Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:39 min.
Etichetta:Heavy Psych Sounds

Tracklist

  1. THERE'S SOMEONE THERE
  2. THE FINAL EXORCISM
  3. GODDESS OF THE NIGHT
  4. WHEN DO THE DEAD SEE THE SUN
  5. THE CHURCH BY THE SEA
  6. LAY, DEMON
  7. FEAR THE PRIEST

Line up

  • Carl Geary: bass
  • Mark Greening: drums
  • Oliver Hill: guitars
  • Soozi Chameleone: vocals

Voto medio utenti

Che il binomio voce femminile e doom metal funzionasse alla grande non lo si scopre certamente oggi, e formazioni come Windhand, Messa, The Wounded Kings, Blood Ceremony, giusto per citare le prime che mi vengono in mente, sono ancora qui a ricordarcelo con la potenza evocativa della loro musica. Giunti al secondo album con "The Final Exorcism" che ci accingiamo a recensire, i Dead Witches si collocano con successo all'interno di questo filone femminil-luciferino fatto di riff sabbathiani dal mood settantiano, ritmi trascinati ed un'aura occulta e tenebrosa a offuscare l'aria. Difficile non percepire l'odore dello zolfo durante l'ascolto di brani come "Goddess of the Night" o la titletrack, ed anche se l'intermezzo acustico di "When Do the Dead See the Sun" lascia filtrare qualche timido raggio di luce tra le tenebre, l'oscurità torna a regnare dalla successiva "The Church by the Sea" fino alla conclusiva "Fear The Priest". Il rifferama targato Oliver Hill è fortemente debitore ai Black Sabbath dell'era Ozzy ma include anche richiami alle declinazioni più attuali dello "Iommismo", grazie all'uso di flanger e soprattutto per la presenza massiccia del basso, che permea con la sua cupezza i brani e riporta alla mente mostri sacri quali Sleep, Electric Wizard o Goatsnake. Ottima la prova vocale di Soozi Chameleone, che con il suo timbro vocale singolare potrà certamente far storcere il naso a qualcuno, ma che ho trovato perfettamente calzante alla proposta musicale dei Dead Witches nonostante non sia tecnicamente ineccepibile: una prestazione al vetriolo, in grado di dare ruvidezza ed evocatività alla musica sinistra della band.
La presenza di Mark Greening dietro le pelli (ex Electric Wizard, Ramesses, ex With The Dead) non sappiamo quanto possa aver influito nel processo di composizione di "The Final Exorcism", ma certo una sezione ritmica così esperta non può che aver giovato alla band, che con il suo secondo lavoro dimostra di poter dire la loro e mette in chiaro che nel machissimo mondo metal anche le donne possono ritagliarsi un ruolo importante, non solo come inutili esibizioniste di apparato mammario.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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