas Priest alla batteria e Troy Sanders (Mastodon) al basso. Show che trasuda feeling: sempre bellissime le immortali,"Jailbreak", "Emerald", "Rosalie", "The Boys Are Back in Town" e "Whiskey in the Jar" con le quali ci salutano. Il finale di giornata è tutto spagnolo con due grandi band, gli AVALANCH che nonostante l'assenza del cantante Isra Ramos (sostituito dal cantante degli Zenobia) illuminano la serata e i TIERRA SANTA che benché siano ormai le tre di notte tengono tutti svegli con le gloriose "Indomable","Sangre de Reyes","La Momia", "Dracula" chiudendo il concerto con il classico "La Cancion del pirata"

Le tradizioni si rispettano, quindi aperitivo, paella e vino tinto anche il venerdì e via ad affrontare la calura. In apertura i CRISIX, thrash metal band spagnola che può tranquillamente competere con i grandi nomi del genere. Sono fenomenali e dal vivo spaccano! Meno brutali ma altrettanto appoggiati dal pubblico gli svedesi AVATAR con il loro look colorato ed il bizzarro Joker Eckerstrom sfrontato e sguaiato cantante, grande trascinatore. Sono piuttosto originali e mantengono viva l'attenzione di tutti. Molto applauditi. Il metal sinfonico dei DELAIN da queste parti piace parecchio e la simpatica ed affascinante Charlotte si conquista una buona fetta di pubblico.

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Ben più robusti e strutturati gli ELUVEITIE: à ormai la loro quarta partecipazione al Leyendas e sempre vengono accolti con grande entusiasmo. Brani dal loro classico repertorio ("The Call of the Mountains", "Inis Mona") e qualcosa anche dal nuovissimo "Ategnatos". Come già accennato Dee Snider è rimasto negli USA e al suo posto sul main stage troviamo una band che in po' dappertutto sta generando molto clamore, i BEAST IN BLACK. Il loro metal 'moderno' piace soprattutto alle nuove generazioni e dalle reazioni entusiaste del pubblico ho idea che faranno un percorso simile a quello dei Sabaton. Molto scenografici e molto abili a muoversi sul palco, con pezzi melodici e suoni pompatissimi: un mix che pare essere molto apprezzato. Repertorio esattamente al 50% tra "From Hell With Love" e "Berserker". Ci avviamo verso il palco secondario dove suonano i PESTILENCE. Riff bestiali ("The Process of Suffocation", "Out of the Body"...) sparati impietosamente dalla chitarra di Patrick Mameli. Palco piccolo ma grande show e pubblico numerosissimo. Belli carichi ci apprestiamo ad assistere allo show degli AIRBOURNE headliner della giornata.

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Solita grinta, solita attitudine grezza e soliti riff (manco sto a ripetere ispirate a quale grande gruppo). Insomma il solito spettacolo trascinante che gli australiani sempre propongono. Non manca il giro nella fossa dei fotografi in groppa al roadie di turno così come la lattina di birra fatta scoppiare sul capoccione. Band dal vivo veramente compatta e travolgente, pezzi da headbanging dall'inizio alla fine: "Girls in Black", "Heartbreaker","Live it Up", "Too Much, Too Young, Too, Fast". Finale con lancio a campanile di innumerevoli bicchieri da litro (di plastica ovviamente) pieni di birra in direzione delle prime file. Per me i migliori. A mezzanotte passata è la volta degli asturiani WARCRY, unico gruppo che ha partecipato a tutte le 14 edizioni del festival e che in Spagna e centro/Sudamerica ha un enorme seguito. Per l'occasione propongono una set list particolare rispolverando pezzi del passato poco suonati dal vivo. Scenografia sempre ben curata, con fuochi, botti ed effetti pirotecnici. "Hoy Gano Yo" chiude la loro esibizione.

Sabato, ultimo giorno di festival e ultimo giorno di tradizione da rispettare: birra, paella, vino rosso. Rispettate anche le temperature: 38/39 gradi. Primo gruppo sono gli spagnoli SARATOGA in giro dai primissimi anni 90. Quartetto dalle grandi doti tecniche che, soprattutto grazie al carisma del bassista Niko Del Hierro e del palestrato singer Tete Novoa, on stage dà sempre vita a show di grande impatto. Sul palco secondario suonano i MIND DRILLER, band locale che proprone un metal industrial molto particolare con testi in spagnolo, inglese e tedesco. Originali e bravi a coinvolgere il pubblico. I METAL CHURCH fanno parte della storia del metal e ce la mettono tutta. Mike Howe non si risparmia e spreme la sua acida voce senza pietà supportato dai massicci riff di Kurdt Vanderhoof, unico membro originale rimasto.

