In Flames (Daniel Svensson: drums)

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A cosa si pensa il 14 febbraio? Beh, salta subito alla mente che è San Valentino, coppiette che si sbaciucchiano, single che si tagliano le vene, lo sfregar di mani degli amministratori della Perugina udibile a chilometri di distanza e produttori di peluches cuoricinosi che si lustrano l'augello. Molti di voi avranno passato questo giorno con le proprie ragazze, i meno fortunati da soli, io invece sono andato vicino alla Stazione Centrale di Milano per intervistare Daniel Svensson, tatuatissimo batterista degli In Flames, e per parlare del nuovo album della band più discussa della scena di Goteborg: A Sense Of Purpose, in uscita sotto Nuclear Blast il 4 aprile.

Ciao Daniel. Innanzitutto, ho sentito dell'infortunio di Peter in Russia. Come sta ora?
Sta bene, sta bene. Per fortuna l'infortunio si è rivelato meno grave di quanto si potesse pensare. Dovevamo fare due concerti in Russia, a San Pietroburgo e a Mosca, e c'erano alcuni giornalisti che dovevano fare i
report. Allora siamo andati nella Piazza Rossa per fare alcune foto, per terra era ghiacciato dunque Peter è scivolato e gli è uscita la rotula. É andato dal dottore ma ora sta bene. La sera ha dovuto suonare seduto e dunque è stato abbastanza strano ma sta bene.
Meno male, speriamo in una pronta guarigione. Bene, ora passiamo alla prima ovvia domanda: A Sense Of Purpose. Cosa puoi dirci al riguardo?
É veramente un ottimo album, davvero. Dal punto di vista della produzione è davvero massiccio ed è quello che volevamo quando siamo entrati in studio. Il motivo principale per cui siamo giunti a questo risultato è che abbiamo registrato nei nostri studios questa volta e dunque non avevamo nessun limite di tempo, nessuna fretta. Di solito si prenota uno studio per tot settimane, invece questa volta abbiamo potuto lavorare per bene sui suoni fino a quando non eravamo totalmente soddisfatti. E lo stesso è stato per il songwriting, abbiamo potuto sezionare ogni canzone fino al più piccolo dettaglio fino a quando non abbiamo ritenuto che fossero perfette. É stata la prima volta, o meglio, non la prima volta ma la prima volta da molto tempo, che tutti e cinque ci siamo trovati nello stesso studio per registrare e ci siamo divertiti tantissimo a farlo.
Ho avuto modo di ascoltare l'album ieri, e la prima cosa che mi è venuta in mente è che questa volta avete un pochino rallentato la vostra evoluzione, come se aveste trovato il vostro equilibrio. Non mi è sembrato un album cosi diverso da Come Clarity.
Hai ragione, non penso che abbiamo cambiato molto. Non cambiamo mai molto da un album all'altro a dire il vero. Molte persone dicono che abbiamo cambiato tantissimo il nostro modo di scrivere musica tra Clayman e Reroute To Remain, ma questa è solo un'impressione visto che Jester Race, Whoracle, Colony e Clayman sono stati registrati nello stesso studio con lo stesso produttore. Poi abbiamo cambiato sia lo studio che il produttore e abbiamo anche tentato di fare qualcosa di diverso con la nostra musica e il risultato è stato che molta gente ha visto più differenze tra questi due album di quelle che c'erano effettivamente. Se avessimo prodotto Reroute To Remain nello stesso studio di Clayman, la gente non avrebbe reagito come ha fatto. Cerchiamo sempre di cambiare un pochino la nostra musica, cerchiamo sempre nuovi modi di lavorare, nuovi modi di presentare la nostra musica, ma se guardi attentamente nella nostra discografia c'è un filo conduttore che unisce tutti gli album.
Si, il vostro senso della melodia.
Esatto, se confronti A Sense Of Purpose con Lunar Strain ti sembreranno totalmente diversi. Ma se ascolti tutti gli album in ordine cronologico vedrai chiaramente questo filo conduttore.
