Vimur - Triumphant Master Of Fates

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:40 min.
Etichetta:Boris Records

Tracklist

  1. SEDITIOUS APERTURES
  2. CONSUMED BY THE SOURCE
  3. ADVERSARIAL IMPETUS IGNITION
  4. SULPHUROUS HALLUCINATIONS MANIFEST
  5. NUCLEAR DESECRATION
  6. OUR DEAREST HOPES LIE BURIED HERE
  7. SUPREME PREEMPTION OF THE LIGHTLESS EMPIRE

Line up

  • Kiehül: bass
  • Atheos: drums
  • Vaedis: vocals, guitars
  • Australis: guitars

Voto medio utenti

Ritornano a distanza di ben 5 anni gli americani Vimar, e il tempo non è passato invano, anzi “Triumphant Master Of Fate” ci presenta una band in ottima forma che ci propone un album convincente e tritaossa come non ci stancheremo mai di ascoltare. Rispetto al debut “Traversing The Ethereal Current” , che ci proponeva una band ancora chiaramente alle prese con la ricerca di un sound “definitivo”, questo ritorno ci regala una colata di black metal con “importanti” influenze death, sia a livello ritmico, dove spesso il drummer Atheos si lascia andare a patterns e sfuriate tanto cari ai colleghi deathers , che nella voce, dove un growl profondissimo a la Incantation, riesce a dare ancora più enfasi alle parti (preponderanti) in screaming (a tal proposito l’ascolto di “Our Dearest Hopes Lie Buried Here” potrebbe aiutare più di mille parole). Lungo tutto il corso dell’album mi è venuto spesso da pensare come i Vimar siano una strana creatura uscita fuori dalla incestuosa unione dei Sacramentum di “The Coming Of Chaos” e gli Immortal di “Blizzard Beast” con in più un tocco dal tipico flavour americano . I pezzi scorrono via tutti molto facilmente, dando sempre l’impressione che la band suoni e organizzi la propria musica come meglio non si potrebbe, non risultando mai banale, eccessiva o cialtrona, e quando si arriva ai 12’ (!!!) finali di “Supreme Preemption Of The Lightless Empire” si ha la perfetta sublimazione di tutto il lavoro, tra sfuriate black, break melodici, screaming indiavolati e un’ispirazione al top! “Triumphant Master Of Fate” è un album che sta suonando molto spesso nel mio lettore e ogni volta lo trovo sempre molto interessante e coinvolgente, senza per questo dover essere sconvolgente o sperimentale, conferma ancora una volta di più, come l’attitudine sia il vero “ingrediente segreto” della scena metal, tutti stili confusi. Difficilmente troverete il quartetto di Atlanta sul podio degli album di fine 2019, ma sono sicuro che ogni volta che vorrete ascoltare del buon black/death, composto con lucidità ed ispirazione e suonato con le palle, farete certamente un pensierino a quest'album. La classe operaia sogna il potere

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