Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:45 min.
Etichetta:Heavy Psych Sounds

Tracklist

  1. DIG
  2. ATLAS ELECTRA
  3. DEAD SOUL SCROLL
  4. AWAKE
  5. GROOVY
  6. DROWNING ON EMPTY
  7. SLIDE MOUNTAIN
  8. BLACK OWL

Line up

  • Pat Harrington: vocals, guitar
  • Richie Touseull: bass
  • Steve Markota: drums

Voto medio utenti

La band creata e guidata da Pat Harrington agisce nell'underground rock da una decina d'anni, tra svolte stilistiche e frequenti cambi di line-up. Ricordiamo infatti l'album d'esordio "Electrically recorded handmade heavy blues" (2013) che omaggiava le radici bluesy viste in un'ottica quasi deep-southern, così come con maggiori colorazioni nei seguenti "Gage" (2014) e "Geezer" (2016), mentre con "Psychoriffadelia" (2017) si aprivano gli orizzonti verso sperimentazioni psichedeliche e jammistiche sul genere di Earthless e Wo Fat. Tutto senza mai rinunciare ad una matrice tradizionale di songwriting, di strutturazione dei brani, che è un pò la caratteristica distintiva della formazione di Kingstone, NY.
Questo quinto lavoro, il primo per la nostra Heavy Psych Sounds, ci presenta altre novità. Consolidato il trio con il bassista Richie Touseull ed il drummer Steve Markota, grazie ad una frenetica attività live negli scorsi anni, il nostro Pat decide di realizzare un disco che definirei "heavy-stoner-desert-blues", a metà strada tra Brant Bjork e Mos Generator, tanto per citare due nomi che vengono subito in mente ascoltando gli otto brani presenti.
Prendiamo ad esempio il tiro rock sostenuto e grintoso della title-track, che profuma di ottani ed highways americane, e ci troviamo immediatamente trasportati nel contesto della generazione di rockers più recente che annovera, oltre alla già citata band di Tony Reed, nomi come Sasquatch, Gozu, Turn Me on Dead Man, Red Stone Chapel e tanti altri. Brani dalla struttura semplice ed immediata come "Dig" o la narcotica e lunare "Dead soul scroll" sembrano invece provenire dalle sabbie californiane e da Joshua Tree, con quel caldo groove e l'andamento pigro caratteristico del desert-rock di matrice inconfondibilmente Bjork-iana. Ma i Geezer riescono ad infilarci una pennellata di personalità, con la tonalità profonda e vissuta di Harrington e le sue svisate chitarristiche pungenti, con una buona propensione melodica ed un'atmosfera liquida ed ariosa.
Rock essenziale, turgido ed insinuante, screziato da leggere vibrazioni psichedeliche, vedi "Atlas electra", che ricorda i primi QotSA o nomi più recenti come Black Pussy o Supergiant. Riff mantrici, ritmiche insistenti, voce calma e rilassante, una concezione musicale certamente non troppo elaborata ma efficace nella sua scioltezza "groovy" come da titolo dell'album.
Il lavoro si chiude con due trip-song molto acid-blues: più diafana e rarefatta la prima ("Slide mountain") un pò tirata per le lunghe tra effetti lisergici, molto più solida e trascinante la seconda ("Black owl") che nei suoi nove minuti evidenzia lontane radici kyussiane rielaborate nell'ottica della nuova heavy-generation americana. Le limpide note della chitarra aprono spazi cosmici in un tessuto riarso e polveroso. Ottimo brano, ideale per lasciarsi andare a fantasie oniriche.
Un disco che riporta i Geezer all'attenzione degli appassionati di band underground, non clamoroso ma forte di diversi momenti più che lodevoli. Il trio statunitense può ulteriormente crescere di qualità e bene ha fatto la Heavy Psych ad inserirlo nel proprio interessante roster.

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