The Foreshadowing, cattivi presagi...

I capitolini The Foreshadowing giungono con Oinos al loro secondo disco in carriera, e lo fanno donando maggiore oscurità e profondità ad uno stile come il Gothic/Doom Metal che già di suo non è il massimo dell'allegria, ma per non cadere nella banalità e nella pacchianeria ci vuole classe e maturità, due elementi da fortemente presenti all'interno di Oinos!

Ben tornati sul mercato ragazzi! Che ne dite di iniziare dal nuovo disco intitolato Oionos? Introducetelo ai lettori di Metal.It…
Francesco: Ciao a tutti voi! Il nostro ultimo lavoro Oionos è incentrato sulla tematica che fino ad ora ha caratterizzato la nostra discografia, e cioè l’apocalisse. Questa volta la tematica è affrontata in termini meno spirituali e biblici, qui abbiamo voluto dare un carattere più terreno a questo argomento ed in questo caso l’apocalisse di cui parliamo è quella creata dall’uomo per autodistruggersi e per distruggere i suoi simili. Per dare più forza a questo concetto abbiamo pensato di richiamare alla mente l’esplosione nucleare, la bomba atomica, la guerra fredda, l’orologio dell’ apocalisse e tanti altri elementi fra cui spicca l’oionos, che in greco antico significa “uccello predatore” ma significa anche “cattive notizie” o “presagio”, “presentimento” che in inglese richiama al nostro monicker appunto: The Foreshadowing.

Come mai siete passati dalla Candlelight alla più piccola Cyclone Empire Records? Meglio essere le punte di diamante di un’etichetta più piccola che una qualunque di un colosso?
Francesco: Facendo un adeguato confronto tra le due label direi proprio di sì. Di sicuro la Cyclone Empire Records finora ha dimostrato di tenerci molto ai gruppi del proprio roster, si sono dati da fare per quanto riguarda l’aspetto promozionale nella maniera più giusta possibile, e soprattutto si è instaurato fra di noi un ottimo rapporto a livello umano, cosa che con la Candlelight Records non c’è mai stato, come non c’è stata a dire la verità neanche la giusta professionalità visto che la loro promozione di Days Of Nothing è stata a dir poco mediocre. Per cui per noi lasciare la Candlelight ed entrare alla Cyclone Empire è stata la cosa più giusta che potessimo fare.

Per quanto mi riguarda ho avvertito un’oscurità ancora più marcata rispetto all’esordio, soprattutto nella componente Doom Metal, a cosa è dovuta questa evoluzione?
Francesco: Beh, avevamo semplicemente intenzione di evolverci e basta, sentivamo soprattutto l’esigenza di incattivirci e di rendere più oscuro e ossessivo il cammino che avevamo tracciato fino a quel momento con il nostro debut album. Per noi era perfettamente chiaro che l’album doveva essere più Doom e meno Gothic, e questa esigenza probabilmente è venuta fuori dall’ispirazione, da quello che ascoltavamo in quel periodo, cosa che peraltro è avvenuta in maniera del tutto naturale.

Mi ha incuriosito anche il concept, mai banale, per non parlare del titolo, Oionos, particolare anche lui, ma in verità cosa si cela dietro i testi dei The Foreshadowing? Da cosa traete spunto per scriverli?
Francesco: Intanto si parte da questo presupposto: per noi Apocalisse è sinonimo di cambiamento, di svolta. Nei nostri testi emerge sostanzialmente la volontà di cambiare tutto quanto vi è di marcio in questa società. Le metafore e la ricorrente simbologia che vengono fuori a livello testuale richiamano alla nostra vita reale, quella vita quotidiana e alienante che si alimenta tra uffici di lavoro e periferie degradate, tra strade trafficate e stazioni dei treni, questi luoghi che viviamo quotidianamente sono la nostra fonte d’ispirazione principale.

Nel vostro caso nasce prima la musica oppure date ampio sfogo ai testi? Insomma quale dei due influenza la mossa successiva?
Francesco: Generalmente si parte sempre dalla musica e da lì si trae spunto per scrivere i nostri testi, almeno finora è accaduto sempre così, ci troviamo bene in questo modo poiché la musica, in base all’atmosfera che crea, ci dà spesso l’idea o la tematica giusta per i testi.

Come mai proprio Russians di Sting? Quali sono i vostri gusti musicali, anche e soprattutto esterni a tutto il mondo Metal e affine?
Francesco: In realtà attingiamo le nostre influenze da artisti di ben altro genere musicale, ma questo brano era l’ideale per il nostro album sia per le sue tematiche che per le atmosfere dark che coincidevano a tal punto che potesse sembrare un brano scritto da noi. E in effetti questa è l’impressione che dà la nostra versione di questo brano, abbiamo notato che in parecchi se ne sono accorti, dato che questa considerazione è saltata fuori in molte recensioni di Oionos. Comunque i nostri ascolti spaziano un po’ ovunque, non ci limitiamo ad ascoltare il Metal in tutte le sue ramificazioni, siamo anche amanti di altri generi: Post Rrock, Indie, Neofolk, New Wave, ovviamente il filo conduttore è sempre la componente oscura di questi generi.

