Threshold (Richard West, keyboards)

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Come si riesce a non sbagliare mai un colpo?! Il nuovo album dei Threshold conferma le enormi capacità dei maestri inglesi del Progressive Metal, un gruppo in costante ascesa che, come potrete leggere qualche riga più sotto, molto probabilmente tornerà quest'anno a calcare i palchi italiani dopo più di otto anni di attesa. Richard West, tastierista e songwriter della band britannica, ci svela i retroscena di “Dead Reckoning”...

Ciao Richard! Benvenuto sulle pagine di EUTK. Tra pochi giorni il nuovo album dei Threshold, “Dead Reckoning”, sarà sugli scaffali dei negozi. Quali sono le tue sensazioni in merito a questo nuovo disco?

Sono molto felice! E' il miglior album che abbiamo mai fatto, e questo è il momento migliore nella storia dei Threshold.

Di cosa parlano i testi del disco? Si tratta di un concept album, ispirato al tema del volo?

E' più un concept album sulla vita di tutti i giorni, anzi forse non è proprio neanche un concept album (ride). Ogni canzone è davvero una storia a sé. Sono brani che raccontano della vita, del navigare attraverso le “tempeste” della vita. In questo disco parliamo della nostra esistenza attraverso il tema del volo, ma è un'analogia. E il “Dead Reckoning” il termine che da' il titolo all'album, è un “interruttore di emergenza” usato durante la navigazione (un processo di calcolo della propria posizione che si basa unicamente sulla traiettoria percorsa sino a quel momento NdR).

In una dichiarazione ad uso della stampa, “Dead Reckoning” viene descritto “più pesante, più oscuro ma comunque più accessibile” rispetto ai vostri precedenti dischi, una dichiarazione che mi trova decisamente d'accordo. Cosa ci puoi dire in più su queste nuove dieci canzoni?

Sì, credo che sia davvero il nostro disco migliore, è fantastico. Ogni volta che registriamo un nuovo disco ci impegniamo duramente per cercare di fare un disco migliore del precedente. E quando è uscito “Subsurface” nel 2004, abbiamo ricevuto tantissime critiche positive e premi come “miglior disco del mese”. Tutti dicevano che non saremmo mai riusciti a fare un album migliore! E questo può essere un bel problema per una band.
E' stata come una sfida. Noi già sapevamo che il nuovo disco sarebbe stato migliore, perché impariamo sempre cose nuove, cresciamo come musicisti, come compositori e come produttori. Quindi se mai dovessimo pubblicare un nuovo disco che invece è peggiore del precedente, saremmo molto sorpresi. (ride) Penso che in quel caso, sarebbe arrivato il momento di fermarsi.

Su “Slipstream” e “Elusive” è presente in veste di ospite Dan Swano dei Nightingale, che si lancia in alcuni growl davvero azzeccati. Come è nata questa collaborazione?

Quando abbiamo scritto le canzoni, avevamo già in mente di inserire delle parti in growl, perché sarebbero state adatte al sound ed in particolare ai testi. Abbiamo pensato che, avendo appena firmato un contratto con una etichetta come la Nuclar Blast, sarebbe stato facile trovare qualcuno che cantasse in growl per noi, dal momento che il roster dell'etichetta è pieno di gruppi che cantano in growl. Ma invece è stato impossibile! Abbiamo fatto un po' di tentativi. Come prima opzione, abbiamo contattato uno dei gruppi più importanti della label, ed il loro management ci ha risposto che non erano interessati. La cosa ci ha sorpreso un po', più che altro perché ci hanno dato la risposta senza neanche interpellare la band.
Successivamente sono stato ad un concerto dei Soilwork qui, nel Regno Unito, ed ho incontrato Björn Strid. Mi sarebbe piaciuto moltissimo averlo come ospite, perché ha una voce davvero fantastica. Quando componevo le nuove canzoni dei Threshold, avevo proprio la voce di Strid in mente. Ma lui mi ha risposto di aver preso parte a troppe collaborazioni nello scorso anno, e che i loro fan iniziavano a trovare frustrante questa situazione, perché Björn si concentrava sempre su qualcos'altro. E così mi ha risposto che davvero non poteva fare un'altra collaborazione, e personalmente trovo la sua scelta assolutamente condivisibile e la rispetto.
E così siamo arrivati ad una situazione un po' particolare in studio: mancava un solo giorno al mix delle canzoni e noi non avevamo ancora trovato nessuno che cantasse le parti in growl. E' una cosa pazzesca, avevamo passato dieci mesi a scrivere e registrare il disco, rimandando questa cosa proprio all'ultimo giorno. Fortunatamente Clive Nolan degli Arena, che era negli studios proprio in quel giorno, ci ha detto di conoscere Dan Swano piuttosto bene, perché ci aveva lavorato insieme in passato, consigliandocelo caldamente. Così gli abbiamo scritto una e-mail, e lui ci ha risposto “Certo, non c'è problema!”. E' stato gentilissimo, ha registrato le parti in quello stesso giorno nel suo studio in Svezia, e ce le ha mandate via e-mail.

