Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:45 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. NO COMPROMISE
  2. 99
  3. ABYSMAL
  4. SABOTAGE
  5. ALL AGAINST ALL
  6. SWEET RELIEF
  7. BURNT TO A SHELL
  8. WHO WILL DECIDE
  9. NOTHING RIGHT
  10. LIQUID BURNS
  11. MY SHADOW

Line up

  • Vocals: peter dolving
  • Guitars: anders björler
  • Guitars: jensen
  • Bass: jonas björler
  • Drums: per möller jensen

Voto medio utenti

2 a 2. Con questa splendida azione solitaria, Peter Dolving realizza il goal del pareggio. Eh sì cari amici miei, perché pare che ai The Haunted piaccia alternare i cantanti: il debutto mediocare con Dolving, due dischi di fila con l’ex Face-Down Marco Aro (acerbo in “The Haunted Made Me Do It”, perfetto in “One Kill Wonder”) ed ora ecco il ritorno di Dolving, parecchio migliorato rispetto all’esordio del 1998 ed ora inserito in un meccanismo perfettamente oliato dall’esperienza e la rabbia dei fratelli Bjorler, il sempre ottimo Jensen alle chitarre e Moller Jensen dietro le pelli, preciso e puntuale sia nei pezzi più ritmati e cadenzati che in quelli tritatutto.
Bands come i The Haunted sono sempre da apprezzare, pur esibendosi da sempre su livelli più che accettabili, ogni album hanno saputo smussare i loro difetti, limare le loro banalità, compiere un’evoluzione artistica che li ha portati a maturare, variando il loro sound e la loro proposta, al contrario di buone bands come i Carnal Forge o i Defleshed che non sanno staccarsi un momento dal loro 4/4 a 220 di metronomo.
“Revolver” al contrario offre molteplici livelli di violenza sonora, dagli attacchi frontali dell’opener “No Compromise” (il titolo è tutto un programma), dalla furia omicida di “Sabotage”, dalla thrashissima “Sweet Relief”, in cui la band dimostra ed esprime gran parte del proprio potenziale, fino ai brani in cui i The Haunted ci mostrano la loro capacità di variare, di inserire partiture melodiche senza ammosciare il pezzo, rendendolo ancora più sinistro ed inquietante, come è il caso della morbosa “Abysmal”, di chiara ispirazione slayeriana e venata di strazianti e malevoli assoli, probabilmente la punta di diamante di un album solidissimo e destinato a diventare negli anni un piccolo gioiellino a cui fare riferimento nella guida al genere.
Da segnalare, come al solito direi, l’ottima produzione raggiunta ai Fredman Studios di Fredrik Nordstrom, l’onnipresente ironia da sempre presente nei testi e nei titoli dei lavori dei The Haunted (vedi anche il modo di scrivere rEVOLVEr…) ed una qualità che si mantiene alta per tutti i 46 minuti di durata di questo quarto lavoro da studio della band nordeuropea.
L’unico cruccio che “rEVOLVEr” mi lascia è la curiosità dilaniante di poterlo ascoltare con il vecchio Marco Aro alla voce, sicuramente più lucido mentalmente dell’insano Dolving, e senza dubbio su coordinate più death metal, probabilmente più in linea con la musica rispetto al proprio collega, basato maggiormente su una impostazione hardcore.
Ma la canonicità di Aro, ligio al proprio compito ma privo di quel lampo di pazzia, ci avrebbe forse impedito di ascoltare una conclusiva e splendida “My Shadow”, in cui Dolving dà sfogo a tutta la propria instabilità per regalarci un’esibizione da brivido, persino in clean vocals, a cui a dirla tutta Aro non avrebbe saputo nemmeno pensare. The Haunted, Evolve in extreme!!!
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
Gran Disco!

Gran ritorno di Peter Dolving! Questo disco è secondo solo all'omonimo: ha su di me l'effetto di una fucilata in testa!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 set 2008 alle 12:39

Non sono daccordo su Marco Aro: questo è un disco Peter Dolving! E comunque il loro primo album a mio giudizio rimane il migliore!

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