Copertina 8

Info

Anno di uscita:2019
Durata:40 min.
Etichetta:Argonauta Records

Tracklist

  1. THE SOUND INSIDE
  2. ELECTRICITY ON WAX
  3. SHAPESHIFTER
  4. COVERED IN DAWN
  5. LADY OF THE WOODS / PSYCHONAUT
  6. THE NILE SONG
  7. A PENNY'S WORTH
  8. EUNICE

Line up

  • Brandon Kistler: vocals
  • Richie Tarver: lead guitar, synth, backing vocals
  • Joey Powell: guitar
  • Jason Smith: bass, piano
  • Bobby Onspaugh: drums

Voto medio utenti

Anno nuovo, nuove sorprese. Dal piccolo centro di Norman, Oklahoma, arrivano questi Rainbows Are Free che pubblicano il loro terzo album per la nostra Argonauta, a parecchi anni di distanza dai precedenti "Believers in medicine" (2010) e "Waves ahead of the ocean" (2014).
Interessante miscela di heavy stoner, psichedelia hard, post-rock, con un tocco gotico per quanto riguarda l'approccio vocale dell'ottimo Brandon Kistler. C'è personalità, varietà di soluzioni, idee, momenti di groove e passaggi più spaziali, una specie di incesto tra Hawkwind, Pink Floyd, Nebula, con una decisa pennellata di southern-stoner. Roba che può soddisfare molti palati dell'underground rock/metal.
"The sound inside" apre le danze col suo tiro impetuoso e lisergico, che ricorda qualcosa dei primi Monster Magnet, mentre la successiva "Electricity on wax" rincara la dose ma con un mood più settantiano dal grande impatto heavy-psych. Rirmiche martellanti e svisate chitarristiche, condite da vocals trasversali che evocano Nick Cave. "Shapeshifter" è uno dei brani top dell'album, un pezzo narcotico e sognante dalla stimolante atmosfera trippy che si apre ad una coda chitarristica fuzz-cosmica alla Earthride. Pura magia e godimento.
Non da meno "Covered in dawn", canzone più torbida ed ombrosa dove Kistler gioca a fare il Morrison della situazione, dal groove ondeggiante ed avvolgente con un tocco di post-rock. Più particolare la traccia seguente "Lady of the woods/Psychonaut", che nasce come una struggente e disperata ballad acustico-sabbathiana poi si sviluppa in un energico stoner guidato dal basso massiccio di Jason Smith. Canzone meno immediata ma insinuante col crescere degli ascolti.
"The nile song" è proprio ciò che sospettate: la cover dell'immortale hit floydiano, in versione rock-stonerizzata con grande sfoggio di chitarra solista, mentre "A Penny's worth" è il pezzo più bombastico del lotto, heavy rock cazzuto da redneck sudisti.
Tutto ben suonato, ben congegnato, ben interpretato. Unico filler la conclusiva "Eunice", cupa ballad acustico-pastorale che non si evolve e rimane un pò fine a se stessa. Piccolo neo in un lavoro assolutamente positivo e stimolante. Speriamo soltanto di non dover aspettare di nuovo così tanto tempo per una nuova realizzazione degli ottimi Rainbows Are Free.

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 gen 2020 alle 14:38

Grandissimo! Se non li conosci, o non hai già provveduto, recupera i primi due :)

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