AboryM: Psycho Extreme Metal!

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Gruppo:Aborym
Sono tornati sul mercato musicale dopo quattro anni di silenzio, e come al solito gli Aborym non si smentiscono mai. Fra sperimentazione, avanguardia, originalità e una fortissima personalità, sono riusciti a rigettare sul pianeta un concept album come Psychogrotesque. Un potente insetticida che lascerà sicuramente molte scorie radioattive per strada...

Salve Aborym! Abbiamo dovuto attendere quattro lunghi anni, ma alla fine è arrivato il momento del nuovo disco intitolato Psychogrotesque! Quali sono le sostanziali differenze rispetto al precedente Generator?

Fabban: Guarda, giorni fa leggevo un articolo su un magazine americano, un articolo su Psychogrotesque. Il titolo era “un passo indietro per Aborym, un gigantesco balzo in avanti verso il progressive industrial black metal”. In effetti abbiamo fatto un enorme balzo nel vuoto, dove neanche noi sappiamo di essere atterrati, per quanto io non credo che questo disco sia un disco Black Metal, nella maniera più assoluta. Ci siamo avvicinati moltissimo al Progressive, all'Heavy Metal, al Blues e a generi di solito molto lontani da un certo tipo di Metal estremo. La tradizione di Aborym è questa, abbiamo osato e spesso siamo arrivati li dove gli altri non si sono mai spinti, ma Psychogrotesque credo sia il punto più alto sino ad ora raggiunto. Siamo riusciti a preservare quello che è il mood di Aborym sin dai tempi di Kali Yuga Bizarre, siamo riusciti a mantenere inalterate quelle che da sempre sono le caratteristiche del sound di Aborym, ma abbiamo raggiunto scenari per noi ancora inesplorati fino a poco tempo fa. Noi seguiamo le idee. Ci nutriamo con le idee. Questo è un disco veramente complesso, maturo, ha delle dinamiche molto avvolgenti, volevamo incatenare il nostro ascoltatore al disco, coinvolgendolo, cercando di iniettare emozioni varie ed emozioni costruite attorno a qualcosa di vero e reale. Penso diventerà un grande classico, sia della discografia di Aborym che della musica in generale.

H:I0:K: Generator stilisticamente virava più verso un Death-Black Metal sinfonico, con strutture più lineari e un uso dell'Elettronica più da accompagnamento, mentre su Psychogrotesque il riffing è estremamente acido e dissonante, con incursioni dal Doom al Black Metal e un approccio molto più ampio e invasivo nei confronti di Elettronica e sintetizzatori, contaminando il sound generale con sonorità D'n'B, EBM, Trance e Ambient. Quest'album prenderà in contropiede per l'ennesima volta chi si aspettava un album uguale al precedente, che porterà Aborym nuovamente oltre i confini dell'avanguardia, in territori ancora inesplorati.

La vostra formazione è in continua evoluzione, sembra quasi che vada di pari passo con la vostra evoluzione stilistica, ma tutto questo nasce da incomprensioni oppure è tutto dovuto al caso? Non ti era mai venuto in mente prima di passare dietro al microfono? Non sei nuovo a questo tipo di esperienza, Void Of Silence e Malfeitor parlano chiaro!

Fabban: Dici bene. La nostra line-up oggi rispecchia fedelmente la musica di Aborym nel 2010. Ho preferito fare pulizia all'interno di questo gruppo e i fatti mi hanno dato ragione. E' stata fondamentale l'entrata in Aborym di Hell:IO:K. Con lui sono riuscito a fare in pochi mesi quello che in 8 anni non sono riuscito a fare con i vecchi chitarristi. Il clima in passato sembrava compromesso, sentivo che non sarebbe stato più possibile fare musica a certi livelli con quella gente. I soldi, i tour, i contratti erano più importanti del tempo che si dedicava al songwriting, si suonava poco e quel poco che veniva fuori non metteva mai d'accordo tutti, c'era sempre qualcuno che storceva il naso. Ho deciso di mandare un pò di gente a casa nel momento in cui mi è stato fatto capire che i soldi erano importanti a discapito della qualità della musica, così le porte si sono aperte per poi richiudersi definitivamente. Io non ho mai concepito la musica come un lavoro o come una macchina sforna banconote. Alla fine ognuno è andato per la propria strada e ognuno ha avuto esattamente ciò che si meritava. Ora le cose sono cambiate e a chi ci dava per morti rispondiamo con questo nuovo disco. Non serve aggiungere altro. Riguardo le voci... ho deciso di cantare su Psychogrotesque poichè per me sarebbe stato impossibile tentare di far capire ad un altro cantante come avrei voluto le voci, soprattutto proiettandole su più di 50 minuti di concept. Negli ultimi anni mi sono esercitato molto e sono molto soddisfatto di quello che ho fatto su questo disco. Penso queste siano le linee di voci migliori di Aborym dal 1992 ad oggi.

