Copertina 6

Info

Anno di uscita:2019
Durata:63 min.
Etichetta:Rock Company

Tracklist

  1. DELTA HOURS
  2. CHANGE THE WORLD
  3. SPRING IS COMING
  4. INTO THE LIONS DEN
  5. RAIN IN MAY
  6. EYEWITNESS
  7. CIRCLES
  8. A SILENT CRY
  9. AUTUMN SKY
  10. TRADING PLACES
  11. STORM IN NOVEMBER
  12. ON THE EDGE OF WINTER

Line up

  • Phil Vincent: vocals
  • Peter Cox: guitars, bass, keyboards, drums
  • Vince O’Regan: guitar solos on tracks #4, #10

Voto medio utenti

I Forest Field sono un progetto musicale che ruota attorno alle figure artistiche di Peter Cox e Phil Vincent, musicisti di talento ed esperienza che giungono con questo “Seasons” alla quinta tappa della loro collaborazione discografica sotto tale denominazione.
Alimentato dall'osservazione dell’ineluttabile susseguirsi delle stagioni, l’albo ci propone un gradevole cocktail di AOR, hard e prog (che gli autori chiamano elaborate rock, tanto per non farsi mancare l’ennesimo sottogenere …) abbastanza ben congeniato, ma anche talmente “genuino” da rischiare di spingersi oltre i limiti della naiveté.
In tale contesto, complicato da una resa sonora ovattata e comunque tutt’altro che “appariscente”, la voce di Phil garantisce un adeguato apporto emozionale, mentre alle composizioni mancano quella “messa a fuoco” e quella compattezza armonica necessarie per aggredire con efficacia l’ardua competizione della scena melodica contemporanea ed essere all’altezza dei propri numi tutelari, che rispondono al nome di Asia, Ten, Magnum e Kansas.
Un’eccessiva diluizione dei temi, inoltre, non aiuta ad affrontare nella sua totalità un programma che in ogni caso offre momenti di apprezzabile suggestione, quali “Delta hours” (una specie di fusione tra Yes e Le Orme!), “Change the world” (dal clima molto eighties, venato di synth-pop e di scorie vagamente Floyd-iane) e la liquida ballata “Rain in May” (con i Beatles e … gli Scorpions tra gli ispiratori), senza dimenticare “Eyewitness” e "A silent cry”, due enfatici frammenti sonori dotati di buone peculiarità evocative, e la cangiante “Storm in November”.
Non male, infine, “Into the lions den” e “Trading places”, le tracce realizzate con il contributo dello special guest dell’opera Vince O’Regan (Bob Catley, Pulse, Legion, Tragik, …), di certo un buon chitarrista, ma nello specifico fin troppo “invadente” nell’economia globale dei brani.
Per “Seasons” non sarà per niente facile reggere i colpi della concorrenza, e anche se la passione non sembra essere in discussione, per il futuro dei Forest Field sono richiesti un songwriting meno dispersivo e una maggiore consistenza collettiva della loro intrigante formula stilistica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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