Kamelot: alive and kicking!

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Gruppo:Kamelot

Una delle interviste più attese dai nostri lettori, per una delle bands più amate. Tante sono le cose che vorremmo sapere sul nuovo album dei Kamelot, Silverthorn, sulla dipartita di Roy Khan e sul nuovo singer Tommy Karevik. Sono le sette e mezza di sera in quel di Bologna e all’Estragon, il locale che li vedrà esibirsi, fervono i preparativi. Thomas Youngblood fa salire me ed i colleghi di altre testate nel suo “castello”, come definisce il tour bus, sorprendentemente ordinato per essere tale. Il tempo a nostra disposizione è breve, dopodiché dovrà tornare a fare il soundcheck. Ovviamente, sbucano fuori quantità di cd per quantità di autografi.

Consideri questo un nuovo inizio per la band?
Per me è la continuazione di quello che abbiamo iniziato. Certo, è innegabile che ci siano delle novità… Un nuovo album e un nuovo cantante, che vuol dire una nuova persona per noi della band, ma, in ogni caso, Silverthorn è l'evoluzione naturale del nostro lavoro artistico. Probabilmente è il disco che i fan si aspettavano dopo Ghost Opera. Quindi si tratta solo teoricamente di un nuovo inizio, secondo me, e credo che molti nostri fan la pensino alla stessa maniera. E’ semplicemente la continuazione di noi, come dire: “Hey, ci siamo ancora; siamo ancora in giro!”.
Dicci qualcosa sulla nascita di Silverthorn
E' stato fantastico, abbiamo lavorato duramente, con passione, a qualcosa in cui credevamo. Siamo estremamente soddisfatti della reazione dei giornalisti e di come sta andando la band. Quando suoniamo i nuovi pezzi, i fan li apprezzano, quindi è perfetto. Da un punto di vista musicale c’è continuità. Quando la gente ascolta i nuovi brani riconosce il sound dei Kamelot. Ho voluto riportare un po' di melodia alla musica dei Kamelot, venuta a mancare almeno da Poetry for the Poisoned. Credo sia un elemento che molti desideravano di nuovo. Questo album ha sicuramente più melodia rispetto ai precedenti. Chi ascolta vuole rilassarsi con la musica, ma allo stesso tempo vuole provare emozioni, anche tristi, forse sofferenza.
Come integrerete i novi brani nella setlist dal vivo?
Di solito, quando esce un nuovo album, suoniamo tre o quattro nuove canzoni, che integriamo con il repertorio vecchio, perché i fan vogliono ascoltare brani come Karma e At the Center of the Universe. Concentrarci esclusivamente sui pezzi nuovi, sarebbe come negare il nostro passato.
I vostri prossimi concerti?
Suoneremo da headliner in Nord America; ci piace molto esibirci là, riceviamo sempre un bel feedback. Torneremo in Europa, probabilmente in primavera, e faremo un tour in alcune zone dell’est della Grecia, Paesi Baltici, magari torneremo in Olanda. La grande novità dell'anno prossimo sarà il nuovo dvd. Lo gireremo in una location ancora da definire, ma di sicuro sarà un evento unico.
Sarebbe bello girarlo in uno spazio all’aperto, magari un’arena…
Sì, mi piacerebbe… Comunque la capacità sarà di quattromila persone e si terrà probabilmente in Europa, ma non siamo ancora sicuri.
Qualche considerazione su Tommy?
Ci aspettiamo grandi cose e siamo elettrizzati dall'avere qualcuno che si avvicina al nostro stile, ma che, allo stesso tempo, porti quel sound rock and roll. Penso che Tommy soddisfi in pieno questi due criteri. L'altro lato positivo è che da subito è andato d'accordo con tutti, è entrato a far parte del team, si è confrontato. Se vuoi essere in una band, è importante “fare squadra”; noi andiamo molto d'accordo.
E’ solo una coincidenza che abbiate di nuovo scelto un cantante scandinavo?
Penso di sì… A me sono sempre piaciuti i cantanti scandinavi. Ho vagliato diversi cantanti: dall'Italia, Brasile, Grecia, Stati Uniti; ho visto ed ascoltato numerosi artisti scandinavi, soprattutto norvegesi, e penso che Tommy Karevik concentri il meglio. Il modo in cui tiene il palco, interagisce con il pubblico, è straordinario. Dopo solo qualche mese che era con noi già era visibile il feeling con la band ed il pubblico. Dopo averlo visto in concerto ti viene da dire: “Wow”.
Siete ancora in contatto con Roy?
No, non direi. Non ho idea di cosa stia combinando.
Il successo maggiore che avete ottenuto finora?
Sicuramente incidere dischi che toccano le persone e le emozionano. Vedere un pubblico felice ai concerti. Ma anche viaggiare, cosa che mi ha sempre appassionato e che non ho avuto occasione di fare da bambino. Abbiamo tutti ancora molti obiettivi da raggiungere.
I tuoi quali sono?
Innanzitutto il nuovo dvd, sarà una produzione enorme, e vogliamo essere in grado di lavorarci tutte le sere, o almeno tre o quattro sere per tour. Dipende ovviamente dalle città in cui suoneremo. Vogliamo fare show sempre migliori, con una produzione eccellente.
C’è qualcosa che vuoi dire ai fan?
Grazie per il vostro supporto nell'ultimo anno e mezzo, con tutto quello che è successo. Il vostro calore ci ha fatto andare avanti, ci ha dato l'energia per comporre un album di cui vado fiero. Avete sempre creduto in noi, incitandoci a non mollare. Abbiamo lavorato duramente e il risultato è davvero fantastico... Quindi, non scaricate l'album: compratelo! E speriamo di vedere tutti ai nostri concerti.
Intervista a cura di Laura Archini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 nov 2012 alle 14:30

Meno male che l'ha sottolineata l'Italia in primis.... Per la Grecia intende Vasilis Georgious.