Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:38 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. SKINWALKER DEATHCALL
  2. THROUGH PAIN
  3. UNDER SOMBER WHITE SKIES PT.1
  4. UNDER SOMBER WHITE SKIES PT.2
  5. HOCKOMOCK SWAMP
  6. PLACE WHERE SPIRITS DWELL
  7. SPEAKING WITH GHOSTS
  8. MOONSTRIDER
  9. DOWNFALL

Line up

  • Pat “Hellion” Dillon: vocals, guitars
  • Matt Severance: bass
  • Derrick Manning: drums
  • Charles Woodruff: keyboards

Voto medio utenti

Mentre stavo ascoltando quest’album non ho potuto fare a meno di pensare ai Dark Tranquillity e al loro ultimo ‘Moment’ … é vero che il gruppo di Gotheborg é in giro dal 1991 e che ha praticamente inventato un genere, senza per questo « fermarsi » mai a specchiarsi nelle sue (immense) qualità e composizioni, ma cercando sempre di fare un passo in avanti ad ogni uscita, ma è anche vero che l'aumento della propria professionalità ha portato una certa perdita di spontaneità e alla fine, almeno secondo me, hanno pagato questo fatto con una generale perdita d'interesse nel confronto delle loro uscite… e cosi' é forse tutto nella frizzante ed entusiasta freschezza che tracima da quest’album, la mia ‘ammirazione’ per questo ‘Morbid Curiosity’ … spontaneità, capacità di far fluire le idee senza interruzione, senza pensare, ma lasciandosi ispirare e guidare solo dall'istinto e dalla voglia di divertirsi… Nascono cosi’ 9 pezzi veloci, terremotanti, melodici e in your face che non potranno non fare la felicità degli estimatori dei primi DT, dei primi Children Of Bodom , dei sempre troppo sottovalutati Kalmah e ovviamente del sano e genuino heavy metal… La recensione potrebbe pure chiudersi qui, non fosse che ritengo giusto sottolineare come i 4 ragazzi americani abbiano dalla loro un’ottima tecnica strumentale e un buonissimo gusto melodico che fa si che tutti i pezzi siano marchiati indelebilmente da riffs assassini, veloci, taglienti e memorizzabili ( ‘Skinwalker Deathcall’ su tutti) , oltre che da un continuo duello tra chitarra e tastiera ( ‘Under Sombre White Skies PT II’ ) che si sfidano a colpi di solos come non si sentiva da tempo .. L’inizio di ‘Hockomock Swamp’ mi ha riportato poi ai tempi (d’oro ?) degli In Flames di ‘Whoracle’ per essere poi essere trascinato via da un altro solo fantastico per velocità d’esecuzione e scelta melodica. La descrizione potrebbe andare avanti in un tedioso ‘track by track’ ma la sostanza dell’album sarebbe (per fortuna) sempre la stessa … Non possiamo sapere se quest’album avrà un seguito e se anche gli Screams Of Hockomock cederanno alla tentazione dell’eccessiva melodia, piuttosto che del cantato pulito (qui per fortuna non ce n’é nemmeno l’ombra) , ma quello che è sicuro è che finché ci sarà gente cosi’ abile, motivata e competente , il mondo del metal può’ stare più che tranquillo … Back to golden times !

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