Copertina 8

Info

Anno di uscita:2022
Durata:53 min.
Etichetta:Roadrunner

Tracklist

  1. ADDERALL
  2. THE DYING SONG (TIME TO SING)
  3. THE CHAPELTOWN RAG
  4. YEN
  5. HIVEMIND
  6. WARRANTY
  7. MEDICINE FOR THE DEAD
  8. ACIDIC
  9. HEIRLOOM
  10. H377
  11. DE SADE
  12. FINALE

Line up

  • Corey Taylor: lead vocals
  • Mick Thomson: guitars
  • Jim Root: guitars
  • Shawn "Clown" Crahan: – custom percussion
  • Sid Wilson: turntables, keyboards
  • Craig "133": samples, media, keyboards,
  • Michael Pfaff: custom percussion and backing vocals
  • Alessandro Venturella: bass, piano
  • Jay Weinberg: drums, percussion

Voto medio utenti

La gestazione del nuovo album degli Slipknot, secondo le parole di Jim Root, è frutto di una sorta di assemblaggio di parti su parti senza una vera e propria produzione a cura di Joe Barresi.
Se questo sia vero o meno non ci è dato sapere, il fatto sta che appena parte la prima canzone di “The End, So Far” - ("Adderall") - sembra di ascoltare un disco dei Radiohead. Che succede ad una delle più feroci e devastanti band di Metal degli ultimi decenni?
Niente paura, già dalla seconda traccia "The Dying Song (Time To Sing)" rispuntano le ritmiche sincopate e nervose dei nove dell'Iowa, è dai tempi di “All Hope Is Gone” che non si sentivano composizioni così ispirate, grazie anche a un Corey Taylor dall'ugola intatta, capace di passare con estrema disinvoltura dai brani melodici ai brani più tirati e malvagi come "The Chapeltown Rag".
Campionature, stacchi e reprise, effetti, tutto l'arsenale dei nove mascherati è qui in gran spolvero, "Yen" inizia con delle vocals quasi sussurrate per poi prendere ritmo anche se risulta forse un pò troppo ripetitiva nel chorus, molto più efficace la tirata, fredda, quasi industrial, "Hive Mind" , mentre più lineare risulta "Warranty" con un gran lavoro chitarristico e cori "ohohoh" sul finale, "Medicine For The Dead" è una bella power-ballad che ci offre una chitarra arpeggiata, effetti quasi horror, vocals pulite che si sovrappongono a quelle aggressive, "Acidic" è disperata col suo incedere lento ed ossessivo con le chitarre che fischiano.
Nonostante la musica nu-metal/grunge degli Slipknot non sia tra le più accessibili ad un primo ascolto, con "Heirloom" si tocca la "commercialità" efficace di una Psychosocial", con tanto di solo di chitarra - cosa più unica che rara per la band -, "H377" trasuda malvagità e perversione fin dall'intro per poi dirompere nell'ennesimo ritmo convulso nel quale i Nostri sono maestri ma questa volta con un chorus efficace e coinvolgente, quasi doom.
Chiudono "De Sade" e "Finale", più tranquilla e perversa la prima con una bella melodia di fondo e un bel lavoro chitarristico soprattutto sul finale, più adatta a chiudere il lavoro la seconda vero e proprio epitaffio a sigillare un disco assolutamente ben scritto e suonato.

Insomma, cambiano - anche se in parte - le maschere dei nostri eroi ma per fortuna non cambia la loro proposta musicale, cibernetica, malvagia ed efficace come nei tempi migliori.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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