Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:47 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. WHEN THE HEARTACHE HAS GONE
  2. PRICE TO PAY
  3. RISE
  4. COMING HOME
  5. CLOSER
  6. HIGHER
  7. TALK TO ME
  8. IT’S NOT THE END (IT’S JUST THE BEGINNING)
  9. MILLION MILES
  10. WIN OR LOSE
  11. EYES OF A CHILD

Line up

  • Deen Castronovo: vocals, drums
  • Jack Blades: bass, vocals
  • Doug Aldrich: guitars
  • Alessandro Del Vecchio: keyboards, backing vocals
  • Lunakaire: guest vocals on “Talk to Me"

Voto medio utenti

Ed eccoci a commentare il nuovo lavoro dei Revolution Saints … inutile nasconderlo, adoro questi “ragazzi”, per quanto hanno saputo regalare in passato a tutti noi “malati” di hard-rock melodico e per quello che Deen Castronovo (The Dead Daisies, ex-Journey, Bad English), Doug Aldrich (The Dead Daisies, Burning Rain, ex-Whitesnake, Dio) e Jack Blades (Night Ranger) hanno prodotto collettivamente nelle due incisioni precedenti di questo favoloso super-gruppo.
Senza troppi indugi e sentimentalismi, affermo con convinzione che “Rise” è semplicemente l’ennesimo concentrato di classe purissima, di sontuosa ispirazione e di tecnica sopraffina, talmente “impressionante” fin dal primo ascolto da annientare istantaneamente ogni sterile polemica sul livello di coinvolgimento delle all-star band o su scelte stilistiche tutt’altro che “sovversive”.
Il disco non è altro che un formidabile balsamo per l’anima di chi ancora freme per Journey, The Storm, Damn Yankees e 707 e ogni altra osservazione di fronte al suo vertiginoso livello di suggestione cardio-uditiva appare inutile e pretestuosa.
I brani sgorgano dai solchi forti di un’innata vocazione e di una freschezza che forse non ci si aspetterebbe da veterani del settore di tale levatura, capaci di alternare “carezze” e “graffi” in maniera pressoché impeccabile, confezionando la prima “vera” meraviglia sonora dell’anno appena iniziato.
Alimentato dalle stesure illuminate di Alessandro Del Vecchio (artefice anche di un’esemplare produzione), Aldrich e Blades, e arricchito dal fattivo contributo della penna di Dan Rossall (della new-sensation Passion), l’albo sciorina undici frammenti di abbagliante arte “adulta”, in cui è davvero difficile stabilire delle priorità.
Sia che ci sia bisogno di mostrare i “muscoli” (“When the heartache has gone”, la title-track, "Higher”) e sia quando è invece un vitale romanticismo a cullare i sensi (“Price to pay”, “Closer” e la sinfonica "Eyes of a child”, scritta da Jack Blades e Tommy Shaw), per poi proiettarli verso fascinosi spazi “aperti” (“Coming home”, "Talk to me”, la splendida ”It’s not the end", "Million miles”, “Win or lose”), i Revolution Saints si confermano autentici maestri del genere, in grado di rappresentarlo al meglio, anche a distanza di tanto tempo dalla sua prima apparizione sul globo terracqueo.
Insomma, se cercate un’opera che incarni le inestimabili e immarcescibili qualità dell’AOR americano anche nel 2020, “Rise” è indiscutibilmente una scelta inattaccabile, da “imporre” a tutti gli chic-rockers di ogni generazione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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