Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:46 min.
Etichetta:FiXT Music

Tracklist

  1. BOOT
  2. FLOATING POINT
  3. POINTERS
  4. BRUTE FORCE
  5. USERSPACE
  6. SHELLCODE
  7. HEX
  8. DEADLOCK FEAT. IGORRR
  9. ROOTKIT
  10. TROJANS (HARD MODE)

Line up

  • Rémi Gallego: programming, DAW, guitars
  • Jean Ferry: drums

Voto medio utenti

*DISCLAIMER*

Se siete dei metallari fondamentalisti, fermatevi qui. Questo non è metal. Magari vi siete già fermati al momento della lettura dell’etichetta “Elettronica”, ma nel caso siate ancora qui..andate via. Perché tanto poi lo so che passereste il tempo nei commenti a dire che questo non è metal, che fa schifo, che è la rovina della musica, quindi risparmiatemi la fatica.

Per tutti gli altri, The Algorithm è il progetto del musicista e produttore francese Rémi Gallego, il quale nel 2009 decide di voler metter su una band mathcore, influenzato dai Dillinger Escape Plan. La ricerca di potenziali membri interessati non porta a nulla, di conseguenza il buon Rémi decide di fare tutto da solo e, armato di chitarra e di una DAW (Digital Audio Workstation), pubblica alcune demo e inizia a frequentare i palchi della Francia e d’Europa.
La sua musica nel frattempo cambia e il mathcore rimane solo un flebile ricordo, sovrastato da influenze decisamente più elettroniche, accorpando elementi dubstep, trance e soprattutto drum and bass. Grazie all’aiuto di Mike Malyan (ex Monuments) prima e del connazionale Jean Ferry poi, i The Algorithm producono “Polymorphic Code” e “Octopus4”, sempre per Basick Records.
Questo “Brute Force” rappresenta quindi la terza fatica per il combo transalpino, seconda con l’accoppiata Gallego – Ferry dietro gli strumenti. E..diamine, quello che salta fuori dalle 10 canzoni (9 inediti più una versione “hard mode” del singolo “Trojans”, proveniente dal primo album) è strano ma terribilmente figo. La componente elettronica è sempre predominante, ma l’apporto alla batteria di Ferry rende le composizioni decisamente più toste, strizzando fortemente l’occhio al djent e al prog, pur assolutamente non nella sua accezione più classica del termine.
Zero linee vocali, fatta eccezione per qualche intermezzo chiacchierato qua e là, ma al 99.9% abbiamo qui una dimostazione di forza bruta (nomen omen) non indifferente. Coraggio a mille, data la particolarità della proposta, ma talento impressionante..e che non si dica che fare musica è solo suonare una chitarra, un basso o una batteria, perché l’AKAI APC40 di Gallego è una bomba atomica di suoni e ritmi sincopati e forsennati.

Non piacerà a tutti, non piacerà a molti, piacerà invero davvero a pochi. Però quei pochi che riusciranno ad entrare nel mondo dei The Algorithm troveranno in “Brute Force” una piacevole e valida alternativa al “solito”. O all’intrattenimento intelligente, come ci insegnava il buon Luttazzi.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 apr 2016 alle 17:56

Boh, come vedi è piaciuto anche a me quindi..o tocca preoccuparsi in due :P

Inserito il 06 apr 2016 alle 21:59

A me è piaciuto. Devo preoccuparmi?

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