Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:42 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. DANCE LIKE A PINK FLAMINGO
  2. ALL DRINKS ON ME
  3. FLAMONGOUS
  4. TWENTY MILES AN HOUR
  5. THE FLAMINGORILLA
  6. FLAMINGO LIBRE
  7. PIñA COLADA
  8. RULE THE COUNTRY
  9. THE WAY YOU EARN YOUR DRINKS
  10. OVERLORDS HAVE FEELINGS
  11. BOB VENKE

Line up

  • Mr Seidel: guitars
  • Trollmannen: vocals
  • Drekka Dag; saxophone
  • Lodd Bolt: bass
  • Fjernkontrollet: accordion, synth
  • Bjørn Dugstad Rønnow: drums
  • Fabio Grimdrap: guitars
  • Trollbank: bouzouki

Voto medio utenti

I Trollfest, sono proprio dei gran burloni, questa formazione scandinava deve trovare sempre ogni motivazione per sfornare dischi nonsense ed esilaranti sul filo del folk/metal.
Adesso il nuovo obbiettivo dei nostri sono i fenicotteri, già avete capito bene, perché secondo la scombiccherata tesi dei norvegesi, questi uccelli che placidamente stanno inzuppati nelle acque, in verità tramano piani di conquista.
Ecco, qualcuno potrebbe obbiettare che l’alcool trangugiato finora adesso mostri i suoi effetti; sulla musica non si scherza perché il gruppo è preparato e serio ma non vuole prendersi sul serio.
Il disco viene aperto da “Dancing like pink flamingo” dove il folk metal viene mixato con incursioni estreme e un chorus che è cantabilissimo.
Il tiro di “All drinks on me” è di quelli ad alto tasso alcoolico; qui si va sullo stile tradizionale con un ritmo saltellante e un’interpretazione vocale quantomeno istrionica e con l’ospitata di Jonne Järvelä dei compari finnici Korpiklaani e della violinista Ingvild "Tante Pãthë" Strønen; ah tanto per dare prova della voglio dei nostri di uscire dal seminato qui abbiamo anche delle chitarre slide country e dello jodel!
Flamongous” è un pezzo che ti costringe a muoverti a tempo; brano in levare che vede il sax fare capolino con un chorus che dopo due secondi ti entra in testa; ci sono effetti da videogame qui che rendono ancora più assurdo il mix per non parlare delle scorribande in blast beats.
Rendetevi conto che questi personaggi voglio prendersi gioco persino dei sempliciotti hit estivi latinoamericani sbeffeggiando gli idoletti reggaeton che furoreggiano pure da noi con una versione molto heavy e veloce come in
"Piña Colada".
E per chiudere il tutto l’assurda “Bob Venke” zeppa di effetti sonori e ritmi abbastanza surreali; mid tempo doom finto cupo con un piano e violino che mettono alla berlina certe atmosfere tipiche del genere con anche sfuriate condite da cori epici.
In definitiva questi ragazzi o si amano o si odiano, non ci sono mezze misure, sono adatti per passare in leggerezza un momento ma senza esagerare; consigliati a chi vuole farsi due risate con gran gusto.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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