Psychogrotesque, come ormai anche i sassi sapranno, è una sola canzone suddivisa in dieci sotto tracce. Un lavoro complesso e ricco di sfumature, ma come è nata l’idea di realizzare un album così ambizioso (e riuscito)? Qual è il tema principale che fa da filo conduttore?

Fabban: Quando ho finito di scrivere l'intero racconto di Psychogrotesque mi sono chiesto in che modo avrei potuto estrapolare i testi dei vari brani del nuovo disco. Ci ho provato ma non ero particolarmente soddisfatto poichè non riuscivo in nessun modo a dare loro una continuità. Così ho proposto a tutti la soluzione di un unico brano a supporto di un unico testo e abbiamo iniziato a scrivere la musica cercando di seguire l'andamento e le dinamiche del testo e cercando di realizzare qualcosa di “cinematografico”. In mente avevo una sorta di racconto thriller anni '80, qualcosa a metà tra gli horror di quei tempi e il cinema visionario e onirico di Lynch. Il testo di Psychogrotesque è un racconto, come dicevo prima, qualcosa di molto simile ad un romanzo ma ovviamente adattato ad un contesto musicale e questa simbiosi si è realizzata anche e soprattutto grazie a H:IO:K. Posso assicurarti che non è stato per niente facile. E’ un concept universale basato sulla sterilità umana, sull’eremitaggio di massa creato dai falsi miti della società moderna, sul declino delle intelligenze a favore di ciò che è sciatto, inutile, vacuo, li dove il manicomio è metafora di sistema corrotto e malato e li dove il personaggio principale rappresenta l’uomo moderno. E’ una storia che parla del ribaltamento tra interiorità ed esteriorità, della follia indotta, della pazzia che si incontra nel momento in cui ci si rende conto di essere ciò che non si è oppure di voler essere ciò che non si è. Ho visto tanta gente impazzire per cose simili, credimi. Oggi è fondamentale vedersi con gli occhi degli altri, senza magari sapere chi realmente si è. L’immagine che sugli altri viene proiettata è più importante della personalità. Si gioca a svolgere un ruolo che non è quello per cui si è adatti, teatralizzando l’intera esistenza come fosse una recita di quelle che si fanno a scuola l’ultimo giorno prima delle vacanze, sai? La vita di questi individui è pura rappresentazione: giocano a svolgere un ruolo, indossano una maschera, cercano successo, soldi, potere, visibilità, gloria sfruttando canali effimeri, strade poco sicure insomma. Quando prendono coscienza, quando capiscono di aver fallito impazziscono e scoprono di essere tanti piccoli sir nulla. Nel mio racconto quest’uomo impazzisce proprio nel momento in cui viene catapultato nel sistema (in questo manicomio abbandonato): li dentro è costretto a sopravvivere e nel frattempo realizza di essere ciò che non credeva di essere (la metafora della mosca). La differenza tra realtà e apparenza diventa sempre più vaga, come vaga diventa la sua identità e praticamente impossibile da quantizzare lo spazio della libertà di azione. E’ un tema universale tentacolare che abbraccia e stritola qualsiasi ramo della vita sociale: il lavoro, la quotidianità, la politica, la religione, il costume, le moda, addirittura la musica. E a proposito della musica, ad esempio, potrei citarti decine e decine di mosche impazzite pronte a qualsiasi cosa pur di ottenere un minimo di successo e di gloria. Mosche pronte anche a dare via il culo pur di essere glorificati (da chi poi?) ma alla fine le mosche ronzano sempre attorno alla spazzatura e allo schifo, ai rifiuti. Ne ho conosciute tantissime di queste mosche negli ultimi anni, sapessi quante! Soprattutto nel Black Metal. Potrei scrivere un libro a riguardo, sarebbe molto divertente e penso venderebbe non poche copie eh eh… Insomma, ti consiglio di leggere il testo del disco, è difficile sintetizzarlo, ma penso sia molto importante soffermarsi su problemi reali, su questioni universali, che riguardano tutti. La gente oggi pensa attraverso gli altri, la gente oggi vuol diventare ciò che impone il sistema, ciò che vuole il branco o il microcosmo. Questo testo, così come questo disco, lo ripeto, non è assolutamente adatto a stronzetti incazzati che si eccitano nel vedere una croce capovolta o nel leggere di idiozie e assurdità come guerra, misantropia, Gesù, Satana e cose di questo livello. Il livello su questo disco è alto e spero che il disco sia una sorta di insetticida contro le mosche.

