Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:43 min.
Etichetta:Fastball Music

Tracklist

  1. NOT AN ETERNAL DAY
  2. FIND A SHELTER
  3. THE LETTER
  4. CHRYSALIS
  5. FEEL THE RIGHT HAND
  6. PAY NO MIND
  7. BITTERSWEET LULLABY
  8. NOTHING IS LEFT
  9. SLEEPING SATELLITE

Line up

  • Céline Bart: vocals
  • Stéphane Vroidevaux: guitar
  • Alan Montanari: drums
  • David Pauli: bass

Voto medio utenti

Sono svizzeri e con quest’albo d’esordio cercano d’inserirsi in quel filone di “metal alternativo” che ha fatto le fortune di gente come Skunk Anansie, Guano Apes ed Evanescence.
Un’impresa di certo non facile, ma diciamo che grazie alla bella voce di Céline Bart e a composizioni (quasi) sempre abbastanza ben congeniate, grintose e accattivanti, gli Exess finiscono di diritto tra le band da tenere d’occhio nell’ottica di una potenziale affermazione su larga scala.
Gli ingredienti per emergere, in “Deus ex machina”, ci sono praticamente tutti: buona tecnica, discreta intensità interpretativa e una certa abilità nel miscelare languori e aggressività, e sebbene il successo di un gruppo sia spesso legato alla sfera dell’imponderabile, sono convinto che gli elvetici siano sulla strada giusta e che con un ulteriore passo nella varietà espressiva e nell’affrancamento dai numi tutelari potrebbero ottenere risultati piuttosto soddisfacenti dal punto di vista artistico.
In realtà, forse quello che manca davvero è una canzone con le caratteristiche del classico hit, un pezzo che in qualche modo si avvicini alla fulminea istantaneità di “Sleeping satellite” di Tasmin Archer, qui coverizzato con discreta perizia, ma di certo non sufficiente a trainare in maniera significativa l’intero programma.
Ciò detto, “Not an eternal day” e "Pay no mind” piacciono per il groove poderoso e avvolgente, “Find a shelter” per la melodia incalzante e decadente, “The letter” e "Bittersweet lullaby” per la tensione emotiva profusa, mentre meno convincenti appaiono le incursioni gotiche di "Feel the right hand” e "Nothing is left”, in cui fa capolino un growl maschile abbastanza sterile e superfluo.
Non rimane che augurare un sincero in bocca al lupo agli Exess, auspicando fin dal prossimo capitolo discografico il consolidamento delle qualità espresse in un crogiolo sonoro più maturo e pienamente coinvolgente.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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