Come hai detto qualche istante fa, ora siete sotto Nuclear Blast. E' il vostro primo album con l'etichetta tedesca, dopo tanti anni sotto InsideOut. Quali sono le ragioni di questo cambiamento? Solitamente l'InsideOut viene vista come l'etichetta “progressive” per definizione, mentre il roster della Nuclear Blast non è certo ricco di band del vostro genere...

Credo che la Nuclear Blast stia cercando di essere un po' più diversa. Avevamo un contratto di tre album con la InsideOut, e l'abbiamo rispettato. Quando abbiamo finito questo contratto, sapevamo di avere la possibilità di approdare ad altre etichette.
E' stata la Nuclear Blast stessa a contattarci, ed è stata una sorpresa molto positiva, perché è una label molto grande. Erano decisamente ansiosi di lavorare con noi, e questo fatto ci ha reso allo stesso tempo ansiosi di lavorare con loro. Abbiamo dato un'occhiata al loro roster, che è pieno di gruppi davvero Heavy, ma allo stesso tempo ospita anche gruppi come i Communic e i Nightwish. Oltretutto credo che questi ultimi siano pure la loro band che vende di più. Quindi è evidente che alla Nuclear Blast siano anche capaci di lavorare con band di altro genere. Questo evento ci ha elettrizzato, e l'idea di registrare il primo disco sotto una nuova label ci ha fatto quasi sentire come un gruppo interamente nuovo, ci ha dato un nuovo entusiasmo e nuove energie. E credo che avessimo bisogno di queste nuove energie, perché dopo aver raggiunto un certo livello con la InsideOut, un livello che ci soddisfava, non abbiamo più tentato di raggiungere un livello maggiore. Ma adesso con la Nuclear Blast ci stiamo provando, ed è una cosa molto positiva per noi.

All'inizio di questo 2007 Nick Midson, uno dei membri fondatori dei Threshold, ha deciso di lasciare la band. Perché Nick ha preso questa decisione?

Ce ne ha parlato per la prima volta più o meno un anno fa, quando abbiamo suonato in Inghilterra al ProgPower. Ci ha detto che quello sarebbe stato probabilmente il suo ultimo concerto, perché si era stancato e non si divertiva di più a suonare dal vivo. Non si divertiva più neanche a stare in studio a registrare, né a suonare gli assoli. Ed inoltre aveva praticamente smesso di comporre, benché nei primi anni della band il suo contributo fosse stato considerevole. Credo che fosse soltanto la fine della sua strada con noi, e ha deciso di provare a lasciare la band. Ma gli abbiamo lasciato la porta aperta, perché magari potrebbe rendersi conto di quanto gli manca la band e fare marcia indietro. Cosa che ovviamente ci farebbe moltissimo piacere.
Nel frattempo abbiamo trovato un chitarrista che possa sostituire Nick dal vivo, Pete Morten dei Soliloquy. Non ho ancora incontrato di persona Pete, ed è una cosa un po' assurda (ride). E' un buon amico di Karl, in passato hanno lavorato insieme in studio. Sono felice di questa scelta, ma abbiamo detto a Pete che la cosa per ora è temporanea, nel caso Nick volesse tornare con noi. Pete è d'accordo. Se Nick non dovesse tornare sulla decisione, allora credo che Pete potrebbe entrare in pianta stabile nella line-up.

Richard, siete appena stati in Germania per filmare il video di “Pilot in the Sky of Dreams”. Ci vuoi parlare di questa esperienza, e soprattutto di come siate stati in grado di “tagliare” una canzone di più di dieci minuti in un video che non ne dura neanche quattro?

