Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:49 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. WE BURN
  2. METAL IN THE NIGHT
  3. SHADOW RISING
  4. DEMON FIRE
  5. RAGNARÖK
  6. MEN AT ARMS
  7. EYE OF THE STORM
  8. INTO THE STORM
  9. RUNE OF THE DEAD
  10. ODE TO WAR

Line up

  • Micke Stark: vocals
  • Tommy Jee : bass
  • Stefan Essmyren: drums
  • Mats Hedström: guitars (lead)
  • Tommi Korkeämäki: guitars (rhythm)

Voto medio utenti

Giunti all'esordio discografico, gli Stormburner nascono in Svezia nel 2016 per idea del cantante Mike Stark (ex voce degli Starblind ma anche ex Steel Attack, dove però aveva suonato la batteria) e di Tommi Korkeamäki (Blazing Guns), che nel tempo hanno poi trovato gli altri tre compagni di avventura che li accompagnano nel corso di questo "Shadow Rising".
Per la verità, ad accompagnarli c'è anche altro, su tutto una forte devozione e ispirazione verso il Metal Classico ed Epico dei Manowar, ma è altrettanto evidente come gli Stormburner abbiano nelle proprie corde qualcosa in più, e soprattutto come siano stati capaci a metterlo a frutto e a supportarlo nel migliore dei modi, andando a curare anche i dettagli ma anche i fondamentali: la registrazione è stata affidata a Ronny Hemlin (Tad Morose, Steel Attack) mentre l'eroica copertina è opera di Ken Kelly, famoso illustratore Fantasy che ha collaborato a lungo proprio con i Manowar (oltre a Rainbow e Kiss).

Gli Stormburner nei quarantanove minuti messi a loro disposizioni prediligono temi epici e mitologici a base di mid-tempo e ricchi di sing-a-long, sennonché l'iniziale "We Burn" si rivela una scheggia impazzita, forse pure un po' esagerata nei modi e nei toni, con un sorprendente Mike Stark che scopriamo ottimo vocalist. "Metal in the Night" non sembra reggere l’impatto dell’opener, e scorre via senza colpo ferire, cedendo il passo a due brani decisamente più solidi, tra Hammerfall e Primal Fear, quali "Shadow Rising" e "Demon Fire".
A questo punto, su un brano intitolato "Ragnarök", gli Stormburner non potevano che farsi manowariani, infatti, solo così si può definire l'incedere di questo pezzo che affronta il tema della Battaglia Finale, con lo stesso Stark che non si esime da acuti alla Eric Adams. E i Kings of Metal restano al loro fianco anche su "Men At Arms", "Eye of the Storm" o "Into the Storm", conducendoli prima alla battaglia e poi in una tempesta, dove ad attenderli sono anche gli Hammerfall ed i primi Nocturnal Rites.
Il finale è appannaggio dell'epicità, quella più ruvida di "Rune of the Dead", che oltre ai soliti noti ricorda anche i Grave Digger, visto che Stark non disdegna di digrignare i denti alla Boltendahl, e quella evocativa, poetica e corale di "Ode to War", con una conclusione sullo stile di "The Crown and the Ring (Lament of the Kings)".

Non credo che gli Stormburner possano averne a male di essere stati accostati agli Hammerfall o ai Manowar, soprattutto visto che con "Shadow Rising" riescono a fare indubbiamente di meglio rispetto alle ultime uscite di entrambi i gruppi. Infatti, pur con tutti i loro cliché - o forse proprio grazie a questi - hanno realizzato un disco d'esordio vincente, dove Steel Meets King e combinati tra loro sono in grado di conquistare gli appassionati del genere. Tra questi, il sottoscritto.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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