L’ultimo grande “trend” estremo, il post-black metal, sta giungendo al termine, si sta esaurendo come tutti i trend asfissiato dall’ eccesso di bands che ci si sono buttate dentro e dall’ inevitabile mancanza di idee che si manifesta dopo un po’ in ogni nuova moda passeggera … I Solace Of The Void lo sanno ed essendosi formati nel 2015 sulle onde dell’entusiasmo per questo “nuovo” sottogenere, stanno cercando in tutti i modi di attirare l’attenzione dei malati del genere che tutto vogliono di un certo tipo di musica, ma allo stesso tempo sono consci che ci si sta azzuffando per le briciole e allora, con questo debut omonimo, cercano da un lato di darsi un’inquadratura in un certo genere di riferimento e dall’ altro di lasciarsi aperte tutte le porte per una inevitabile e necessaria evoluzione futura … Ne escono fuori così 44 minuti eterogenei che spaziano un po’ ovunque dal già citato post black metal dell’opener “From Ground To Sky Asunder” , mai troppo feroce e con le classiche pause di riflessione, fino al folk di “Of Stone & Gathering”, passando per il death gothic di “The Fated Prophecy” con tanto di alternanza di vocione death e gorgeggi eterei … E’ chiaro che in una tracklist dove troviamo l’accettabile e “orecchiabile” symphonic black metal di “Before The Throne Of Beauty And Bone” al fianco di “A Diadem Of Twilight” che alterna una voce pulita “spaziale” ad orribili inserti death, tastiere sognanti a cori simil pagani, ci sia qualcosa che non va nella suo concepimento ... Insomma il pastone presente in questo debut è di quelli da ristorante per “turisti tutti gusti”, in cui non c’è una specialità della casa, ma un congelatore ben fornito di surgelati di tutto il mondo, pronti a “soddisfare” le comitive di turisti più eterogenee e “complicate” … Sinceramente non ho mai visto di buon occhio questo genere di attività di ristorazione e ancora meno mi piacciono gli album in cui si può trovare di tutto un po’ … Se mi dicessero che quest’album è una compilation di brani estratti da una lunga carriera potrei anche capirne il significato, ma ci troviamo di fronte ad un debut album e quello che mi viene da pensare è solo che “Solace Of The Void” sia un inno all’ inesperienza. Il duo canadese prima di proporre della nuova musica dovrà per forza chiarirsi le idee e capire dove vuole andare a parare altrimenti diventeranno una sorta di gruppo da festino dedito a suonare pezzi a richiesta del pubblico, svariando così nei generi più disparati … Prodotto a scadenza rapida.