Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:63 min.
Etichetta:AOR Heaven

Tracklist

  1. CHURCH OF A RESTLESS SOUL
  2. LIVING ON THE RUN
  3. IN & OUT OF LOVE
  4. THE MIGHTY FALL
  5. ELECTRIC
  6. I BELIEVE IN ANGELS
  7. KILLING ME TO LOVE YOU
  8. NEVER WANTED LOVE
  9. ONE GOOD REASON
  10. SACRIFICE
  11. SHATTERED DREAMS
  12. EVIL WOMAN
  13. HEAVEN IS FALLING

Line up

  • Tony Mitchell: vocals, guitars, keyboards
  • Paul Hume: guitars
  • Tim Manford: guitars
  • Shawn Charvette: keyboards
  • Neil Ogden: drums
  • Nigel Bailey: bass
  • Josh Tabbie Williams: bass
  • Rogue Gallery Rock Choir: backing vocals
  • Danny Vaughn: vocals on “The Mighty Fall”

Voto medio utenti

A Tony Mitchell non piace fossilizzarsi in un unico stile. Lo conferma il suo ricco curriculum di cantante e compositore (Kiss Of The Gypsy, Rick Wakeman, Alice Cooper, Jon Anderson, Alan Parsons Project, Dirty White Boyz, …) e il contenuto di questo suo nuovo albo solista, licenziato dalla AOR Heaven.
Church of a restless soul” è, infatti, un lungo (forse un po’ troppo …) ed eterogeneo (forse un po’ troppo …) excursus tra le pieghe dei suoni hard n’ heavy, a cui la voce duttile e comunicativa del nostro si concede con uguale perizia e disinvoltura.
Nel programma troverete affiancati influssi gospel (nella title-track), arena-rock (la festaiola “In & out of love“), cromature metalliche (“Killing me to love you”, “One good reason”, “Shattered dreams” e l’esotico epilogo “Heaven is falling”), ballate malinconiche (“I believe in angels”, dedicata alla compianta nipote Corrine, “Sacrifice”), AOR (“Living on the run”, tra Bon Jovi e Bryan Adams, la cantautorale “The mighty fall”, con Danny Vaughn dei Tyketto, “Never wanted love”) e pure sonorità più “attualizzate” (“Electric”, “Evil woman”), ma il tutto, pur piacevole e mai molesto non supera il confine di una superficiale efficacia, lasciando poche tracce di sé nella mia ormai veramente ottenebrata e congestionata memoria di rockofilo.
Come spesso accade di questi tempi, non manca un illustre parterre di ospiti (oltre a Vaughn, Tim Manford, Neil Ogden, Paul Hume, Nigel Bailey, Shawn Charvette e Josh Tabbie Williams) a sostenere l’impresa e tuttavia nemmeno la loro presenza riesce a rendere più adescante un disco da consigliare soprattutto ai fans più accaniti del nostro e a chi, insaziabile divoratore di musica, non disprezza i calderoni piuttosto compositi e variegati.
La mia impressione è che con i mezzi espressivi in suo possesso, Tony Mitchell potrebbe fare molto di più se solo rendesse leggermente più focalizzata la sua proposta artistica … a voi decidere se la tanta “carne al fuoco” di “Church of a restless soul” può soddisfare il vostro palato.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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