Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:39 min.

Tracklist

  1. PLANESWALKER
  2. RIVERS OF CRYSTAL
  3. INTERLUDE
  4. RETURN
  5. FIVE

Line up

  • Théo Guiter: guitar, vovals
  • Basile Chevalier: bass
  • Théo Giotti: drums

Voto medio utenti

Il trio parigino Homecoming esordisce con un lavoro autoprodotto composto da cinque brani medio-lunghi. In senso generale, possiamo definire lo stile della band come post-rock/metal sul genere di Intronaut, New Keepers of the Water Tower, Abrahma, ecc, ma con una eclettica serie di sfumature sonore. Pezzi assai intricati, complessi, mutaforma, dove confluiscono svariate influenze ed atmosfere (talvolta perfino ridondanti). Abbondanti le parti ariose e melodiche, dense di suggestioni malinconiche, ma troviamo anche repentine incursioni hardcore dove i francesi potenziano ed incattiviscono il proprio sound.
L'iniziale "Planeswalker" è una traccia interessante, grazie ad un mood progressivo-liquido che ricorda vagamente gli Opeth o gli Elder. Buona la parte vocale, pulita e nostalgica, così come le accellerazioni ritmiche alla Mastodon fino all'ingresso di vocals più aspre e feroci. Molti i dettagli strumentali, caratteristica fondante della band, ma anche una discreta costruzione del brano, che nel finale riprende il tema introduttivo. Situazione simile nella successiva "Rivers of crystal" dove si intrecciano elementi quasi prog-metal con corpose frustate heavy "groovy". Inserti rock leggiadri ed atmosferici rendono la canzone ancora più complicata, ma minano un pò la coesione d'insieme. Si percepisce il desiderio di impressionare l'ascoltatore caricando più roba possibile, una tendenza che riscontriamo sovente nei lavori di debutto delle giovani bands contemporanee.
"Interlude" è uno strumentale dal feeling quasi psichedelico che si trasforma in un heavy-stoner alla Karma to Burn, dal buon livello tecnico. Anche qui numerose variazioni ed una attitudine progressiva molto evidente.
"Return" e "Five" confermano tutto ciò che si è già detto: partenze soft-avvolgenti che preludono ad impennate massicce ed esplosive. Alcuni passaggi convincono pienamente, altri meno. Compaiono anche rigurgiti death e vibrazioni stoner-metal, il tutto proposto con una frenesia che talvolta appare eccessiva. Canzoni non certo immediate e lineari, ma che presentano spunti comunque validi e di sufficiente solidità.
Buona prova, da delineare meglio in futuro. Gli Homecoming sono certamente ragazzi ambiziosi, dotati, preparati, ma a mio avviso devono imparare a dosare meglio le forze, essere più focalizzati sull'obiettivo e non troppo ridondanti nelle soluzioni.

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