Parlami di The Chosen Pessimist, è abbastanza atipica come canzone per gli In Flames, tra lunghezza e atmosfere quasi Post Metal.
Si, è diversa. Normalmente scriviamo canzoni che sono lunghe quattro minuti. Di solito usiamo una certa struttura per tutte le canzoni, che si è dimostrata molto efficace e vincente. Ma visto che questa volta avevamo molto tempo a disposizione in studio ci siamo detti "proviamo a scrivere una canzone dimenticandoci come componiamo di solito e vediamo cosa succede". Abbiamo deciso di lavorare badando più al lato emotivo, ai suoni etc. Questa canzone non ha nemmeno una strofa o un ritornello, semplicemente va in crescendo. Il risultato è stato cosi buono che alla fine abbiamo deciso di inserirla nell'album. É diversa, ma allo stesso tempo anche in altri album avevamo canzoni "diverse". In Reroute To Remain c'era Metaphor...
In Soundtrack To Your Escape, Evil In A Closet...
Esatto. Per noi è una sfida, scrivere canzoni per le quali dobbiamo pensare a soluzioni che non sono convenzionali per noi e vedere come viene. Alla fine penso che The Chosen Pessimist sia una delle migliori canzoni dell'album.
Bene, domanda ovvia numero due: cosa vuol dire il titolo dell'album? Io ho tendenza ad accomunare Reroute To Remain, Come Clarity e quest'ultimo album da questo punto di vista, come se i titoli esprimessero una lotta per trovare il vostro, diciamo cosi, obiettivo dal punto di vista musicale.
Hai probabilmente ragione, ma in realtà non riguarda solo il lato musicale, ha a che vedere con noi come persone: qual è il nostro obiettivo nella nostra vita quotidiana? Ogni tanto si sente bisogno di fermarsi, e pensare a cosa si vuole davvero fare... se seguire le norme comuni, essere normali e comportarsi come tutti gli altri oppure pensare con la propria testa e superare queste norme comuni. La gente di solito pensa che sia strano essere "anormale", ma chi decide qual è la normalità? Siamo liberi, e siamo democratici, ma dobbiamo vivere in un certo modo per essere accettati dalla società; e per questo non penso che questo mondo sia cosi libero. Se ci pensi è cosi, e da lì deriva A Sense Of Purpose.
E la copertina? La trovo abbastanza strana...
Io non penso sia strana...
Beh, il Jester fatto cosi... il verde e il viola abbinati... (mi sono trattenuto, la tentazione era porre la domanda come: perchè avete scelto una copertina che fa cagare? NdA). Ha un significato questa cover?
Ce l'ha. Per ora hai visto solo la copertina. In realtà abbiamo preso Alex Pardee per fare l'artwork e gli abbiamo dato alcune direttive riguardo a quel che volevamo. Lui ha proposto questa idea, e ha continuato a creare l'artwork per il libretto. Ogni pagina ha un disegno ispirato alla canzone di cui è riportato il testo su quella data pagina e la copertina è ispirata da questa serie di disegni e dal titolo dell'album. Potrai farti un'idea quando vedrai tutto l'artwork. La copertina si ispira a un gioco che consiste in una scatola di legno, dove c'è un labirinto con dei buchi; e dove devi, con l'ausilio di due manopole fare in modo che la pallina eviti i buchi e giunga all'arrivo, non so se lo conosci... ecco, il personaggio che vedi in copertina è come se fosse la pallina di quel gioco che cerca di evitare i buchi per trovare il senso della sua esistenza.
Vorrei chiarire il punto forse più importante della vostra carriera. Quello di Reroute To Remain in cui il pubblico si è diviso in due: molti fan di vecchia data che si sono sentiti traditi e hanno considerato una merda quell'album mentre un'altra parte ha adorato quella svolta, senza contare i nuovi fan che avete conquistato. Come vi sentite al riguardo?