(Ride) Quella è stata una passeggiata, se paragonata ai problemi che ha avuto la ditta che ha prodotto il video: dodici ore di riprese trasformate in un video di quattro minuti. Per me, ridurre la canzone da dieci a quattro minuti è stato molto più semplice. Il brano ha una struttura piuttosto complessa, è diviso in diverse parti. Inizialmente abbiamo cercato di mantenere un po' di ogni atmosfera, ma sembrava più che altro un medley, una serie di canzoni messe insieme, ed era pessimo. E così abbiamo fatto una seconda versione, in cui abbiamo eliminato molta della parte centrale della canzone. Inizia con la parte simil-ballad, poi c'è un po' della parte in up-tempo centrale, tornando poi ad essere una ballad nella conclusione. E questa soluzione invece ha funzionato decisamente bene, è stata quasi una sorpresa. Ma è stata davvero una sfida.
E questa versione “tagliata” è stata anche scelta come singolo, benché avessimo sul disco quattro canzoni con una durata adatta ad essere usate come singolo. Ma secondo la nostra etichetta “Pilot in the Sky of Dreams” contiene le melodie migliori, ed è quella che ha le maggiori potenzialità per raggiungere un audience più “mainstrem”. Questa è anche una delle ragioni per le quali hanno messo sotto contratto i Threshold.
Ci siamo divertiti moltissimo a girare il video. Ci siamo recati a Leipzig, in Germania, perché c'è un'ottima ditta di produzione video in quella città. La canzone che abbiamo scritto si basa essenzialmente sul tema di incontrare Dio, ma la ditta ha invece girato un video che praticamente parla di lavorare per il diavolo (ride). E' l'esatto opposto, e genera molta confusione... ma solo perché so di cosa parla il testo. Credo che il risultato finale sia estremamente interessante, stanno ultimando il video proprio in questi giorni. Non vedo l'ora di vederlo, perché è una specie di mini-film. Sarà molto divertente!

Negli ultimi mesi YouTube, il sito che permette di guardare in streaming qualsiasi tipo di video, è stato investito da violentissime polemiche legate al materiale protetto da copyright che si trova illegalmente sul sito. Qual è la tua opinione in merito? Saresti felice di vedere il vostro nuovo video su YouTube o magari preferiresti usarlo come bonus per qualche uscita particolare?

Sfortunatamente abbiamo girato il video troppo tardi perché fosse possibile inserirlo sul CD. Il disco è già stato stampato, ed il video non è ancora finito (ride). Lo scopo essenziale del video è proprio quello di promuovere l'album, e credo che YouTube sia l'ambiente ideale per questo scopo. Quindi per me non c'è nessun problema.
Credo che la questione sia davvero diversa se qualcuno prende qualcosa che si trova sugli scaffali dei negozi e lo mette su YouTube, perché gestire un negozio costa un sacco di soldi e ovviamente qualcosa deve essere guadagnato. Invece noi vogliamo che il video e la canzone raggiungano quanti più ascoltatori sia possibile, e YouTube da questo punto di vista è perfetto. Spero davvero di vederlo online!

Nella versione digipack di “Dead Reckoning” c'è la vostra cover di “Supermassive Black Hole” dei Muse. Sei un loro fan, Richard?

Assolutamente sì, sono una grande band. E qui in Inghilterra hanno raggiunto una popolarità enorme, sono considerati la più grande speranza in campo Progressive, anche se hanno un sound che si rifa molto a diverse band inglesi degli anni '90 come gli Oasis e i Radiohead, che sono stati capaci di dare vita a sonorità davvero inedite qui, nel Regno Unito. I Muse seguono i loro passi. Non sono poi così Progressive, ma sono di certo la Progressive band più commerciale che abbiamo. E poiché i Threshold sono una Progressive Metal band inglese, è stato naturale scegliere di fare una versione Metal di una canzone progressive. E' un brano con grandi refrain e grandi melodie, esattamente quello che i Threshold cercano di creare con ogni canzone. E' stato molto divertente prendere la canzone, che è suonata in maniera molto leggera e gentile, coi suoi riff e le sue melodie, e trasformarla in un pezzo molto più pesante. Siamo molto felici del risultato. Credo che potremmo anche suonarla dal vivo.

Richard, quest'anno suonerete in due contesti imporanti, il ProgPower USA ed il MetalCamp 2007. Però non avete mai suonato al nostro Gods of Metal, e il vostro ultimo (ed unico) concerto nel nostro paese risale al 1999. Quando tornerete qui?

Credo proprio che accadrà quest'anno. Stiamo discutendo con l'organizzazione dell'Evolution sulla possibilità di suonare in quel festival, ma non posso ancora confermarti che succederà, perché hanno già messo sotto contratto un sacco di gruppi. Spero davvero che avvenga, ci piacerebbe molto anche suonare al Gods of Metal, ma è un po' troppo presto, non siamo ancora pronti. Invece l'Evolution sarebbe una scelta perfetta.
Comunque se anche non dovessimo riuscire a suonare all'Evolution, ci sono buone probabilità che verremo in Italia Settembre durante il nostro tour europeo.

Grazie per l'intervista Richard, speriamo di vedervi presto in Italia. Hai un messaggio per i lettori di EUTK?

Grazie di aver aspettato così a lungo un nostro concerto! (ride) E' stata un'attesa troppo lunga, ma con ogni probabilità terminerà quest'anno. Sarebbe fantastico.

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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