La musica negli Aborym, nello specifico quando viene creata, è un processo collettivo oppure prende forma da l’idea del singolo per poi essere sviluppata in seguito tutti insieme?

H:I0:K: In questo disco abbiamo deciso di dividerci i compiti: io mi sono occupato della composizione della parte musicale mentre Fabban, oltre a collaborare con me nel songwriting, ha lavorato sulle liriche e sulle linee vocali, effettuando entrambi un crosscheck del materiale man mano che prendeva forma affinché fossimo convinti al 100 % della qualità di ogni singolo cluster di Psychogrotesque prima di entrare in studio di registrazione. Bard si è occupato di rifinire in studio le parti di batteria che gli abbiamo proposto ed ha fatto come sempre un ottimo lavoro. E' stata una scelta precisa dividerci i compiti, in maniera da riuscire ad ottimizzare i tempi e la qualità del lavoro.

Quando avete capito che potevate spingervi fino al Jazz? L’utilizzo che viene fatto del sax è decisamente originale, oltre che ben appropriato al contesto, credi che in futuro possiate andare oltre e utilizzarlo con maggiore peso?

Fabban: Il sax è stato uno strumento che ho fortemente voluto in prima persona. Lo trovo di una classe incredibile se suonato bene e Marcello Balena è un grande musicista, un professionista. Ad ogni modo, più che di Jazz io parlerei di ambienti Blues. Il Jazz è un’altra cosa a mio parere. Io sono sempre stato molto affascinato da strumenti che magari si conoscono poco perché giudicati “fuori contesto” come in questo caso il sassofono. Io sono molto aperto a tutte le possibili contaminazioni e a tutte le possibili fusioni di strumenti e generi musicali diversi e in futuro con ogni probabilità continueremo a sperimentare con questo spirito e con questa predisposizione mentale, certo.

H:I0:K: Vedremo, nel contesto di questo disco è stata una scelta estremamente azzeccata a mio avviso, aggiungendo quella dose di follia in più in grado di spiazzare l'ascoltatore. A seconda della direzione del prossimo lavoro valuteremo se inserirlo nuovamente o abbandonarlo, non ci piace ripeterci.

Chiedervi delle vostre influenze Elettroniche (con tutto quello che ne consegue in fatto di stili e generi…) al quinto disco mi sembra abbastanza inutile, più che altro mi piacerebbe sapere come concepite l’equilibrio fra Umano e Macchina nel concept generale degli Aborym. Da quando avete un batterista in carne e ossa si è sbilanciato a favore di sonorità più classiche oppure è rimasto immutato il vostro approccio?

H:I0:K: Questo mi sembra il disco più elettronico di Aborym ad essere sincero, al di là di avere un batterista in carne ed ossa, abbiamo davvero sviscerato ogni tipo di sonorità Electro, quindi non solo in nostro approccio è immutato, ma piuttosto si è estremizzato. Senza contare che abbiamo anche sperimentato un mix di drumming reale e suoni sintetici come all'inizio di III, quindi di strade ne abbiamo aperte in abbondanza con questo disco per andare ancora oltre in futuro.

Fabban: I più attenti e coloro che adorano sezionare ogni nostro album mettendo a fuoco qualsiasi tipo di micro-dettaglio sonoro hanno notato che in questo disco la batteria di Bard suona addirittura sopra il drumming elettronico. In diversi punti abbiamo sovrapposto e mixato tra loro la batteria acustica e quella digitale, con samples, beats a quant'altro.

Da Generator i vostri brani hanno acquisito delle caratteristiche che ben si adattano al contesto live… eppure suonate molto poco dal vivo, come pensi che potrebbe essere adesso un tour degli Aborym? Se non sbaglio nel 2003 suonaste qualche data nei Paesi Bassi e in Inghilterra!