Quando è iniziata questa cosa eravamo shockati. Ma penso che quando raggiungi un certo livello di notorietà come gruppo una parte dei fan di vecchia data cominceranno a lamentarsi, indipendentemente dal tipo di musica contenuta nel dato album. Dunque non penso che abbia a che vedere con la musica che facciamo ora quanto per il fatto che siamo diventati popolari. Quando un gruppo arriva ad un certo livello di notorietà, sarà considerato venduto in qualsiasi caso. Avremmo potuto fare uscire Jester Race Part 2 al posto di Reroute To Remain ma avrebbero detto le stesse cose perchè abbiamo venduto troppi album. Iniziamo ad essere abbastanza stanchi di sentire queste lamentele e non ce ne frega nulla. Stiamo diventando sempre più grandi giorno dopo giorno ed è impossibile accontentare tutti. Noi scriviamo musica per noi stessi e se piace alla gente è bellissimo. Se a qualcuno non piace quello che facciamo nessuno li obbliga a comprare i nostri album, possono andare a farsi fottere. Ed è giusto che non comprino i nostri album, ma dovrebbero smetterla di stare seduti dietro il loro computer a sparare cazzate 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.
Avete creato, con i Dark Tranquillity e gli At The Gates, il death melodico. Poi siete riusciti a farvi spazio nella scena americana e addirittura ad influenzarla. Immagino siate fieri di questo risultato.
Certo! Mi ricordo quando siamo andati per la prima volta a suonare in America, abbiamo fatto il nostro primo concerto vicino a Boston, e ad aprire per noi c'era una band locale che faceva la sua prima apparizione live. E questa band erano i Killswitch Engage. Poi li abbiamo incontrati molti anni dopo, quando sono diventati quello che sono ora e ci hanno detto che eravamo uno dei loro gruppi preferiti. É splendido quando si riesce ad ispirare qualcuno e dargli voglia di iniziare a comporre perchè è cosi che la musica evolve. Prendi qualcosa dai gruppi che ti piacciono e cerchi di aggiungerci un qualcosa di tuo per creare un qualcos'altro di personale. Cosi si crea un altro ramo nell'albero della musica, poi viene qualcuno e prende qualcosa da te e ne crea un altro ancora. E penso che sia estremamente lusinghiero far parte di questo processo. Questo fino a quando hai qualcosa da dire naturalmente, non puoi semplicemente fare copia/incolla.
Quest'estate suonerete all'Evolution Festival qui in Italia, cosa ne pensi della bill?
A dire il vero non so chi suona con noi...
Ah no?
So solo che suonano gli Opeth...
Pain Of Salvation?
(fa una faccia strana) Sono svedesi vero? Non conosco molto la scena svedese...
Gamma Ray?
(mi guarda con una faccia che è un misto di: "chi sono?" e "non è il mio genere")
Ho capito, non sono proprio il tuo genere...
Non esattamente... comunque mi sembra una buona bill. Quando si organizza un festival bisogna cercare di rendere la bill appetibile per persone con gusti molto diversi tra di loro per avere un buon riscontro. Per quel che riguarda noi, è dal Gods Of Metal del 2000 che non veniamo in Italia a suonare in un festival all'aria aperta, dunque per noi sarà un immenso piacere suonare di nuovo in un festival italiano. Non vediamo l'ora.
Forse Anders sarebbe più adatto a rispondere alla mia prossima domanda, ma vediamo... ho notato che in molte delle vostre canzoni, nel testo ci si riferisce sempre a un "tu" ("you"). A chi ci si vuole riferire?
Beh, "you" può riferirsi anche a se stessi, se ti vedi espresso in terza persona, come se ti guardassi allo specchio. Anders scrive i testi parlando sempre di quello che c'è nella mente, e non so precisamente (o almeno non quanto lui) quello che vuole esprimere, e volendo lo "you" potrebbe anche essere in generale, alla collettività diciamo. Ma lui scrive sempre cercando di leggere la mente degli altri, cerca sempre di immaginarsi quello che pensano le altre persone.
I suoi testi sembrano sempre raccontare una specie di combattimento contro se stessi...
