Pigspeed - Animated Mosh 2​.​0

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:37 min.
Etichetta:Indipendent

Tracklist

  1. UFO ROBOT
  2. JEEG ROBOT
  3. FREEWAY
  4. FANTAMAN
  5. JUDO BOY
  6. L'UOMO TIGRE
  7. SUPERAUTO MACH 5! GO! GO! GO!
  8. TOUGH BOY
  9. DAITAN III
  10. IL GRANDE MAZINGER
  11. KEN FALCO
  12. L'UOMO TIGRE REMIX
  13. UN MILIONE DI ANNI FA

Line up

  • Kama: drums
  • Fausto: guitars (lead)
  • Diego: guitars (rhythm)
  • Angelo: bass
  • Fabiano: vocals

Voto medio utenti

Quando Nanto dispera nel chaos, Hokuto fa la sua comparsa
Il perché di questa mitica citazione è presto detto, siete stanchi dei recenti programmi per bambini?
Non ne potete più di Peppa Pig e compagnia?
Allora ci pensano i nostrani Pigspeed a rallegrarvi la giornata, perché la band thrash/hc metal ha riletto in chiave metal le sigle dei nostri cartoni animati preferiti.
Certo c’è chi come i Trick Or Treat lo ha già fatto mi direte e giustamente, ma i nostri le frullano in un mix impazzito e folle diventando dei proiettili thrash/hc.
Impossibile resistere alla mazzolata iniziale data dalla rilettura velocissima e pesantissima di “UFO Robot”, la voce rasposa di Fabiano e i cori rendono alla grande.
E la ipervitaminizzazione panterizzata di “Jeeg robot”, fa uscire di testa coi chitarroni pesantissimi e soprattutto vi farà gridare a squarciagola, una song che non toglie nulla all’originale cantata dal compianto Fogu, ma è distruttiva.
Ma i nostri hanno un asso nella manica, ovvero la partecipazione della mitica Guiomar dei Cavalieri Del Re di Riccardo Zara; un brano che è diventato un macigno thrash metal, eppure funziona!
La band procede spedita con incursioni nell’ignorantissimo hc nel ritornello, i chitarroni grattano che è un piacere e l’headbanging è d’obbligo.
La doppietta micidiale “Tough boy” e “Daitarn III”, difficilmente non vi farà battere il cuore; chi è cresciuto con le avventure di Kenshiro e Haran Banjo sa cosa dico.
Soprattutto la seconda è poderosa, un brano velocissimo; puro thrash/speed metal innestato di vocione, cori e chitarroni, altro che raggi gamma o pugni rotanti.
Si sente proprio che il combo nostrano si sta divertendo nel proporre questi pezzi della propria e nostra infanzia, e io con loro.
Devo ammettere che una lacrimuccia mi è scesa con l’ultimo brano “Un milione di anni fa”, sigla di “Ryu, ragazzo delle caverne”; brano breve, ma emotivamente intenso.
Album consigliato a tantissimi che come me sono cresciuti a cavallo dei 70/80, quando si era più spensierati e si tornava a casa da scuola per godersi alla televisione le avventure dei nostri eroi preferiti.
Un album che è puro divertimento, e soprattutto la band ha dimostrato una personalità ed emozione che riluce in questo piccolo ma sentito tributo ad un’epoca ormai lontana.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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