Fabban: In passato abbiamo suonato un bel po’ in giro. Allo stato attuale Aborym è l’unico gruppo italiano che ha suonato ad Oslo all' Inferno festival, voglio dire, soddisfazioni ce ne siamo prese e di molto grosse. Ma abbiamo deciso di trasformare Aborym in una studio-band e di non fare più concerti. Preferiamo non avere molto a che fare con gli ambienti live, preferiamo mantenere una certa distanza con il pubblico, con le scene musicali e con tutti i personaggi di cui sono popolate. E poi ai concerti c’è troppo fumo, troppa puzza, bottiglie di birra rovesciate ovunque, naaa… noi siamo animali da studio, gente che si rilassa dietro un monitor e dietro un mixer. Preferiamo così.

L’artwork del nuovo disco è veramente intrigante, chi se ne è occupato?

Fabban: Io. Penso sia un gran bell'artwork, soprattutto nella versione digipak e nel doppio LP apribile. La Season Of Mist ha investito molto nelle prime tirature, concedendoci un digipak e un LP decisamente lussuosi, stampati molto bene. Volevo un artwork che riprendesse lo stile e il mood delle locandine dei film horror anni'80 per intenderci. Inoltre ci sono diverse easter-eggs sparse qua e là...

Psychogrotesque vanta molte collaborazioni, fra cui una con Karyn Crisis, come siete entrati in contatto con lei? E come ha reagito alla vostra musica? Aveva già sentito parlare degli Aborym?

Fabban: Ho sempre seguito la scena Crossover-Hardcore-Metal americana e ho sempre adorato i Crisis, un gruppo molto differente da Aborym, con un approccio musicale completamente diverso. Proprio per questo ho pensato sarebbe stato molto interessante collaborare con Karyn. Lei è fuori dalla scena da molto tempo e ha dovuto affrontare tutta una serie di vicissitudini e rogne legate alla musica e nessuno in questi anni è riuscito a farla tornare a cantare. Con noi è stato diverso e non chiedermi il perchè. Posso solo dirti che era molto entusiasta del concept del disco prima ancora di farle ascoltare la musica di Psychogrotesque. Spero di cuore che Karyn continui a fare musica perchè la considero un'artista unica, una mente molto creativa con un energia che è difficile da spiegare con le parole.

E con Davide Tiso? Che ne pensate del percorso artistico degli Ephel Duath?

Fabban: Ephel Duath è il mio gruppo italiano preferito. Davide Tiso è un autenitico genio, un' artista incredibile dalla tecnica e dalla creatività che superano ogni limite. Per me è stato un onore lavorare con lui. Ti consiglio di ascoltare Manuscript Don't Burn: qualcosa che destabilizza il comune concetto di musica e di arte. Spero riusciremo a lavorare di nuovo insieme perchè Davide è una personalità di quelle che nella vita è importante avere vicino, sia come artista che come amico.

Bisognerà aspettare altri quattro anni per un nuovo album degli Aborym oppure che adesso anche la line-up è sistemata i tempi si accorceranno? Già che ci siamo però ti chiedo qualcosa anche sui Malfeitor… ci sono novità sotto quel versante?

Fabban: Posso garantirti che gli Aborym torneranno presto. Siamo già a lavoro. Ma se per un disco come Psychogrotesque ci sono voluti quattro anni di silenzio-radio sarei disposto a prendermene altri 5 o 6 per un disco addirittura superiore. Riguardoai Malfeitor, penso sia uno dei gruppi Black Metal migliori in Italia con due dischi stupendi alle spalle. Nient’altro.

H:I0:K: Non credo ci sarà da aspettare così tanto, ci prenderemo il tempo necessario per ricaricare le batterie e tirare fuori qualcosa di ancora più assurdo e imprevedibile, ma i tempi ora che abbiamo un formazione stabile e rodata saranno molto meno lunghi. Riguardo ai Malfeitor, per il momento siamo completamente occupati tra promozione e interviste a supporto di Psychogrotesque, dopo la fine dell'anno anche con loro valuteremo come e quando tornare sulle scene, ma non ci siederemo sugli allori, questo è certo.

A te le ultime parole… e grazie per l’intervista!

Grazie a te. Aborym sono online su MySpace . Un saluto a Gianluca Grazioli… non so se si ricorda di me.., salutamelo tanto!


Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 mag 2014 alle 20:05

Aborym are an Italian industrial black metal band.

Inserito il 08 dic 2010 alle 14:41

Fabban: mente geniale, talentuoso musicista e personaggio mai banale. Grandissimo