Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:37 min.
Etichetta:Auric Records

Tracklist

  1. ESSE
  2. AUDERE
  3. SCIRE
  4. MORS

Line up

  • B.G.: guitars
  • C.G.: vocals
  • R.M.: bass
  • C.V.: drums

Voto medio utenti

Secondo full a distanza di due anni per questi catanesi, ma c’è una novità rispetto al passato.
Qualcuno storcerà il naso di trovare in questo nuovo lavoro “solamente” quattro tracce, ma credetemi, in mezzo a pile di dischi che sono piene di riempitivi inutili, l’essenzialità in certi casi è meglio.
La novità in questione è che il gruppo siciliano ha abbondato di soluzioni doom metal rendendo il lavoro pregno di oscurità, oppressione e quindi dando un valore aggiunto alla propria proposta.
L’opener “Esse”, parte in quarta con drumming tellurico, marcia black metal con chitarre a zanzarina e un vocione cavernoso.
Lo screaming rabbioso salta fuori d’impatto con la sfuriata per poi ecco il rallentamento catacombale, possente con le due voci che s’intersecano; le chitarre passano da una rete fitta di distorsione ad arpeggi drammatici con interventi vocali strazianti e ricchi di pathos.
Audere”, ti fa stramazzare al suolo in senso buono con un piglio rabbioso, pieno d’ira; lo screaming è urlato, straziante con una selva di colpi di batteria e il basso sugli scudi, le chitarre hanno linee melodiche in sottofondo.
I cambi di tempo sono fluidi, il tutto poi tace con una parte arpeggiata di chitarra e piatti, l’atmosfera oscura qui è palpabile per poi colpire di nuovo; grande lavoro melodico della chitarra nell’arpeggio finale.
Scire” parte con rullate potenti per poi ecco arrivare il marcissimo e maligno riff black metal in tremolo; lo screaming è messo dietro agli strumenti e la malignità oscura è presente in dosi massicce.
Grande lavoro ritmico della formazione che dona fluidità al brano, il rallentamento doom soffocante e mortifero è parte integrante del suono dei nostri con la parte vocale che si fa urlo doloroso, il brano riprende poi a pestare senza pietà alcuna rallentando nel finale.
La conclusiva “Mors” chiude il lavoro con un’apertura in blast beats di matrice black scandinava con il singer sempre dietro gli strumenti; anche in questo brano il doom fa capolino con un pathos oscuro e dominante.
Questo dualismo tra sfuriate e repentini rallentamenti rendono il brano vario e malsano, la malignità qui si tocca con mano.
Un secondo album che nonostante il numero esiguo dei brani è ricco di atmosfere oscure, maligne che donano ancora di più una luce inquietante al tutto; un cocktail velenoso che non smetterà mai di far marcire la vostra anima, da avere!

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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