Kingcrow: un "Crescendo" di nome e di fatto..

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Gruppo:Kingcrow

E' davvero con estremo piacere che scambio 4 o 5 domande con Diego Cafolla, fondatore, songwriter e chitarrista dei romani Kingcrow, che con lo splendido "In Crescendo" si sono dimostrati una delle più belle conferme di questo inizio di 2013 e non solo. Abbiamo parlato di passato, di presente e di futuro..sentiamo allora cosa ci ha raccontato il buon Diego!

Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine virtuali di Metal.it!
Il vostro nome è tra quelli che in maniera più prepotente si sta affacciando sul panorama prog italiano, europeo e mondiale. Ci parlate un po’ di come e quando sono però nati i Kingcrow?
I Kingcrow sono nati per opera mia e di mio fratello Thundra nell’ormai lontano 1996. Eravamo giovanissimi allora e abbiamo iniziato un po’ come tutti, facendo cover. Prima come semplice duo, poi siamo passati al trio aggiungendo un bassista. Allo stesso tempo però ho iniziato a scrivere materiale mio ed abbiamo da subito iniziato a inserire brani originali nel nostro repertorio. Il genere all’epoca era molto influenzato dalla NWOBHM da una parte e dall’altra da componenti derivanti dal progressive rock degli anni 70. Poi dopo moltissimi cambi di line up e varie sperimentazioni e metamorfosi stilistiche siamo approdato ai Kingcrow attuali.
“In Crescendo” ha ricevuto recensioni entusiastiche un po’ ovunque, in Italia e nel mondo. Vi aspettavate un risultato del genere a livello di apprezzamento?
Sinceramente, nel momento in cui ho iniziato a scrivere il disco ho avvertito una certa pressione, derivante dal fatto che venivamo da un disco così ben accolto come Phlegethon. Il songwriting è un processo complicato di suo e l’unico modo per lavorare per me è quello di crearmi un “vuoto creativo” , cercando quindi di non preoccuparsi delle aspettative e dalle pressioni esterne, che siano dei fans, del management ecc. Non è un processo facile ma alla fine , per quanto mi riguarda, è l’unico modo per scrivere musica che mi soddisfi. Poi ho anche la fortuna di far parte di una band di musicisti straordinari e soprattutto molto eclettici, che accolgono comunque il cambiamento come uno stimolo piuttosto che come qualcosa da evitare. Quindi anche in fase di scelta dei suoni, di arrangiamento e produzione ci siamo solo fatti guidare dalla nostra visione artistica. Che piaccia o meno “In Crescendo” rappresenta quanto di più vicino al disco che idealmente avremmo voluto realizzare.
Ora, personalmente, sono piacevolmente sorpreso dai responsi che sta avendo il disco. Dopo averci lavorato così tanto tra le fasi di scrittura, arrangiamento e produzione, perdi la capacità di giudicare il disco per quello che è e mantieni solamente uno sguardo “scientifico” e
tendi a concentrarti su quello che non va piuttosto che su quello che funziona. E inevitabile.
Comunque siamo fieri del nostro lavoro e tutto questo entusiasmo ci rende ulteriormente orgogliosi e ci sprona a dare ancora di più. Penso per ognuno di noi rappresenti un passo avanti nel nostro percorso musicale.
Personalmente ho trovato il disco perfetto, il 10 non è casuale. Come vi spiegate, se l’avete potuta apprezzare anche voi, questa crescita vertiginosa rispetto all’ultimo, pur ottimo, “Phlegethon”?
Innanzitutto ti ringrazio moltissimo per le belle parole spese in fase di recensione.
Anche qui la nostra prospettiva è un pochino diversa da quella dell’ascoltatore. Perché quando tu confronti due dischi di una band, da ascoltatore, puoi confrontare due momenti distanti nel tempo, mettendoli faccia a faccia. Per la band invece è un continuum…è un processo graduale perché vivi tutti gli step che ti portano da un disco all’altro. In fondo 3 anni sono un buon lasso di tempo per migliorare (o forse sarebbe meglio dire cambiare) come songwriter, come musicisti o nella produzione. Per noi si è trattato semplicemente di fare il meglio possibile, ma in fondo è sempre stato così. E’ un po’ come invecchiare…è un processo graduale in cui i cambiamenti sono talmente piccoli e continui che solo quando guardi una tua foto di anni prima ti dici “quanto sono cambiato/invecchiato!”.
Ora noi ci accorgiamo che c’è una certa differenza tra i due dischi ma non saprei proprio quale sia la causa se non un fisiologico processo di maturazione e invecchiamento. Possiamo anche chiamarla Stagionatura!
In questo senso, il titolo è in qualche modo “profetico” rispetto al vostro percorso musicale?