I vostri brani sono sempre estremamente curati in ogni particolare, non avete timore che dal vivo non riescano a trasmettere le stesse atmosfere o sensazioni che emanano su disco? Te lo chiedo perché non ho avuto ancora la possibilità di assistere ad un vostro concerto, che tipo di approccio avete in quella situazione?
Francesco: Ovviamente è sempre difficile arrivare con il live alla stessa resa che i pezzi hanno sul disco, a meno che non ti chiami Pink Floyd e sei in grado di allestire un palco gigantesco con dentro una decina di sessionmen in più. Dato che tutto questo a livello logistico non è possibile perché ci costerebbe troppo, abbiamo investito in strumentazione ed equipment adeguati proprio allo scopo di riproporre tutti i particolari e i dettagli dei brani che suoniamo dal vivo.

Praticamente tutti i componenti dei The Foreshadowing militano in altrettante formazioni affermate nel mondo underground, come si riesce a mantenere un equilibrio così stabile? Anche a livello creativo intendo, insomma la vostra musica si attesta su livelli di ottima qualità.
Francesco: In realtà è cambiato qualcosa negli ultimi tempi: Jonah e Andrea ad esempio hanno temporaneamente preso un lungo periodo di pausa coi Grimness, mentre io e Alex non abbiamo più altri progetti paralleli e ci occupiamo a tempo pieno solo dei The Foreshadowing. Soltanto Marco ha recentemente collaborato ad un side project chiamato Kamlath, ma generalmente la maggior parte della nostra attività musicale è concentrata essenzialmente su questo gruppo su cui tanto abbiamo scommesso, ed è probabilmente questo il segreto che ci rende un gruppo sostanzialmente unito e compatto.

Come viene accolta la vostra musica oltre confine? O più in generale come siamo visti dai mercati in cui il Gothic/Doom Metal è ben più radicato?
Francesco: In Germania, Olanda e paesi dell’Est siamo stati apprezzati moltissimo, così come nei paesi scandinavi abbiamo ricevuto attestati di stima un po’ ovunque, in Inghilterra invece siamo sempre giudicati da alcuni con un po’ di diffidenza e di prevenzione. Sarà che l’Inghilterra ha dato i natali alla Holy Trinity del Gothi/Doom Metal (Paradise Lost, My Dying Bride & Anathema), ma credo che sia una stupidaggine dire che i The Foreshadowing siano un’imitazione di questi gruppi. Credo che i The Foreshadowing siano partiti dal Gothic/Doom Metal e l’abbiano interpretato nel loro stile melodico e mediterraneo che sinceramente poco ha a che vedere con questi gruppi, a parte il genere musicale. Per esempio non credo proprio che pezzi come Oionos, Hope. She’s In The Water e Revelation 3.11 siano brani che possano minimamente richiamare queste band.

La vostra immagine è molto curata, del resto come tutto l’universo The Foreshadowing, ma in realtà quanto influisce sul responso del pubblico? Pensate che sarebbe la stessa cosa con un impatto visivo meno accentuato?
Francesco: Per noi curare la nostra immagine in ogni singolo dettaglio significa rafforzare il valore del nostro concept, è in sostanza un modo per aiutare l’ascoltatore ad assorbire le nostre atmosfere oscure e depressive, quindi ritengo che se non avessimo dato importanza a tutti questi dettagli probabilmente la nostra proposta musicale non si sarebbe compresa allo stesso modo. Ecco perché riteniamo che l’impatto visivo sia sempre di grande aiuto in questo senso, a maggior ragione ci piacerebbe usare in futuro delle videoproiezioni sincronizzate alle nostre performance live, cosa che avevamo già in parte sperimentato in qualche nostro concerto.

Tornando a parlare di musica… avete in cantiere qualcosa in questo momento? Tour, festival…?
Francesco: A fine agosto suoneremo al prestigioso Summer Breeze Open Air Festival in Germania, dove ritorneremo per altre date a dicembre, mentre in italia suoneremo al Nihil Metal Fest a settembre. Nel frattempo stiamo lavorando intensamente per riuscire ad organizzare entro l’anno un tour per la promozione di Oionos, con la speranza di poterci riuscire.

Ok, siamo quasi alla fine, convinci i lettori di Metal.It del perché Oionos è un disco da avere!
Francesco: Consiglierei quest’album a tutti coloro che non amano il Metal a buon mercato, prima di tutto. Oionos richiede più di un ascolto per essere apprezzato per cui è un album che fa riflettere, e questo lo rende un album così ambizioso e allo stesso tempo coraggioso che merita di stare nella vostra discografia.

A te la conclusione…
Francesco: Mando un saluto a tutti i nostri più fedeli fans con l’augurio di rincontrarci presto ai nostri prossimi concerti. Doom On!
Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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