Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:50 min.
Etichetta:Transmission
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ENTER
  2. COME
  3. BOUNDARIES ARE OPEN
  4. LIVING SHIELDS
  5. BEING EVERYONE
  6. ATTENDANCE
  7. FREE OF DOUBT
  8. ONLY EVERYTHING
  9. STRONG
  10. FACE YOUR DEMONS
  11. NO CONTROL
  12. FOREVER

Line up

  • Floor Jansen: vocals
  • Sander Gommans: guitars, grunts, solo, acoustic guitar
  • Bas Maas: guitars, vocals
  • Joost Van Gerven: synths
  • Luuk Van Gerven: bass guitar
  • Andre Borgman: drums

Voto medio utenti

Il crescente numero di voci metal femminili negli ultimi anni, ha creato un'inflazionata corrente trasversale tra power e gothic, all'interno della quale è difficile distinguere le band più originali e talentuose. Da questo processo non sono stati scalfiti gli ormai navigati After Forever, che al quarto full-lenght album danno prova di una versatilità e un desiderio di sperimentazione notevoli. Ci riconducono infatti alle influenze progressive già evidenti nel precedente Invisible Circles, concept album più perfezionista rispetto al nuovo, più gotico, Remagine. Si sono perse inoltre le tracce di death risalenti agli albori della loro carriera, così come l'atmosfera cupa e decadente: essa è qui rielaborata e presente solo in alcuni punti, come in "Enter", con cui gli AF dimostrano di amare ancora le introduzioni evocative e corali. I sei membri del gruppo si collocano certamente tra le band che più hanno contribuito alla scena musicale olandese, attraverso la propria continua volontà di rinnovamento. Tale volontà si esplica qui negli inserti elettronici quasi onnipresenti e nel parziale accantonamento, rispetto ai vecchi standard, del growl. Sono comunque evidenti alcuni punti di contatto con i Nightwish, anch'essi più orecchiabili e commercializzati rispetto all'esordio e amanti dei cori epici sostenuti da orchestrazioni. Sander, principale autore dei brani, giustifica l'aspetto sinfonico con l'alchimia perfetta che nasce dall'incontro con la poliedrica voce di Floor, che non nasconde una marcata impronta classica. L'insieme dimostra una ricerca di un prodotto allo stesso tempo accattivante ed elaborato, ricorrendo ad elementi pop quali le linee vocali pulite e lineari, ma anche a riff taglienti e a percussioni prepotentemente evidenti, dal sapore power. La modernità di questo disco si manifesta in maniera multiforme nelle varie tracce, in cui troviamo: oniriche scale di semitoni discendenti e potenti assoli di basso ("Living Shields"); momenti intimistici ed acustici ("Only Everything"; "Strong"); una batteria campionata in una melodia asciutta e ripetitiva (Attendance); chitarre distorte ma mai pesanti ("Boundaries Are Open"); limpide tastiere ("Being Everyone"); un cantato ora punk ora soul ("Face Your Demons"). La Jansen ha infatti dimostrato un'alta professionalità nel destreggiarsi tra una liricità alla Simons, sfumature più calde e un po' forzate che ci ricordano l'"Elisa di Pipes and Flowers" e persino la leggerezza di Sharon den Adel. Anche il momento più piatto viene arricchito dall'interpretazione di Floor, che si contrappone invece alla poco appropriata esecuzione di Bas Maas degli ultimi due brani, "No Control" e "Forever". La voce sporca e poco precisa del chitarrista non fa altro che mettere in maggiore risalto quella della vocalist, più adatta al confronto con il growl di Gommans. Là dove non è la vocalità potente a rendere unico l'album, registrato all'Excess Studio di Rotterdam, è l'amalgamarsi dell'orchestra con la ruvidezza degli altri strumenti, grazie ad una produzione ad alto livello. Le varie scelte stilistiche sono congeniali al tentativo di descrivere una vita quotidiana filtrata da emozioni dirompenti, spesso profondamente negative come in "Living Shields", in ricordo dei bambini morti a Beslan; o come anche nella delicata "Strong", allusione al cancro che ha afflitto Borgman fino ad un anno fa. Purtroppo la copertina non rappresenta adeguatamente questi stralci di vita vissuta, in quanto costituita unicamente da una banale foto di gruppo, che non brilla certo per originalità e anzi penalizza l'immagine della cantante in primo piano.
Possiamo vedere Remagine come uno dei migliori album degli After Forever, se non il migliore: un apprezzabile miscuglio di sonorità classiche e accostamenti graffianti, il che lo rende ricercato, ma non di nicchia. L'unico elemento penalizzante si trova nel fatto che l'eterogeneità dei pezzi e delle varie parti degli stessi da' la sensazione che si siano voluti unire tanti frammenti di brano a indipendenti, con un effetto dispersivo e poco uniforme. Non sappiamo se le pur non traumatiche metamorfosi stilistiche della band siano dovute ad un'ispirazione momentanea o alle idee poco chiare riguardo ai propri obiettivi musicali. La speranza è che continuino a proporci prodotti ben confezionati come questo, che di certo rappresentano un traguardo nella carriera della band.
Recensione a cura di Claudia 'Deepblue' Beltrame
After Forever - Remagine

La mitica Floor Jansen schiude di fronte a se stessa la meritate impenetrabili qualita' canore sfruttando a dovere le linee vocali e l'approccio adottato in fase compositiva che promana Remagine. Senza compromessi di sorta,aggressivi,fulminanti,impetuosi nelle 11 tracce di un album tra i best del 2005.Being everyone;Attendance;Boundaries are open;...l'ondata del melodic symphonic death (made in Holland) partendo dalle atmosfere di fondo una riflessiva macchina da guerra gli After Forever

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