Copertina 7

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2020
Durata:38 min.
Etichetta:Revalve Records

Tracklist

  1. KILLJOY
  2. RAVING LANE
  3. SAINT HYPATIA
  4. THE ART OF SILENCE
  5. LIFE IS THE CAUSE
  6. I'M YOURS

Line up

  • Barbara Fabris: keyboards
  • Tommaso Corvaja: keyboards, keytar, vocals
  • Paolo Depa: vocals
  • Alessandro Zappalorto: bass
  • Marco Melillo: guitars
  • Dario Gozzi: percussion, drums

Voto medio utenti

Nati nel 2008 nei pressi di Firenze, gli Ion of Chios arrivano solo adesso al loro debutto discografico. I motivi sono molteplici, non ultima la particolare circostanza compositiva in cui si trovano a nascere i brani della band. Come infatti evinciamo dalle nutrite liner notes del cantante/writer Paolo Depa, la stesura di un brano è per lui/loro un percorso arzigogolato, che parte dalla musica ma che necessita di tempo, approfondimento e naturale indagine per fiorire completamente. E di musica arzigogolata, per l'appunto, si parla in questo "_reHUManize_", e già dal titolo fioccano i giochi di parole e i calembour, presenti praticamente ovunque nei (curatissimi) testi delle songs. Di base, ci troviamo di fronte ad un prog rock moderno e contaminato, che non disdegna accelerazioni in campo metal, ma che non si preclude nessun sentiero stilistico, se lo strumento o la variazione possono giovare alla vita del tal brano. Concetto dimostrato sin dall'iniziale "Killjoy" (video in fondo), che è un pò l'epitome dell'intero album. Ma ogni pezzo avrà la stessa interessante 'intricatezza', mostrando alchimie sonore non scontate, che preferiscono seguire il filo della narrazione piuttosto che appiattirsi sui cliché di genere. E' vero, in questo modo il prodotto può risultare difficilmente fruibile dalla massa, ma sinceramente non credo sia la 'massa' l'obiettivo principale degli IoC.

I brani interessanti non mancano, e penso soprattutto alla lunga e cinematografica "Saint Hypatia", alla solare e conclusiva "I'm Yours" o alla mia preferita, "The Art of Silence", che fa sfoggio di tutti i 'materiali' artistici citati in precedenza. Ad onor del vero, la voce di Paolo non è da includere nel novero delle ugole d'oro, ma ancora una volta, non credo sia quello il suo scopo, quanto piuttosto veicolare il messaggio sonoro, diventando strumento tra gli strumenti.

La produzione è discreta e la proposta è molto particolare, per cui consiglierei un ascolto preventivo; "_reHUManize_" rimane un prodotto interessante, di nicchia ma da scoprire.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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