Sammath - Across the Rhine Is Only Death

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:40 min.
Etichetta:Hammerheart Records

Tracklist

  1. SAVAGERY
  2. ALL LAY DEAD IN THE SLIT TRENCHES OF CALCAR
  3. BATTLETORN
  4. FEROCIOUS MORTAL FIRE
  5. TOTENHüGEL
  6. BLOOD RIDDEN FIELDS
  7. BITTER FIGHTING AMONGST THE DEAD
  8. ACROSS THE RHINE IS ONLY DEATH

Line up

  • Jan Kruitwagen: guitars, vocals, lyrics
  • Ruud Nillesen: bass, vocals
  • Wim van der Valk: drums, vocals

Voto medio utenti

Sesto album, per questi olandesi, un trio che non bada certamente a fronzoli.
Un album che conferma il grado di ferocia di questa band, un disco che prosegue il lavoro concettuale dei nostri sul tema guerresco.
Provate a immaginarvi in trincea, durante il secondo conflitto mondiale, sporchi, sudati; in mezzo ad una selva di colpi di mortaio, col fucile che pesa e un carroarmato davanti e avrete capito quello che vogliono comunicare gli olandesi.
L’opener “Savagery”, é un tripudio di violenza estrema, puro black metal con chitarroni in stile svedese dato l’uso del tremolo e marcia furiosa senza sosta alcuna.
La sezione ritmica alterna blast beats a velocità sostenuta, con lo screaming acidissimo e feroce, una grande apertura che ti mette al muro.
All lay dead in the slit trenches of calcar”, sembra di essere massacrati da dei cingoli, con l’andamento ritmico che sostenuto dalla doppia cassa.
Le chitarre che ricamano riffing dissonanti, con gli stop and go improvvisi che scoppiano in blast beat che sembrano colpi di cannone; c’è anche un cambio di tempo più lento, monolitico e soffocante, ma l’intensità maligna non cala.
Con “Ferocious mortal fire”, l’aggressività non cala di un millimetro; brano serratissimo, veloce e con lo screaming rabbioso e pieno di foga.
I tre sanno anche dare dinamicità al brano con brevi stacchi cadenzati, ma sempre con riffing lividi e impetuosamente maligni che ricordano i Marduk.
Totenhugel”, si apre con rullate e stacchi maligni; il brano non lascia scampo né salvezza dalla furia del terzetto arancione.
Marcia feroce, veloce con scatti in blast beats e riffing ossessivo di marca death/black metal con rallentamenti mortiferi.
Bitter fighting amongs the dead”, é purissimo war black metal, con la sezione ritmica in primo piano che colpisce e martella senza sosta; le chitarre graffiano e compongono riff con la stessa durezza e violenza del piombo di un M-16.
Lo screaming che duetta con un growl profondo é furibondo, ossessionato e intriso di rabbia; una sarabanda veramente infernale.
La titletrack, é un assalto all’arma bianca, con batteria innestata su tempi veloci e chitarre serrate, per poi spezzare il tutto con tempi tellurici di doppia cassa.
Ma non é tutto, ci sono anche rallentamenti con riffing maligni e interventi in growl cavernoso, per poi deviare in tempi percussivi veloci e scariche di mitragliate in blast beats.
Un album che in soli otto pezzi, descrive bene cosa sia la guerra, il fragore della battaglia in una tempesta black metal; un disco che é violenza pura e dove l’attimo di pausa é causato solo dal silenzio della morte, da avere.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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