Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:43 min.
Etichetta:Antiq Records

Tracklist

  1. TROISIèME FONCTION
  2. DE BREST à BREST-LITOVSK
  3. ECCE HOMO
  4. ...ET LA HAINE NOUS SAUVERA TOUS...
  5. SACRIFICE
  6. ÉQUINOXE
  7. INTERLUDE
  8. VIENS à MOI
  9. IMPRéCATION
  10. À LA GLOIRE D'INDRA

Line up

  • Decay: drums
  • Introspect: fretless bass
  • Barved: guitars
  • Yamnah: guitars, vocals
  • Sven: guitars, vocals

Voto medio utenti

I Tan Kozh nascono nel 2015 quando il fondatore Sven (Himinbjorg, Belenos, Möhrkvlth, Ar Bard), con l'aiuto di Yamnah, incide il debut "Lignages Oubliés".
Successivamente, in seguito all'ingresso in formazione di altri musicisti in pianta stabile, l'album viene registrato nuovamente e solo quest'anno viene rilasciato sul mercato discografico grazie alla Antiq Records che ci offre la possibilità di ascoltare del pagan black metal di buona fattura.
I Tan Kozh scelgono la via più "feroce" del suono pagano e, dunque, non fanno ricorso a strumenti di natura folk ma si dimostrano, a tutti gli effetti, un gruppo Black Metal che riesce a creare atmosfere battagliere attraverso ritmiche serrate e qualche accenno a melodie di stampo epico mentre, per la maggior parte del tempo, sono il gelo e l'intransigenza sonora del metallo nero gli assoluti protagonisti del disco.
Qui e la i francesi fanno ricorso a delicati arpeggi o a partiture più "delicate" ed in qualche modo vicine al metal più classico ("Sacrifice"), ma risultano essere molto più convincenti quando spingono sull'acceleratore regalandoci pezzi devastanti ed assolutamente coinvolgenti come "De Brest à Brest-Litovsk I" o la conclusiva "À la gloire d'Indra", autentici gioielli di purissimo e selvaggio Black Metal che testimoniano lo spirito indomito del gruppo e la sua chiara propensione per il Nord.
"Lignages Oubliés", ispirato a livello lirico dagli antichi miti indoeuropei, è un lavoro convincente e certamente da ascoltare.
Aspro, guerriero, sprezzante e senza evidenti cali di tensione.
Forse troppo monolitico nella sua potenza ed, a volte, inutilmente adagiato su mid tempos poco efficaci, ma, per il resto, grazie alle sue note, grazie alla sua violenza ed alle sue belluine melodie, alla cui riuscita contribuiscono una impeccabile registrazione e l'abilità strumentale dei musicisti, avrete voglia di imbracciare una spada e sentirvi guerrieri di un tempo perduto.
Capodanno si avvicina e i Tan Kozh hanno già preparato i botti...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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