Esatto, specialmente in questo album... ha cercato di capire perchè siamo come siamo, e non ci liberiamo da ogni costrizione per essere esattamente come lo vogliamo. Come dicevo prima, perchè spesso ci troviamo ad essere come tutti gli altri, al posto di essere quello che vorremmo? Bisognerebbe provare ad essere "anormali" ogni tanto, in senso positivo.
Al momento i vostri progetti riguardano principalmente l'andare in tour giusto?
Si si, inizieremo in aprile negli Stati Uniti con i Megadeth, per il Gigantour. Poi torneremo in Europa per i festival estivi, incluso l'Evolution. In agosto andremo in Giappone e in Australia, in settembre e ottobre faremo il nostro tour da headliner in Europa e poi torneremo di nuovo negli Stati Uniti.
Siete soddisfatti della direzione musicale che avete preso? Nel senso: porterete avanti questo stile con elettronica di sottofondo e riff pesanti protagonisti?
Si, penso di si anche se non si può mai sapere. Abbiamo incominciato ad aggiungere l'elettronica già su Colony, e ormai è diventato un elemento che fa parte della musica degli In Flames. Se cercassimo di toglierlo probabilmente la nostra musica ci sembrerebbe più vuota. Non penso che rinunceremo mai a questo lato, perchè dà alla musica un'ulteriore dimensione, permette di avere più soluzioni dal punto di vista delle melodie.
Avete mai pensato di prendere un tastierista?
No, e oramai è troppo tardi per farlo. Ormai abbiamo la stessa line up da 10 anni, e sarebbe impossibile riuscire a fare entrare qualcun altro. Siamo troppo legati e sarebbe troppo strano. Voglio dire, siamo come una cosa sola e non funzionerebbe.
Ora potresti togliermi una curiosità? É una domanda che mi ronza in testa da un bel po' di tempo. Mi sono sempre chiesto come mai la scena svedese è cosi prolifica. Mi spiego: quando penso ai gruppi veramente validi, capaci di proporre qualcosa di personale, di nazioni come Italia, Spagna, Francia, Grecia... per ognuno di questi paesi si contano sulle dita di una mano. Quando penso ai gruppi svedesi, potrei stare fino a domattina a nominarli. Forse puoi chiarire questa cosa che per me è un mistero.
Penso che uno dei motivi sia che quando vai a scuola, quando hai 10 anni, il governo paga al posto tuo per farti imparare uno strumento. Ti prestano lo strumento e ti permettono di avere un'ora di lezione alla settimana con un maestro. E poi quando sei un teenager, se vuoi iniziare a suonare con un gruppo, il governo mette a disposizione gratuitamente sale per provare con dentro tutti gli strumenti.
Dunque non c'è bisogno di essere ricchi per imparare a suonare in Svezia, mentre in altri posti se vuoi iniziare a suonare in un gruppo, che naturalmente all'inizio non avrà introiti, dovrai gravare sui tuoi genitori. Questa cosa non ha nulla a che vedere con il talento degli svedesi. É piuttosto dovuta alla cultura e all'importanza che lo stato dà alla musica.
Al posto di spendere cifre assurde per fare rappresentazioni di opera lirica, si può risparmiare un po' su quello e dare la possibilità ai giovani di esprimere il loro talento. (bastardi svedesi, ulteriore dimostrazione che l'Italia è bananalandia NdA)
É il momento della domanda più importante: come ci si sente ad essere qui, il giorno di San Valentino, con un maschione che ti fa domande sulla tua musica?
(ride) Ci si sente bene. Nel senso, mi sono perso tanti di quei giorni di San Valentino perchè o siamo in tour o come in questo caso si è in giro a promuovere un album. Ci sono abituato. Alla fine sono cose obbligatorie se si vuole essere un gruppo importante. Mi diverto a farlo, fa parte del mio lavoro, questo è il mio lavoro quotidiano.
Questa era l'ultima domanda, puoi finire l'intervista come vuoi.
(rutta)
Intervista a cura di Massimiliano 'Maxowar' Barbieri

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