Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:34 min.
Etichetta:Eisenwald

Tracklist

  1. TERE MUUR
  2. NASLEEP
  3. EEUWIGE RAM
  4. VLEK
  5. MAANRUïNE

Line up

  • Mink Koops: Guitars, Drums, Bass, Piano, Tambourine, Timpani
  • Bob Mollema: Vocals

Voto medio utenti

Gli olandesi Fluisteraars, giunti col presente "Bloem" al loro terzo full-length, hanno il merito di proporre un black metal piuttosto particolare e riconoscibile. I nostri, infatti, interpretano la materia con la quale hanno a che fare privilegiando un approccio sognante e contemplativo, spesso evocando paesaggi rurali, più che concentrarsi sull'evocazione di chissà quali entità provenienti dall'oscurità e dagli abissi. Questo non significa certo che i Fluisteraars si accontentino di disegnare paesaggi onirici e perduti nel tempo (cosa che peraltro sanno fare con una sensibilità nient'affatto banale): la band è infatti perfettamente in grado di darci saggio delle proprie qualità migliori anche nelle accelerazioni più brucianti, in cui i riff più propriamente black divengono protagonisti riuscendo a stamparsi in testa molto presto, garantendo all'ascoltatore un livello d'attenzione davvero molto alto per tutta la durata - abbastanza breve - di "Bloem".
Ma non di solo tremolo vive l'uomo ed ecco che gli olandesi dimostrano tutta la loro personalità e singolarità nelle sezioni più evocative in cui, su letto di chitarroni sporchi e solforosi, si innestano in modo sorprendentemente perfetto ed accattivante strumenti "eterodossi" come trombe, archi e timpani.
Gli arrangiamenti, semplici ma ottimamente congegnati, permettono all'ascoltatore di avvertire quella sensazione di nostalgia sicuramente apportata dalle sezioni più classicamente black metal ma anche dall'integrazione di queste con quelle dove altri strumenti - come i già citati archi o le trombe - divengono altrettanto protagonisti delle chitarre. Il mood qui generato non apre ad alcuna trascendenza, non c'è alcuna ulteriorità metafisica emergente dal racconto dei Fluisteraars. Ciò che viene evocato è infatti sempre terreno, "concreto": un ricordo, una tradizione perduta, una forma di vita tanto materiale quanto la nostra presente ma ormai abbandonata all'amarezza della rimemorazione, alla consapevolezza della perdita. Sotto questo profilo il disco si rivela davvero formidabile e potente: nonostante si tratti incontrovertibilmente di black metal - per quanto i riferimenti apportati dalla band siano ricchi e vari - l'impressione che si ha è quella di trovarsi di fronte a qualcosa di luminoso ma che nondimeno inquieta, instilla quella ricerca nella memoria di tempi andati, forse nemmeno vissuti. L'oscurità, il nero, il black metal è per i Fluisteraars qualcosa di molto personale e specifico che più che avere a che fare con il male e la tenebra va a designare l'opacità del ricordo che caratterizza il sentimento di perdita che attanaglia senza possibilità di scampo il genere umano.
Recensione a cura di Giacomo Babuin

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