Circus Maximus: il futuro del progressive metal al nostro cospetto!

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Poco prima della loro esibizione sul palco del PPM Fest abbiamo avuto l’occasione di incontrare i Circus Maximus: il singer Michael Eriksen e il tastierista Lasse Finbraten si sono resi protagonisti di un’intervista davvero divertente, in cui si sono raccontati senza timore e hanno messo in luce anche la vena goliardica che accompagna da sempre i racconti che circolano su questa band. Ecco quello che ci siamo detti!

Ciao ragazzi, prima domanda di rito: come avete vissuto i mesi successivi all’uscita di Nine? Siete contenti dell’accoglienza ricevuta?
Michael: Beh, possiamo dire che è stata davvero una grossa sorpresa per noi. Il disco è stato accolto alla grande da tutti e ovviamente siamo tuttora felicissimi di quello che è successo.
Come descriveresti oggi la musica dei Circus Maximus a uno che non vi conosce?
Lasse: Io gli direi che facciamo heavy metal, ma senza porci alcun limite intorno a questo. Sicuramente ci sono elementi divertenti, perché ci piace metterne e c’è tanta melodia, perché la amiamo e amiamo comporre. Ecco, gli direi una cosa del genere!
La cover del vostro ultimo disco è molto semplice. È stata una scelta precisa?
Michael: La cover è nata da un’idea della moglie del nostro chitarrista, che è anche l’autrice del nostro logo. In realtà sì, volevamo qualcosa di semplice, che esaltasse solo la musica.
Lasse: Avevamo un po’ di idee, anche proposte di alcuni artisti. Ma tutto ciò che c’è in Nine è molto solare, pulito. Un disco che per noi rappresenta una rinascita, dunque tutto il bianco con solo pochi elementi neri significa luce, vita.
I DGM ci hanno detto che vi conoscete da tempo e che siete amici, giusto? Come li avete conosciuti?
Michael: Oh, sì, abbiamo diviso tante volte il palco! Sono veramente dei grandi e ogni volta che possiamo ci aiutiamo a vicenda! Le loro nuove canzoni sono incredibili!
Se avessi davanti una persona che ammettesse di aver scaricato la vostra musica illegalmente, cosa gli diresti?
Michael: Beh, gli chiederei se gli è piaciuta! (risate, ndr)
Quello che la gente non sa è che scaricando i Circus Maximus introduce nel proprio computer un virus cattivissimo che distrugge per sempre il sistema…(altre risate, ndr)
Scherzi a parte…è la vita di oggi dei musicisti, c’è poco da fare. L’unica soluzione è cercare di fornire soluzioni sempre più economiche e nuove per accedere alla musica legalmente.
Lasse: Il problema è che in rete si trovano soluzioni illegali sempre prima rispetto a quando il music business si attrezza per contrastarle efficacemente.
Michael: Devi cercare anche di dare fisicità al prodotto. Ad esempio, in Norvegia i bambini comprano il giornaletto di Paperino. Lì ci trovi degli sticker che profumano…lo sticker dei fiori profuma di fiori e cose così. Per il nostro prossimo album potremmo pensare a degli sticker con il nostro odore…prima e dopo i concerti! (risate, ndr)
Andando indietro alla scelta del nome…come mai un nome latino?
Michael: Uh, questa è una domanda che ci fanno spesso. In realtà non ci sono strani motivi linguistici, arriva tutto da un videogioco Nintendo in cui un livello richiedeva una password…e la password era Circus Maximus. L’ultima volta che siamo stati a Roma avremmo tanto voluto passare dal Circo Massimo, ma poi abbiamo fatto tardi e non ci siamo riusciti, dovremo assolutamente andarci!
Quali sono i piani per il futuro dei Circus Maximus?
Michael: Abbiamo un sacco di materiale avanzato dalle session di Nine che dobbiamo razionalizzare e sistemare, ma ci sono anche tante nuove idee in cantiere e qualche pezzo già pronto. Ieri sera (io ero l’unico a non aver bevuto, quindi mi ricordo) gli altri parlavano di un disco nel 2014. Se penso al lavoro che c’è ancora da fare, posso dirti che forse sarà pronto il 31 Dicembre…
In Norvegia avete tante band di generi estremi che trattano anche tematiche particolari. Come vi relazionate con loro? C’è una relazione oppure gli ambienti diciamo “classic” e “extreme” sono molto separati?
Michael: Beh, loro giustamente trattano tematiche che stanno anche bene con la loro musica. Non ce li vedo a scrivere di draghi e leggende, ciò di cui parlano è perfetto per il genere che suonano.
Per il resto, sì, gli ambienti sono separati: diversi locali, diversi concerti…in realtà non ci sono tantissimi posti per suonare, ma rimangono ambienti separati.
Rimaniamo in tema Norvegia…la crisi che sta coinvolgendo l’Europa si sente anche da voi?
Lasse: No, devo dire sinceramente di no. Siamo fortunati perché viviamo in uno dei paesi più ricchi del mondo, sostanzialmente grazie al petrolio.
Michael: In casa abbiamo due rubinetti…uno con l’acqua e uno col petrolio (risate, ndr)
Michael, tu hai avuto l’occasione di lavorare coi Kamelot lo scorso anno, ma quando poi hanno scelto il nuovo singer il tuo nome non è comparso. Come è stata l’esperienza e perché non è proseguita?
Michael: Beh, siamo diventati amici dei Kamelot grazie ai tanti show fatti insieme. Loro avevano bisogno di sostituire Roy, li ho aiutati a coprire le date che bisognava coprire e poi la cosa è finita. Non ho mai pensato di poter sostituire Roy, perché io non potrei mai, finchè esisteranno i Circus Maximus, avere un’altra band. Se mi chiamassero gli Ac/Dc, rifiuterei. Sul serio. Arrivano tante richieste quando inizi a girare nell’ambiente e ti fai apprezzare. Io credo che bisogna scegliere un sentiero e percorrerlo fino in fondo, con coerenza, senza troppe distrazioni.
Ok ragazzi, abbiamo finito, a voi lo spazio per salutare!
Michael: Ecco, vorrei dire una cosa! La prossima volta che verremo in Italia e a fine concerto urlerete “Ancora una”…ecco, gridatelo forte! Amiamo l’Italia, abbiamo molti amici e sicuramente torneremo presto per suonarci!
Intervista a cura di Alessandro Quero

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