Decipher - Arcane Paths To Resurrection

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:36 min.
Etichetta:Transcending Obscurity Records

Tracklist

  1. CHANTS OF THE UNHOLY
  2. LOST IN OBSCURITY
  3. ARCANE PATHS
  4. ENSLAVED TO BE
  5. ALTAR OF THE VOID
  6. PENANCE
  7. SANCTUM REGNUM

Line up

  • N.C.: drums
  • K.G.: guitars, bass, vocals, lyrics
  • M.L.: vocals, lyrics

Voto medio utenti

I Decipher sono greci, suonano black / death metal e con "Arcane Paths To Resurrection" sono al loro esordio discografico, che giunge a sei anni dalla nascita del gruppo.
Appena premuto il tasto play, si entra subito in sintonia con un suono malvagio, potente, oscuro e, soprattutto, votato alla distruzione, matematica, di ogni cosa: il gruppo di Atene non ci propone il classico "greek sound", ma si fa portavoce di una musica estrema dal taglio moderno, ottimamente suonata e prodotta, che sa bilanciare in modo intelligente le partiture più intransigenti con quelle più cadenzate all'interno delle quali, a volte sorprendentemente, i Decipher danno sfogo alla loro vena più epica e magniloquente che completa un quadro espressivo, come già ricordato, assolutamente avvolto nel buio più impenetrabile.

"Arcane Paths To Resurrection", al di là dei fini ragionamenti, resta un album belligerante, capace di trarre ispirazione da più fronti (Tsjuder, ultimi Satyricon, Aosoth, Mgla, sono solo alcuni nomi che mi sono venuti in mente) e fortemente legato ad una visione ortodossa del suono black metal che non disdegna, come ricordavo all'inizio, valide incursioni all'interno del death, così come non rinuncia alla atmosfera, sulfurea e religiosa, capace di "smorzare" la furia devastante delle chitarre e di una sezione ritmica che procede, bieca, in una sola direzione, quella dell'abisso.
Nella sostanza, i Decipher, seppur non possano contare sul bollino della originalità, ci deliziano con sette canzoni lugubri, possenti, mortali e foriere dell'umana distruzione, fine ultimo di un album come "Arcane Paths To Resurrection", un album, cioè, che, pur con la sua melodia, non fa e non vuole fare prigionieri.

Caos sonoro di cui godere alla faccia dei pagliacci.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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