Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:56 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. THE MONOLITH
  2. EULOGY FOR THE LOST
  3. THE APOCALYPTIC THEATER
  4. TALAS
  5. FATAL FRAME
  6. THE DELUGE
  7. ATONEMENT
  8. THE EVENT HORIZON

Line up

  • Emilio Crespo: vocals
  • Mike Lamb: guitars, piano, synth/keyboards
  • Chloe Bray: guitars, tin whistle, vocals (clean)
  • Scotty Lodge: bass
  • Mike Wilson: bass
  • Riccardo Floridia: drums

Voto medio utenti

In molti amici mi hanno chiesto, sapendo che ne avrei parlato qui, un parere sul nuovo disco dei Sojourner "Premonitions"; ed io nel cercare di ammettere "sono deluso" mi sono rivisto nel celeberrimo passaggio di Fonzie che non riesce a pronunciare "ho sbagliato" (prego la regia di mandare il filmato):



Il perchè di tanta "fatica" è presto detto: la band di Emilio Crespo, Chloe Bray e del nostro Riccardo Floridia ha un suo posto del tutto particolare nel mio cuore metalloso.
Ma facciamo un passo indietro, utile per capire il perchè del mio naso storto.
I Sojourner, nati nel 2015 come progetto internazionale, grazie alla label di casa nostra Avantgarde Music hanno pubblicato due ottimi dischi come "Empires of Ash" e "The Shadowed Road", tanto da suscitare l'interesse di un colosso come la Napalm Records.
"Premonitions" quindi- terzo, fatidico disco dei nostri- nasce sotto i migliori auspici, i Sojourner adesso giocano al tavolo dei grandi.

Ma paradossalmente sono proprio questa abbondanza di mezzi, la produzione più pulita e l'accento posto con molta più enfasi sulla parte "epica" della loro musica a determinare il mezzo passo falso del disco.
La band si è prodigata affinchè tutto suonasse epico, grandioso, sfarzoso, opulento ma il risultato purtroppo è che i brani risultino sfacciati e sovraccarichi di arrangiamenti finendo per assomigliare ad un certo black sinfonico piuttosto che - citando loro stessi- a quello epico atmosferico.
L'opener "The Monolith" per esempio: algida, ben suonata, inappuntabile ma senza pathos, senza quel quid in più a cui ci avevano abituato i Sojourner, in alcuni punti simile a certe composizioni gotiche dei Nightwish (e non per la cresciuta centralità della brava Chloe nelle canzoni).
Non mancano -ovviamente data la qualità eccellente dei musicisti- gli episodi riusciti: "The Apocalyptic Theater" mostra quell'oscurità malinconica e struggente che mi aveva fatto innamorare di loro, così come la folkeggiante "Atonement", racchiusa in preziosi duetti vocali e partiture di piano ammalianti.

Un album più di facciata che di sostanza, nel quale manca l'oscurità gelida del black metal che fungeva da perfetto equilibratore alle melodie nelle quali i Sojourner sono maestri. L'ascolto è comunque piacevole, un piacevole sottofondo per iniziare la giornata e non -purtroppo- la colonna sonora per abbracciare la notte, il momento in cui l'anima si fonde meglio con le note.
Nulla è perduto comunque, sono certo che dal prossimo disco celebrerò il ritorno dei "miei" Sojourner.

Sojourner - "The Apocalyptic Theater"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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