Wintersun: è stata solo una questione di..Time.

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Gruppo:Wintersun

Portare sulle spalle ben 6 anni di lavoro non è una cosa facile per un disco. "Time I" dei Wintersun ci è riuscito alla stragrande e in occasione della sua tanto posticipata uscita nei negozi abbiamo l'occasione per sentire cos'ha da dirci il mastermind dei finlandesi, quello Jari Mäenpää già nei ranghi degli Ensiferum. E le domande non potevano che vertere sulla questione principale: il tempo. No, non quello che "domani piove".

C'è un buco di 8 anni tra il vostro precedente album e questo "Time I". Come mai tutto questo tempo, considerato anche il fatto che avete annunciato l'uscita del disco più e più volte?
Il problema più grosso è stato creare le orchestrazioni, davvero massicce. In principio non mi ero reso conto di quanti "cavalli" servissero al PC per elaborarle, di conseguenza per diversi anni ho lottato con limitazioni software e hardware. Non c'è voluto molto per comporre le canzoni, dato che scrivere musica e riffs è una cosa naturale per me. La parte più difficile è stata dopo, perchè sono un maniaco dei suoni e di tutto quello che riguarda la produzione. Tutto deve suonare come voglio che suoni. All'inizio ero cosciente di voler creare questo album grandioso e epico, con un sacco di parti orchestrali. Non ho voluto abbandonare il progetto di fronte alle numerose e stressanti difficoltà che mi si sono parate di fronte. A parte questo, altri problemi hanno riguardato strumentazione rotta e discorsi privati, tra cui il mio trasloco forzato durato diversi mesi.
Com'è stato produrre da te l'album?
E' stato difficile e molto soddisfacente allo stesso tempo, perchè non avevo le strumentazioni migliori e il miglior studio disponibili. Ho anche mixato l'album nel mio piccolo appartamento, che sicuramente non è il posto migliore per mixare. In conclusione sono molto soddisfatto del risultato.
Come hai fronteggiato la pressione derivante dal secondo album? E' diventata sempre maggiore con il crescere dell'attesa da parte dei fans?
Si a un certo punto si, ma ho deciso di non preoccuparmi troppo delle pressioni provenienti dall'esterno e di concentrarmi sul disco, vivendo semplicemente nel mio mondo finché tutto non fosse finito. Fin dal principio avevo pensato a un album molto epico e sapevo che ci avrei messo un po'.
Nell'arco di 8 anni la personalità di una persona cambia radicalmente. Hai scoperto nuove influenze in questo periodo?
Assolutamente! Sono stato parecchio influenzato dalle colonne sonore dei film, per esempio "Memorie di una Geisha" o "La Tigre e il Dragone". Quand'ero piccolo, il videogioco "The Last Ninja" del Commodore64 aveva una colonna sonora a 8-bit fantastica, che mi impressionò molto. La ascolto ancora e la trovo meravigliosa! In generale ho sempre apprezzato molto le sonorità orientali ma non avevo mai avuto la possibilità di esprimerle al meglio. Una volta finito il primo album dei Wintersun sapevo che avrei avuto il tempo di esplorare queste influenze. In realtà lavorando a "Wintersun" avevo già composto alcune delle melodie principali di "Time". Volevo buttare tutte le mie ispirazioni precedenti dalla finestra e cercare di comporre qualcosa di nuovo e originale, proveniente dal cuore, per essere sicuro che ogni singola nota mi avrebbe toccato a livello emotivo e soddisfatto.
Considerato che sei il vero "cervello" dei Wintersun, quanta influenza hanno avuto gli altri membri della band sulla musica?
Kai Hahto ha avuto l'influenza maggiore probabilmente. Ha lavorato molto vicino a me nell'inizio del processo compositivo, arrangiando la batteria. Kai ha sempre avuto un sacco di idee per migliorare i riffs e gli arrangiamenti.Teemu Mäntysaari invece mi ha aiutato a registrare alcune melodie e le chitarre acustiche. In ogni caso faccio da me il grosso del lavoro e voglio che rimanga così. La ragione principale che mi ha spinto a iniziare il progetto Wintersun è stato esprimere le mie idee e il mio modo di vedere la musica, anche se sono ovviamente aperto alle idee, soprattutto se sono buone come quelle che mi danno gli altri membri della band.
Qual'è il concept che sta dietro a "Time I"?
Dal punto di vista del testo parla delle emozioni che l'uomo sperimenta nella sua breve vita, ma anche di pensieri sparsi sulla creazione e sull'universo. Chi siamo? Perchè siamo qui? Da dove arriviamo e dove andremo? Sentimenti malinconici quali il dolore e il rimpianto per il tempo che passa, la perdita dei nostri amati o la perdita dei sentimenti che provavamo in passato. Ma ci sono anche emozioni positive, come la forza e la gioia dell'essere vivi.
Il titolo dell'album indica che ci sarà una seconda parte, "Time II". Come sarà?
"Time II" mostrerà contrasti maggiori e una maggiore varietà tra le varie canzoni. Specialmente le ultime due canzoni mostreranno qualcosa che non abbiamo mai fatto prima, qualcosa che nessuno ha mai fatto prima. Queste due canzoni comprenderanno l'essenza dei due "Time". "Time I" e "Time II" sono come fratello e sorella, presentano similarità a livello di tematiche e di testi ma le canzoni sono molto differenti.
Qual'è l'idea alla base del dividere l'album in due?
La ragione principale per questa decisione è stata quella di rilasciare più materiale in un lasso di tempo minore, con lo scopo di rivitalizzare la band. Un'altra ragione è stata che durante il mixaggio mi sono reso conto che era impossibile mixare 80 minuti di musica in una sola sessione, anche perchè solo la metà è stato un massacro. Se solo ci avessi provato, probabilmente avrei bruciato tutto e niente sarebbe mai venuto alla luce. Date queste circostanze, è stata sicuramente la decisione migliore.
E' previsto un tour nel prossimo futuro?
Siamo ansiosi di promuovere "Time I" nella sua interezza. Prima di tutto abbiamo l' "HeidenFest" tour in Ottobre-Novembre e dopo quello andremo negli States assieme agli Eluveitie, in quello che sarà il nostro primo tour negli USA. Siamo molto eccitati e curiosi di vedere com'è la fan base laggiù! Poi nel Gennaio del 2013 inizierò a mixare "Time II" e in estate cercheremo di suonare nel maggior numero di festival possibili!
Intervista a cura di Andrea Gandy Perlini

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