Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:40 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. INTENSITY
  2. TRESPASS ON LOVE
  3. TOO BAD FOR BABY
  4. LOST IN THE DARK
  5. BACK
  6. VICTIMS OF DESIRE
  7. WE DO WHAT WE WANT
  8. BUILT TO PLEASE
  9. SHE BITES HARD
  10. BIG GAME

Line up

  • Lion Ravarez: vocals
  • Chance Vanderlain: guitar
  • Weston James: bass
  • Bobby Laker: drums

Voto medio utenti

Vi ricordate quanto erano belli gli anni ottanta? Quando si era liberi, spensierati e la vita trascorreva tra feste sfrenate, macchine veloci, relazioni “facili” e alcol a fiumi, il tutto senza (apparenti) conseguenze?
Come dite? Non li avete vissuti? Per questioni anagrafiche o perché, come accaduto al sottoscritto, la vostra quotidianità era “lievemente” diversa?
Qualunque sia la vostra “giustificazione”, è innegabile attribuire a quel mondo un fascino incredibile, soprattutto se poi anche voi siete avidi cultori dei suoni che fungevano da perfetto commento musicale a tutto quel seducente bailamme.
Ebbene, anche in periodi di diffuso revival c’è ancora chi, meglio di altri, per attitudine, preparazione e freschezza, sa far rivivere le atmosfere inebrianti ed eccessive degli eighties, evitando di riciclare in maniera pavida i campioni del genere.
Tra di loro, mi sento di annoverare senza indugi gli esordienti Passion, autori di un disco eponimo i cui contenuti meritano di essere accostati alle prove migliori di Danger Danger, Slaughter, Def Leppard, Aerosmith, Ratt e Cinderella, tutta “gente” che l’edonismo di quell’epoca aurea l’ha saputo splendidamente tradurre in note.
Pilotati da Lion Ravarez (che i più informati ricorderanno, con il nome Daniel Rossall, nelle file dei Night By Night), i britannici sfornano un dischetto davvero godibile e adescante, sufficientemente vario da testimoniare la loro cultura e talmente appassionante da non abbandonare tanto facilmente i vostri dispositivi di riproduzione sonora preferiti.
Si comincia con le taglienti cromature di “Intensity”, capaci di produrre istantanee folgorazioni nei sensi degli estimatori del class-metal californiano, mentre a chi preferisce ambientazioni “adulte” e notturne consiglio l’ascolto prioritario di “Trespass on love”, in grado di soddisfare ampiamente le sue esigenze cardio-uditive.
Le pulsazioni viscerali, colorate di hard-blues, concesse a “Too bad for baby”, “We do what we want”, “Back”, “Built to please” e alla Kix-ianaShe bites hard”, evidenziano un’altra sfumatura delle notevoli capacità espressive dei Passion, ancora più efficaci quando si tratta di mescolare melodia e coinvolgimento fisico, come accade nella splendida “Lost in the dark” (una sorta di fusione tra Aldo Nova, Skid Row e Van Halen …), nella contagiosa “Victims of desire” e nella scintillante “Big game”, che aggiunge qualcosa degli Scorpions “americani” all’opulento catalogo dei numi tutelari dei nostri.
Anche se i tempi sono profondamente cambiati e il sogno di una società gaudente e priva di angosce è stato definitivamente accantonato, allontanarsi anche solo per una manciata di minuti dalle difficoltà della realtà, abbandonandosi all’ottimismo, alla istintività e al divertimento, rappresenta un vero “atto apotropaico”, assolutamente in linea con le tante “funzioni sociali” che assegniamo a quella formidabile fonte di benessere chiamata musica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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