Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:36 min.
Etichetta:Revalve Records

Tracklist

  1. SUBCUTANEOUS PARASITE
  2. THE APOCALYPSE MARK
  3. MAD JACK
  4. NO CRIMES IN PARADISE
  5. EL DIABLO DEL NORTE
  6. STAGED TERROR ATTACKS
  7. BECOME A ROBOT
  8. HELL BEHIND A SCREEN
  9. HIDDEN DICTATURE

Line up

  • Danilo Bonuso;: guitars
  • Alberto Scrivano: drums
  • Marco Campanati: guitars
  • Lorenzo Catolla: bass
  • Filippo Collaro: vocals

Voto medio utenti

Se "The Monarch Slaves" aveva rotto un primordiale silenzio, trasportando la band dai '90 ai giorni odierni dopo quasi 20 anni di stop forzato, il nuovo "The Apocalypse Mark" pubblicato a fine ottobre 2019 per Revalve Records fissa un importante punto di arrivo e di conseguente ripartenza per gli EXTINCTION dato l'indubbio miglioramento conseguito in questi 24 mesi intercorsi tra i due lavori.

La proposta musicale è sempre ben miscelata tra un death metal di scuola statunitense che affonda le proprie radici su riff di scuola thrash e qualche apertura più melodica senza mai eccedere nel "volemose 'bbene" che spesso travalica i confini di un genere estremo come questo.
Dopo l'intro iniziale che mi ha riportato alla mente i primordi death metal italici di "The Valley of Eternal Suffering" dei Desecration, si parte alla grande con la title-track, terremotante up-tempo basata sulle potenti ritmiche dell'accoppiata Bonuso/Campanati, in cui emerge fin dall'inizio l'ottimo growl del nuovo arrivato Filippo Collaro, profondo quanto basta ma non indistinguibile, che va a sostituire la precedente singer Alice Darkpeace; non ce ne voglia la brava Alice, ma ancora una volta è palese come il growl sia un cantato esclusivamente maschile, in cui i tentativi del gentil sesso vengono giustificati unicamente dall'avvenenza delle varie Angela, Alyssa, Rachel o Vicky.

La superiorità del risultato finale è oggettiva e questo influisce non poco sul giudizio globale di questo "The Apocalypse Mark", che può contare anche su un altro punto forte, ovvero gli assoli di Danilo Bonuso e Marco Campanati, taglienti come rasoi, di base (neo)classica che riescono a conferire una marcia in più alle claustrofobiche composizioni degli Extinction, che oltre ai brani più trascinanti e veloci come l'ottima "El diablo del norte" spesso non disdegnano di muoversi anche su territori paludosi e stagnanti, come riuscivano a fare magnificamente band come gli Autopsy a fine anni '80, o semplicemente su mid-tempos di morbidangeliana memoria, squisitamente con quel flavour floridiano, che emerge incontrastato nella splendida "Mad Jack", senza dubbio il brano migliore dei nostri che fa sua la lezione dei Monstrosity di "Imperial Doom" e la reinterpreta a suo piacimento.

Decisamente un bel passo in avanti per gli Extinction, autori di una prova solida, al passo con i tempi ma con il rispetto dei classici, e supportati da un sound veramente efficace, capace di mettere in risalto i punti forti della formazione piemontese, ad opera di BrutalDave Billia, noto musicista di Hour of Penance, Beheaded ed altri mille ed evidentemente anche ottimo produttore.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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