Copertina 8

Info

Anno di uscita:2019
Durata:118 min.
Etichetta: Napalm Records

Tracklist

  1. WUT
  2. ZERFALL
  3. FLUCH DES SEINS
  4. WELTENBRAND
  5. ECCE HOMO

Line up

  • Tobias Weinreich: bass
  • Simon Schillinger: guitars (lead, rhythm, acoustic), vocals (clean, choirs), orchestrations, songwriting
  • Sebastian "AlleyJazz" Scherrer: keyboards
  • David Schuldis: guitars, lyrics
  • Cornelius Heck: drums
  • Oliver Berlin: vocals (harsh, clean, choirs), lyrics

Voto medio utenti

Cari Finsterforst, dove siete stati? Come ho fatto a non notarvi prima? Mea culpa, mea maxima culpa…
Perché il ritorno di questi orgogliosi tedeschi guerrieri e fieri é grandioso con il nuovo Zerfall targato Napalm Records.
Un disco che l’etichetta lo classifica come folk metal, ma é molto di più; un lavoro dove non esiste lo zumpappero zumpappà o la variante trallallero trallallà di troppi dischi “folk”con qualche chitarrona e produzione bombastica.
Perché loro sono tedeschi dentro, un lavoro che é un monumento epico, ricco e denso di emozione in cinque capitoli, ma che sono un flusso unico.
Immaginatevi di trovarvi su un campo di battaglia in epoca antica, zuppi di pioggia, sporchi di sangue, vomito e altro, con metà delle armi rotte o perse ma con la voglia di non arretrare manco un passo dalla linea; bene la colonna sonora ideale potrebbe essere quella dei Finsterforst.
Un disco dove ci sono brani lunghi, ma densi di atmosfera, cambi di tempo, blast beats e più ne ha più ne metta come nell’opener “Wut”.
Un pezzo che se l’avessero scritto altri, avrebbero annoiato dopo due nanosecondi, invece questi mettono pepe alla materia con picchi emotivi, un doppio cantato harsh/pulito, cori e fiati e fisarmoniche a ampliare lo spettro fiero e drammatico.
Altra perla é il mid tempo “Fluch des seins”, brano possente, quadrato con le voci che s’intersecano, il cantato pulito é stentoreo, ma che teatralmente vola per scuotere l’animo e un solos da pelle d’oca per intensità.
Un altro capolavoro il pezzo conclusivo “Ecce homo”, pezzo cadenzato,con anche interventi in blast beat, cinematico, dove gli strumenti orchestrano con il cantato un brano fiero, orgoglioso con riffing serrati e orchestrazioni, strumenti folk e piglio guerriero un racconto in musica lungo e ricco di emozione e quel senso tragico che solo i teutonici sanno tirare fuori.
Un disco che potrebbe essere la colonna sonora di un racconto d’altri tempi diretto da Ridley Scott, che queste cose le sa raccontare bene; un album da non farsi scappare e che merita appieno un posto nella collezione, bravi!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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