E’ una cosa che ci hanno chiesto in molti ma non siamo così arroganti da riferirci ad un crescendo qualitativo della band!
In Crescendo in realtà è un titolo che si riferisce al tema principale del disco che è per l’appunto crescere e soprattutto la fine della giovinezza e l’ingresso nell’età adulta. Tutte le canzoni sono collegate a questo tema principale. Un altro motivo è il crescendo musicale, che è una parte molto importante del mio songwriting e del nostro modo di arrangiare i brani. Ci piaceva la dualità del significato perché ben rappresenta il contenuto del disco, sia musicalmente che concettualmente.
Se doveste scegliere una sola canzone di “In Crescendo” che rappresenti al meglio l’essenza del “crescendo” musicale dei Kingcrow, quale scegliereste e perché?
Questa è difficilissima! Una sola canzone… non saprei sinceramente dato che per noi sono tutti brani importanti. Uhm, vediamo… personalmente in questo periodo tendo ad apprezzare principalmente “This Ain’t Another Love Song” e “Morning Rain”…Però cambio idea molto spesso. Penso sia un disco così ricco che con un solo brano non sia possibile farsi un’idea di tutto quello che c’è dentro. Sto parlando solo di quantità di sonorità, non di qualità eventuale , che è soggettiva.
Siete stati scelti come compagni d’avventura dei Pain of Salvation per un imminente tour in America. Come state vivendo questa opportunità? Siete fan della band?
Bè, i Pain Of Salvation ci piacciono ovviamente, hanno fatto dei lavori che personalmente ritengo fondamentali per il movimento prog metal. Siamo molto contenti quindi di andare in tour con loro in Usa e Canada e penso che il loro pubblico possa apprezzare la nostra proposta. Gli Usa poi sembrano essere un mercato piuttosto ricettivo nei nostri confronti quindi diciamo che la cosa ci fa ancor più piacere! In più Daniel ha espresso il suo personale apprezzamento per i Kingcrow il che non può che farci ancora più piacere.
Lo scorso anno invece avete avuto l’occasione di aprire il concerto di un altro grande del prog mondiale, Jon Oliva. Com’è stata quell’esperienza?
Per me è stato fantastico. Sono cresciuto ascoltando i dischi dei Savatage e ritengo tutt’ora Streets uno dei dischi heavy metal più belli in assoluto. Puoi immaginare quindi che emozione è stato andare in tour con lui e conoscerlo personalmente. In più lui è veramente umile e alla mano. Pensa che spesso assisteva a tutto il nostro show perché, ci disse, era molto colpito dalla nostra musica. Per me è stato un grandissimo motivo di orgoglio.
Dopo aver parlato di passato, programmi per il futuro più o meno prossimo?
Nell’immediato futuro c’è il 10 Marzo il release party di In Crescendo al Crossroads Live Club di Roma . Sarà una bella festa e suoneremo un sacco di brani. Chiaramente siamo molto concentrati sul tour Nord Americano e, quando torneremo, sul tour Europeo. Poi suppongo dovremo anche iniziare a pensare al successore di In Crescendo giusto? Insomma si preannuncia un periodo abbastanza denso per tutti noi .
Si parla sempre di ispirazioni: quali sono i gruppi che realmente vi hanno ispirato?
Nella band abbiamo bene o male tutti background musicali differenti.
Personalmente potrei stare qui a parlarti per ore della musica che ho amato e che è andata a far parte del mio background. Giusto per farti qualche nome ti posso citare Rush, Pink Floyd, King Crimson, Faith No More, Mike Oldfield, Iron Maiden, Massive Attack, Meshuggah, Camel, Gentle Giant, Eugenio Finardi, Mars Volta, Zappa, Tool, Steven Wilson, Nine Inch Nails, The Who, Beach Boys, The Beatles e veramente tantissima altra roba che non ha a che fare ne con il progressive ne con il metal.
Come vedete la realtà odierna del metal in Italia? C’è qualche band poco conosciuta che vi sentite di “sponsorizzare”?
Non seguo moltissimo la scena italiana per quanto riguarda il Metal sinceramente, ma mi sono sempre piaciuti gli Infernal Poetry che trovo veramente interessanti , mentre in ambito Prog ti segnalo i Moongarden che sono degli amici e dei bravissimi musicisti.
Direi che è tutto, grazie mille per la vostra disponibilità e in bocca al lupo per il futuro! Lasciate un saluto per i nostri lettori!
E’ stato un piacere.
Grazie a te e a tutti i lettori di Metal.it per l’attenzione dimostrata e il per supporto!

Quoth the Raven, Nevermore..
Intervista a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 mar 2013 alle 09:37

intervista bella....complimenti!

Inserito il 27 feb 2013 alle 09:24

Ragazzi siete l'orgoglio italiano!!!