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Non hanno troppo tempo a disposizione ma riescono comunque a inserire in setlist qualcosa dell'ultimo 'Damned if You Do" oltre che le intramontabili "Badlands", "Fake Healer" e "Start The Fire". Maestri. A seguire i GLORYHAMMER, pacchiani e caciaroni: hanno solo tre dischi alle spalle ma dal vivo sono già parecchio scafati e con il loro power epic fantasy conquistano il pubblico di Villena. Cori, corna al cielo e delirio collettivo durante la conclusiva galoppante "The Unicorn Invasion Of Dundee". Si passa ad un'altra band che ha a che fare con i martelli ma in maniera decisamente più convincente, HAMMERFALL. Nonostante gli alti e bassi di molti ultimi lavori, dal vivo sono sempre potenti e hanno talmente tanti classici in repertorio che ogni show è un successone.

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Scenario spettacolare, epico e coloratissimo dominato dal guerriero alato. Ci stanno anche un paio di pezzi dal nuovo 'Dominion' ("We Make Sweden Rock" e "One Against The World") ma sono naturalmente le più datate "Let the Hammer fall","Templars of steel" e "Hearts on fire" a scatenare la platea. Nel frattempo nello scenario secondario dedicato a Mark Reale riusciamo ad assistere, purtroppo non per intero a due show molto interessanti: BADANA, altro gruppo storico spagnolo nato negli anni 80 e le brasiliane NERVOSA. I primi decisamente più rock oriented e apprezzati particolarmente da un pubblico più 'maturo', le seconde, trascinate dalla frontwoman Fernanda (basso e voce) decisamente più aggressive fautrici di un thrash davvero prepotente. Non male gli APOCALYPTICA anche se un intero concerto con solo tre violoncelli può risultare un po' indigesto. Show incentrato quasi esclusivamente su cover dei Metallica "Enter Sandman","Master of Puppets", con qualche divagazione tra Sepultura "Chaos A.D" e ACDC "Thunderstruck". Eccoci al momento topico del festival, l'headliner più atteso e che, effettivamente, sarà quello che raggrupperà il maggior numero di pubblico, AVANTASIA.

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La scenografia è un po' ridotta rispetto a quella del precedente tour, con solo due pedane sopraelevate e un grande telone rappresentante Moonglow. L'inizio del concerto è penalizzato da problemi di volumi che fanno innervosire non poco Tobias Sammet. Risolto il problema il supergruppo dà il meglio di sé regalando due ore di spettacolo ad altissimo livello. Tutti gli ospiti, Jorn, Eric Martin, Bob Catley, Adrienne Cowan, Ina Morgan...sono in ottima forma con menzione particolare nei confronti di Geoff Tate, in serata di grazia. Peccato solo per l'assenza di Ronnie Atkins. Tutti insieme nel finale sulle note del medley "Sign Of The Cross/The Seven Angels". Ottimo show, Sammet non delude mai. Atmosfera decisamente meno gioiosa ma altrettanto coinvolgente anche se in tutt'altro modo, quella creata dai DEICIDE di Glenn Benton. Pesanti, duri, oscuri devastano con pezzi rasserenanti come "Dead by Dawn","Dead but Dreaming"e "Kill the Christian". Siamo quasi in dirittura di arrivo e nonostante siano già quasi le due di notte siamo in tantissimi a voler assistere allo show dei mitici argentini RATA BLANCA. Erano attesissimi e le aspettative altissime. Purtroppo però non tutto è andato bene. Non che non sia stato un buon concerto ma intoppi legati a suoni e volumi ce ne sono stati davvero parecchi. E soprattutto, con la nutrita discografia del gruppo in molti non abbiamo apprezzato l'eccessiva abbondanza di medley e cover di pezzi di Deep Purple, Metallica, Guns and Roses, Van Halen, ACDC che ha tolto spazio al materiale originale. Ultima tradizione da rispettare (questa volta non di natura gastronomica) la chiusura del festival per opera dei LUJURIA veri padrini del festival che con i loro cavalli da battaglia "No Soy Carne de Cañón ", "Sin Parar de Pecar" e "Corazon de Heavy Metal" ci danno la buonanotte. In effetti sono le quattro del mattino, forse è proprio ora di andare a dormire, disintegrati ma felici come bimbi! Ci vediamo l'anno prossimo Leyendas del Rock, per festeggiare il quindicesimo anniversario!

Testo e foto: JOSE SANCHEZ RICO
Articolo a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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