Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:57 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. A DEMENTED IMPRESARIO
  2. RETURNS AGAIN
  3. THE INFAMOUS
  4. DARK SKIES
  5. FINDING HOME
  6. THIS IS THE END
  7. FUTURE I SEE
  8. HELLBOUND
  9. FROM BELOW
  10. CURTAIN CLOSES

Line up

  • Scott Oliva : vocals
  • Craig Besemer : guitars
  • Anthony Dazzo: bass
  • Mark Muchnik : keyboards
  • Rob Garcia : drums

Voto medio utenti

I “The Nightmare Stage” si formano nel 2008 a New York, a seguito dello scioglimento degli “Immortally Committed” di cui facevano parte chitarrista, tastierista e batterista, all'anagrafe rispettivamente Craig Besemer, Marc Muchnik e Mike Festa, quest'ultimo poi sostituito da Rob Garcia, a cui si aggiunge il vocalist Scott Oliva, e nel 2010 danno alle stampe il loro debutto discografico intitolato “Free Admission For The Damned”, a cui segue, in questo 2019 “When The Curtain Closes”.
Il nuovo album della band non si discosta molto per caratteristiche, dall’esordio di nove anni or sono, e la proposta musicale che il combo newyorkese sciorina al suo pubblico consiste in una sorta di equilibrio tra un solido “power metal made in USA”, intriso quindi di influenze heavy-trash e delle linee melodiche più raffinate, di matrice chiaramente progressive, grazie alle onnipresenti tastiere ed alla struttura delle singole tracce in continua evoluzione.
A dire il vero, il risultato di tale compromesso, solamente a tratti porta agli esiti sperati, difatti nei brani più aggressivi come la opener “A Demented Impresario”, “Future I See” o “From Below” la sensazione che ne scaturisce è quella di una generale confusione, come se la band avesse tante, prbabilmente troppe idee da realizzare, e poca chiarezza sulle priorità da seguire.
In altri pezzi invece, laddove emerge maggiormente il lato progressive, grazie alle tastiere che danno luogo a curiose e mistiche melodie dal sapore arabeggiante, senza però eccedere mai, in quanto i rocciosi riffs di chitarra e le ritmiche serrate riportano sempre le songs nella giusta direzione, il disco sembra convincere maggiormente, si pensi a tracce come “Returns Again”, “Dark Skies” (dove sembra di ascoltare gli “Zandelle” di “Twilight On Humanity”), “Finding Home” o la conclusiva “Curtain Falls”, mentre “This Is The End”, ovvero la ballad del disco, non convince a causa del suo andamento eccessivamente regolare, quasi ipnotico.
Ad accrescere il valore di un album pieno di luci e ombre, è indubbiamente “The Infamous”, una semi-ballad intrisa di grazia e malinconia al tempo stesso, dai chiarissimi richiami melodici ai “Queensryche”, anche nel cantato, peccato che Scott Oliva non abbia le doti vocali ed espressive né di Geoff Tate, né tantomeno di Todd La Torre, tuttavia il pezzo è piacevole ed il refrain è indubbiamente ben riuscito, stampandosi nelle orecchie dell'ascoltatore.
Insomma, tornando al discorso iniziale, non è cosi semplice trovare la chiave giusta per realizzare il perfetto bilanciamento tra due realtà cosi contrastanti tra loro come il grezzo, violento “US power metal” e il più raffinato progressive, in passato altre band ci hanno provato, si pensi ai già citati “Zandelle” ed i risultati sono spesso stati altalenanti, e anche i “The Nightmare Stage” in questo album mostrano tutti i loro limiti in tal senso, pur lasciando intravedere a tratti qualcosa di interessante.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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