Copertina 8

Info

Anno di uscita:2022
Durata:64 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. HAUNTED
  2. HALL OF ECHOES
  3. LET IT BURN
  4. SILENCED
  5. THE DOMINO EFFECT
  6. COMPLEX
  7. KING OF NOTHING
  8. LOST ALONG THE WAY
  9. RUN
  10. DEFENCE CONDITION

Line up

  • Karl Groom: guitars (lead)
  • Richard West: keyboards
  • Glynn Morgan: vocals, guitars (live)
  • Johanne James: drums
  • Steve Anderson: bass

Voto medio utenti

La classe non è acqua.

Su questo assunto potrei iniziare e chiudere una recensione che, come si dice in gergo, si scrive da sola.
I Threshold sono una di quelle realtà osannate nel panorama prog metal, ma che mai sono riuscite a raccogliere i grandi consensi spettanti a loro colleghi più blasonaDTi. Loro, però, come i Fates Warning, hanno mantenuto una qualità media invidiabile, cambiando talvolta qualche nome in line-up ma senza mai smarrire l’essenza stessa del combo, coerenti dal primo all’ultimo disco. E nonostante sia arcinoto il mio amore viscerale per Damian Wilson, devo ammettere che il ritorno di Glynn Morgan abbia permesso a Karl Groom e soci di ritrovare una vena più metal, forse meno arzigogolata, e sicuramente più adatta al nuovo mercato. Detto tutto questo, vi posso tranquillamente dire che “Dividing Lines” è una bomba.

La classe e la maestria degli inglesi qui si infarcisce di muscoli, e sin da “Haunted”, sfoggia una pienezza compositiva sorprendente, laddove le songs sono cariche, riffose quanto basta, ma soprattutto ben scritte. Ed è una dote sempre più rara, quella di riuscire a trovare canzoni che funzionino al netto degli arrangiamenti (step creativo che ormai ‘ruba’ la maggior parte delle energie di ogni band). È bene ribadirlo, non sono gli arrangiamenti a fare una bella canzone, come non sono i vestiti a fare una bella donna. Aiutano, sì, evidenziano o nascondono, ma la bellezza non è nell’abito. E qui a ‘fare il monaco’ ci pensano pezzi ben scritti, con dei ritornelli che restano facilmente (“Let it Burn”, “King of Nothing”), anche quando i brani si allungano (“The Domino Effect”) e la band più indulgere un po’ di più nel suo DNA progressivo, che c’è sempre (ed è bene ribadirlo), ma che viene dosato con un gusto e un’intelligenza rara.

Insomma, ancora una volta i Threshold dimostrano di meritare ben più di quanto abbiano raccolto finora. Questo ennesimo gran bel disco, “Dividing Lines”, non fa che confermare come la band sia in salute, in piena fase creativa e con una coerenza sonora (non mi stancherò di ripeterlo) davvero strabiliante. Avercene, di dischi così.




Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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