Superstition - The Anatomy of Unholy Transformation

Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:34 min.
Etichetta:20 Buck Spin

Tracklist

  1. UNHOLY TRANSFORMATION PT. I
  2. HIGHLY ATTUNED BEASTS OF THE DARK
  3. SPIRITUAL SUNDERANCE
  4. UNHOLY TRANSFORMATION PT. II
  5. PASSAGE OF NULLIFICATION
  6. TORN IN THE OUTER LANDS
  7. UNRECLAIMED BLOOD (PHANTOM SWARM)
  8. UNHOLY TRANSFORMATION PT. III
  9. CHARNEL PLEASURES

Line up

  • D.J.: Bass
  • D.M.: Drums
  • K.M.: Guitars, Bass, Keyboards
  • L.S.: Vocals, Guitars

Voto medio utenti

Abbiamo ormai sorpassato la metà di questo 2019 e, come spesso accade, ciò porta a fare le prime riflessioni sull’andamento musicale dell’anno. Personalmente credo che siamo ancora lontani dall’abbondanza qualitativa del 2018 ma che, specialmente nell’underground, le piccole etichette stiano tirando pubblicando i lavori di band solide e intriganti capaci di tenere alta l’attenzione sul mondo death metal.

Prendete, per esempio, l’americana 20 Buck Spin che nel 2019 ha già dato alle stampe o a breve farà uscire dischi di Ossuarium (ottimo), Noisem (discreti), Tomb Mold (curiosità a mille) e i qui presenti Superstition al debutto col presente “The Anatomy Of Unholy Transformation”.
Solido death metal old school americano dall’originalità non spiccata, ma in possesso di un songwriting forte e definito in cui non è difficile scorgere le influenze stilistiche dei primissimi Morbid Angel.

Ampio spazio è quindi dedicato alla costruzione e al susseguirsi di riff piuttosto intricati, sostenuti dall’incedere di un drumming ritmato ma non totalmente forsennato, con una decisa preferenza nell’utilizzo dei break.
“The Anatomy Of Unholy Transformation” non appartiene a quella categoria di dischi che colpiscono duro al primo ascolto, ci vuole un attimo di pazienza per poterlo apprezzare, ma canzoni quali la conclusiva “Charnel pleasure” o “Unreclaimed blood phantom swarm” riescono da subito a farsi notare.

Unica cosa che mi ha lasciato, se si può dire, perplesso sono le tre tracce strumentali realizzate col synth ed intitolate “Unholy transformation” che poco aggiungono sia al minutaggio totale del cd – intorno ai trentacinque minuti - sia all’intero disco.

Decisamente un buon punto di partenza per la band del New Mexico.

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