Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:51 min.
Etichetta:Ram It Down Records

Tracklist

  1. LEGIONS
  2. KING OF FOOLS
  3. THE UNHOLY
  4. HONOR AND VICTORY
  5. A MOMENT IN TIME
  6. MY KINGDOM COME
  7. THE DARK AGE
  8. MISTRESS OF AGONY
  9. TIME IS NO HEALER
  10. OF PAIN AND MISERY

Line up

  • Magnus Winterwild: vocals, keyboards , guitars , bass
  • Joakim Jonsson: guitars
  • Jens Klovegård: guitars
  • Hampus Fasth: drums

Voto medio utenti

Cinque anni di assenza dalle scene ed invece il precedente "Where Dreams Are Forgotten" uscito per Inner Wound Recordings nel 2014 mi pare uscito ieri l'altro...

Come passa il tempo non passa niente, ed anche i veterani Axenstar la penseranno come il sottoscritto, dato che di acqua sotto i ponti da quello storico ed ignorato "Perpetual Twilight" uscito nel 2002 ne è passata davvero tanta. Ennesimo cambio di etichetta, oggi giunti alla Ram It Down sublabel della ben più affermata AFM Records, per il quartetto capitanato da Magnus "Winterwild" Eriksson, ribattezzato simpaticamente da noi di Metal.it in Anacleto Mitraglia per la sua voce un po' sgraziatella ma a cui siamo comunque legati da affetto e nostalgia.

Se proprio il disco precedente "Where Dreams Are Forgotten" era un inaspettato ritorno alla qualità di un tempo - gli Axenstar non sono mai stati dei leader del movimento power metal europeo ma nemmeno hanno mai pubblicato dischi veramente brutti o indecenti, purtroppo questo nuovo "End of All Hope" non si rivela all'altezza: nessuna preoccupazione, nessun cambio musicale degno di nota, è fisiologico che non tutte le ciambelle vengano perfettamente col buco ed ogni tanto anche un bravo pasticcere brucicchia un dolce, basta grattare via la parte incriminata e si mangia ugualmente con gusto, ma magari il dolce successivo viene più buono.

E lo stesso accade per questo album, semplicemente i brani contenuti nel nuovo disco non hanno la stessa efficacia e le giuste melodie della volta scorsa, non ci sono quelle "Inside the Maze" o "The Return", ma questo non significa che anche qui non ci siano dei buonissimi brani, tra i quali spiccano "Mistress of Agony" o "Time is No Healer", senza dimenticare il singolo "The Unholy" che vedete in calce a questa recensione.

Sappiamo bene che da tempo gli Axenstar abbiano abbandonato quelle atmosfere completamente chiare e luminose degli esordi, avendo abbracciato un mood oscuro che è chiaramente intuibile anche leggendo in italiano gli ultimi album:

- il requiem finale
- dove i sogni sono dimenticati
- la fine di ogni speranza


e così via... a volte fin troppo, dato che album come "Aftermath" erano fin troppo pesanti. Il nuovo "End of All Hope" non è più pesante come genere proposto ma pare ancora più negativo e pessimista del precedente, fin dalla copertina di Felipe Machado, con linee vocali e cori molto drammatici e talvolta abbiamo l'impressione che anche la voce di Magnus, peraltro davvero dimagritissimo rispetto a quache anno fa, sia ancora più disperata e sgraziata del solito... ma sempre affascinante e piena di carisma.

Non uno tra i migliori della loro discografia ma senza alcun dubbio un altro buon album della band originaria di Västerås, obbligatorio per tutti i nostalgici di quella scena di inizio 2000 quando gli Axenstar insieme ai redivivi Freternia, Crystal Eyes, Wyvern, Nostradameus, Zonata e tanti altri dominavano la scena del becer power metal europeo.

Axenstar, sempre bravi e sempre nel nostro cuore.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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