Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:39 min.
Etichetta:Sepulchral Productions

Tracklist

  1. PREMIERS CHANTS
  2. LA PROCESSION DES FLAGELLANTS
  3. LA FLAMME NOIRE DE GE'HENOM
  4. EXHORTATION
  5. SAINTS CéPHALOPHORES
  6. LA GRANDE APOSTASIE

Line up

  • Charnier: drums
  • Atrocité: guitars
  • Hérésiarque: vocals
  • Spectre: bass

Voto medio utenti

In un mondo musicale prostituitosi al digitale, ha ancora senso parlare di “label culto”? Non ne sono certo al 100%, ma sinceramente credo di si, anche perché se è vero che (purtroppo) neanche il nostro amato metal (meglio se estremo) sia esente dal virus della musica usa e getta, è pur sempre vero che una buona parte di anima e passione si annida sia in chi questa musica la crea che in chi la produce … Un esempio lampante di questo pensiero da dinosauro è certamente rappresentato dalla label di riferimento di tutto il movimento estremo canadese, la Sepulchral Productions, che nella sua storia credo non abbia sbagliato mai un album e, questo debutto su lunga distanza degli Ossuaire, non può che rimanere in scia con l’elevatissima qualità che ha sempre proposta la label . A 3 anni dall’interessantissimo ep di debutto “La Diatribe Infernale”, il quartetto di Montreal propone un album ancor più sinistro, freddo e evil, in poche parole perfettamente in linea con la gloriosa tradizione del “Metal Noir Québécois” … E’ facile e ovvio fare subito il nome dei Forteresse quando si pensa al metallo nero canadese, in particolare questo “Premiere Chants” potrebbe essere un mix temporale tra lo storico “Metal Noir Québécois” e l’ultimo incredibile “Thèmes Pour La Rébellion” (ascoltare la splendida opener title track per credere piuttosto che la conclusiva “La Grande Apostasie”) In alcuni momenti poi, sembra di essere di fronte anche agli ultimi Cantique Lepreux (band con la quale, come saprete, i Forteresse condividono il bassista Matrak Tveskaeg). Ma al di la di questi chiari riferimenti belligeranti, gli Ossuaire, che per carità sono essenzialmente una black metal, hanno anche dei momenti più riflessivi, pacati e vagamente medievaleggianti (“Saints Cephaloires”) che riescono a fondersi perfettamente con il resto del tessuto sonoro d’assalto. La formula proposta dai nostri quattro guerrieri canadesi, è semplice, lineare ed efficace, forse anche scontata per qualche “atteggione” dal palato fine, io che invece la finezza l’ho abolita alla nascita, mi gusto alla grande quest’album con sessioni ripetute, perché se è vero che non stupirà più di tanto, è altrettanto vero che ha in se qualità e attitudine che per me bastano e avanzano … Il metallo nero del Quebec è in ottime mani …

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