Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:35 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. SIMSALABIM
  2. BUGS
  3. MAKE IT HAPPEN
  4. CHANGE IT
  5. MY VOTE IS BLANK
  6. TREE OF NO HOPE
  7. PROUD OF BEING COOL
  8. TIME-LAPS
  9. THE BIG SICK MACHINE
  10. RUN, RUN, RUN

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

E così Spice ha deciso di abbandonare i lanciatissimi Spiritual Beggars e di proseguire la sua carriera con i Mushroom River, decisione anticonformista ma assolutamente rispettabile. Quello che pareva essere soltanto un progetto parallelo basato sul divertimento con un clan di amici è diventato occupazione principale per il barbuto cantante con la pubblicazione di questo secondo lavoro. Il precedente “Music for the world beyond” risentiva in modo pesante dell’influenza del gruppo di Amott, basato com’era su sonorità settantiane hard rock rivestite da una patina di moderno stoner, ed aveva ottenuto tiepidi consensi ma non entusiasmi. Memori di ciò i Mushroom hanno apportato profonde modifiche al loro stile, puntando decisamente su un sound metal riferito ai primi anni ottanta. I riffs si sono inspessiti ed accellerati, i toni della voce si sono fatti più duri ed aspri, i brani sono passati ad energici up-tempo che non mostrano rallentamenti né cedimenti alla loro ruvidezza richiamando alla mente gli immancabili Motorhead, altra icona rock parecchio sfruttata negli ultimi tempi dopo quella dei Black Sabbath.
Risulta chiaro che in quest’album non vi sono cadute di tensione, perché “tira” il giusto dall’inizio alla fine, ma nemmeno vette di particolare rilevanza siccome i brani sono uniformi ed omogenei tra loro. “Make it happen” e “Tree of no hope” sono forse gli esempi migliori di questa rocciosa urgenza che percorre l’intero cd, velocità e potenza heavy’n’roll semplice ed immediata che scorre via come un fiume in piena. Le cose migliori comunque ci vengono riservate alla fine, sia “The big sick machine” che l’esplicita “Run, run, run” sono cavalcate sull’onda di un heavy metal degli albori di forte colorazione britannica, senza citare sempre i grossi calibri facciamo degli Atomkraft più sbronzi e stonati giusto per rendere l’idea dell’impatto schiacciasassi unito a fraseggi armonici interessanti.
Una curiosità, la ghost-track è soltanto la registrazione di un tipo che russa (Spice?) e null’altro. Ora, io sono un tipo spiritoso ma fatico a capire le goliardate da sagra paesana, mettere una cosa inutile che nessuno ascolterà equivale a non mettere niente, ed è quello che andava fatto. A parte queste minuzie “Simsalabim” non è del tutto convincente, la sua formula semplice e pulsante risulta ottima ma manca di quelle tracce particolari, inconfondibili, di spazi più ariosi ed avvincenti, che farebbero decollare il lavoro. Ritengo sia gustoso per chi ama gli intrecci metal-stoner (Mannhai, Roachpowder, Terrafirma, ecc.) senza tante complicazioni, ma da un tipo come Spice è doveroso attendersi un prodotto di livello ancora superiore. Vedremo la prossima volta.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.