Nightwish - Decades: Live In Buenos Aires

Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:121 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. SWANHEART
  2. END OF ALL HOPE
  3. WISH I HAD AN ANGEL
  4. 10TH MAN DOWN
  5. COME COVER ME
  6. GETHSEMANE
  7. ÉLAN
  8. SACRAMENT OF WILDERNESS
  9. DEEP SILENT COMPLETE
  10. DEAD BOY’S POEM
  11. ELVENJIG
  12. ELVENPATH
  13. I WANT MY TEARS BACK
  14. AMARANTH
  15. THE CARPENTER
  16. THE KINSLAYER
  17. DEVIL AND THE DEEP DARK OCEAN
  18. NEMO
  19. SLAYING THE DREAMER
  20. THE GREATEST SHOW ON EARTH
  21. GHOST LOVE SCORE

Line up

  • Emppu Vuorinen: guitars
  • Tuomas Holopainen: keyboards
  • Marko Hietala: bass, vocals
  • Troy Donockley: uilleann pipes, low whistle, guitars, bouzouki, vocals
  • Floor Jansen: vocals
  • Kai Hahto: drums

Voto medio utenti

Personalmente ho conosciuto Nightwish con il Live At Wacken 2013, o ufficialmente “Showtime, Storytime”, che vedeva una debuttante Miss Floor Jansen, annunciata da un bibarbuto e più giovane Heitala. Dopo più di sei anni di incessanti tours attorno al mondo ormai la bella Floor è ben rodata e solida, e alla fine il ventennale del gruppo è arrivato. Il ventennale era ormai 3 anni fa però. Il carrozzone di Holopainen nel 2016 era probabilmente troppo impegnato a promuovere l’ultimo album in studio, e sicchè ha atteso fino al 2018 per pubblicare la raccolta “Decades”. Raccolta celebrativa che non può non andare a braccetto con un disco dal vivo, per spezzare l’attesa del prossimo (probabilmente lunghissimo) album “Hvman. :II: Natvre.”.

Mi sembra superfluo parlare della scaletta, che per forza prende a piene mani dalla raccolta edita a Marzo di ormai due anni fa. Quindi non parlerò dell’effettiva qualità dei singoli brani, quella è già stata ampiamente discussa nelle varie recensioni dei singoli album, ma bensì parlerò di tutti gli altri aspetti che caratterizzano un album dal vivo.

Dal lato strumentale è praticamente impeccabile, ben suonato e ben registrato, non ci sono tanti cori odiosi come backtracks o evidentissimi aggiustamenti in post produzione. Era prevedibile che la performance vocale di Floor non fosse il massimo? Probabilmente si, già da quando è entrata in formazione faceva fatica a cantare le parti vocali più acute, figuriamoci 6 anni dopo, spesso sembra sforzarsi molto, fino a sembrare che le manchi il fiato. Al contrario le riescono meglio quelle in una tonalità più bassa.

Tutto sommato, nonostante l’escalation di “EH EH EH”, che arriva ad essere quasi violento di “Sacrament Of Wilderness” e l’interminabile mattonata finale, composta dalla coppia “The Greatest Show On Earth”+”Ghost Love Score”, le due ore scorrono relativamente bene, tra gorgheggi lirici e “ARE YOU READY?”.

Recensione a cura di Carlo Masoni

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